Ma perché San Remo è San Remo?
Ma perché San Remo è San Remo?
Perché fosse più a sud sarebbe San Roma
sembra un mostro di dead space
A me i ventenni che cantano in quel modo sui soliti beat, con i soliti effetti e che parlano di amore/droga/vita/sesso/sono migliore di te, fanno tanto ridere. E auguro loro di riuscire a fare la vita da rockstar, perché altrimenti si accorgeranno di quanto erano coglioni ed è il motivo per cui possono piacere solo agli universitari
Poi sei libero di ascoltarlo
Tu, alla resa dei conti, non hai realizzato nulla. Sei studente a 30 anni suonati
buona giornata
te a che piano sei del palazzo di impiegati?
No, mi hanno chiesto di contenere i toni o mi forniscono il permban, ma non è possibile in j4s
buona giornata
https://video.ilgazzettino.it/primop...da-135091.html
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Nel '95 minacciò di suicidarsi davanti a 17 milioni di italiani. Oggi, a 61 anni e con un polmone in meno, Pino Pagano ammette: «Feci una cazzata di cui mi pento». E racconta di quegli amari presi prima del suo gesto assieme a Luciano De Crescenzo
Si chiama Pino Pagano, ha 61 anni, 280 euro di pensione di invalidità e un polmone in meno. È stato il volto e il maglioncino tra i più famosi della storia televisiva italiana. Quelli in procinto di cadere nel vuoto. La sera del 23 febbraio, dalla balconata dell’Ariston, minacciò di lanciarsi davanti a un migliaio di spettatori del teatro di Sanremo, 17 milioni di italiani incollati al video e a un conduttore, Pippo Baudo, che salì per andarselo a prendere e tirarlo giù. Il resto è storia, rimasta impressa fino a oggi, pronta a essere rievocata a ogni contestazione in diretta, a ogni edizione di Sanremo.
Ricordata persino martedì sera, quando dopo che un altro uomo ha fatto irruzione sul palco dell’Ariston, Fiorello ha sdrammatizzato ricordando come un tempo «i contestatori andassero sulla balaustra».
«Ho fatto scuola…», commenta oggi Pino dalla sua Castelmaggiore, paese a un chilometro di Bologna in cui ha sempre vissuto. Per la cronaca, lui, il Festival di Sanremo non lo guarda mai. «Ne ho fin sopra i capelli».
Fiorello ieri sera se l’è cavata bene.
«Fiorello lo incontrai sei mesi dopo il mio gesto, nel 1995, in un autogrill sulla Rimini-Bologna. Ero a far benzina e mi vide. Si mise a ridere: “Ma che gli hai combinato a Pippo?”».
Ecco, cosa gli combinò a Pippo?
«Feci una cazzata di cui mi sono pentito. Potessi tornare indietro, non la farei più».
Lei fu definito un «maratoneta del suicidio». Ha più volte minacciato di farla finita, a Firenze, a Bologna, a Parigi. Voleva suicidarsi anche a Sanremo?
«Se volevo suicidarmi veramente, andavo al primo ponte, mica a Sanremo».
Giusto anche questo. Cosa la spinse a salire sulla balconata?
«Cercavo un trampolino di lancio».
Detta così suona male. Per trovare lavoro?
«No, dissero che ero disoccupato, ma non era vero. Facevo consegne col furgone mio nell’Emilia. Volevo diventare famoso, farmi conoscere».
Cosa ricorda di quella sera?
«Al bar in galleria mi riempii di Montenegro per farmi coraggio. C’era Luciano De Crescenzo. Lo avvicinai chiedendogli consigli per come pubblicare un libro».
Che cosa le suggerì?
«”Uagliò, dovete rivolgervi a qualche casa editrice, io non posso fare niente”».
A metà serata il coraggio lo trovò.
«Una vecchietta con la pelliccia di volpe rifiutava di spostarsi per farmi passare. Mi chiedeva dove volessi andare. “Spostati dai coglioni”, le dissi, la tirai via e scavalcai. Il resto è storia».
Una storia scritta assieme a Baudo, che venne a tirarla giù.
«Promise di aiutarmi. Si fece dare 500 mila lire e me le consegnò. “Per il cappuccino”, disse».
Nel passato ha detto che fu una montatura concordata con altre persone Rai, circostanza però mai verificata oggettivamente.
«Non ho contattato direttamente Pippo, ma persone vicine a lui».
A diventare famoso però c’è riuscito.
«Sì, ho fatto qualche soldino con ospitate nei locali. Ho prodotto un disco con Umberto Maggi, ex bassista dei Nomadi».
Titolo?
«Martina. C’erano canzoni sul Festival e su mia figlia. Era andato in tutte le radio».
E poi?
«Poi niente. Nel 2000 ho avuto un tumore, mi hanno tolto un polmone, e non ho più lavorato. Ci ho anche provato, ma ormai sono vecchio e malato».
Riesce a mantenersi?
«Sì, grazie a mia moglie che lavora come domestica. Io sto al computer, porto a spasso il cane. Aspetto la fine».
Cosa direbbe oggi a Baudo?
«Non t’avessi mai incontrato».
Forse lui direbbe la stessa cosa.
«È vero. Un po’ l’ho tormentato».
"Ma come, non era un vero aspirante suicida? :bicio: "
Ma perché la gente si tatua la faccia?
Mi piace solo il pezzo di Ghemon, i giovani veramente imbarazzanti, e pure Bisio
Almeno la Raffaele è una bella figa
A metà serata il coraggio lo trovò.
«Una vecchietta con la pelliccia di volpe rifiutava di spostarsi per farmi passare. Mi chiedeva dove volessi andare. “Spostati dai coglioni”, le dissi, la tirai via e scavalcai. Il resto è storia».
Riesce a mantenersi?
«Sì, grazie a mia moglie che lavora come domestica. Io sto al computer, porto a spasso il cane. Aspetto la fine».