Finora non ho scritto nulla sul nuovo coronavirus, ma visto che diverse persone mi chiedono informazioni, due righe potrebbero essere utili. Semplici analisi dei dati che abbiamo.
Il nuovo virus non sembra avere una letalità molto elevata, anche se è difficile calcolarlo nelle fasi precoci di un'epidemia, soprattutto su una malattia che sembra avere un decorso e un'ospedalizzazione piuttosto prolungati.
Il problema del nuovo coronavirus è più che altro l'intensità assistenziale che richiede: dai dati OMS, il 15% delle persone sviluppa una polmonite virale, e il 5% sviluppa un quadro grave di distress respiratorio (ARDS), sepsi grave o insufficienza multi-organo (MOF).
Queste percentuali sono decisamente elevate, e le nostre strutture ospedaliere molto difficilmente potrebbero curare tutti questi malati, immaginando una ampia diffusione del virus.
Il fatto che le comorbidità aggravino il decorso, è una pessima notizia, considerando la percentuale elevata di cardiopatici e diabetici nelle nostre popolazioni. Da notare come nel report di Lancet che ha descritto il caso di 52 persone in terapia intensiva (numeri comunque molto esigui e forse poco rappresentativi) solo il 40% avesse patologie croniche pregresse, quindi non certo tutti. L'età media era 59 anni.
Paragonare il Covid-19 all'influenza ha senso solo sotto alcuni aspetti:
- si diffonde molto più come il virus influenzale, rispetto a SARS e MERS e questa è una brutta notizia: è molto contagioso
- nelle forme lievi (che sono la maggioranza) sembra dare una sindrome simil-influenzale, o anche più lieve, il che gli consente di "nascondersi" bene nel periodo invernale.
In sostanza, niente panico, bensì rispetto delle procedure di sicurezza. Non so se riusciremo a evitare la diffusione del virus, ma tentare con tutte le nostre forze è una priorità assoluta.