I dati: fino a qualche settimana fa le terapie intensive facevano +3, +5, +7, ogni tanto andavano in negativo.
Oggi andiamo avanti a botte di +50 al giorno e faccio fatica a vedere un singolo motivo per cui nelle prossime settimane questo trend dovrebbe invertirsi. Non è neanche iniziato l'inverno e siamo già nella merda, purtroppo.
Lo stesso vale per i ricoveri nei reparti ordinari, che stanno crescendo più o meno allo stesso modo.
Se la curva continua crescere esponenzialmente abbiamo poco da consolarci con il fatto che oggi il sistema sanitario è ancora al 5/10/20/30% (non lo so) della capacità. Settimana più o settimana meno, se arriviamo a 2/300 ricoveri in TI al giorno prima o poi il sistema collassa
E ribadisco che in ogni caso non è pensabile di andare avanti per i prossimi 6 mesi con gli ospedali nelle condizioni della scorsa primavera: non è sostenibile per i pazienti non covid e non è sostenibile per il personale. Senza contare che a marzo/aprile ad essere veramente sotto pressione era la sola Lombardia (e nemmeno tutta), mentre oggi i focolai sono molto più diffusi.
Ho appena sentito il mio solito amico: oggi ha fatto 11 ricoveri (numeri da marzo, dice), di cui uno finito già in rianimazione e 9 con il casco CPAP (di cui 2 under 35...). La differenza è che a marzo erano quasi tutti pazienti che venivano da Bergamo/Cremona, oggi sono tutti della provincia.
Magari 'sto giro sarà Bergamo a prendersi i nostri, o magari non ci sarà modo di mandarli da nessuna parte.
Mi sta sul cazzo fare il catastrofista, ma ai cari gestori di bar e ristoranti (che per quello che vedo i protocolli covid al 90% col cazzo che li rispettano) farei notare che se il sistema sanitario collassa davvero la gente i tavoli li lascia vuoti anche se rimangono aperti.
IMO questo sarebbe il momento di prendere misure drastiche in tutti i campi (sussidiando le categorie più colpite, come i soggetti di cui sopra) per evitare di doverne prendere di ben più dannose più avanti, ma stiamo seguendo il copione di quei paesi che a marzo erano messi meglio di noi e poi ci hanno abbondantemente superato.