Allo stato attuale, sebbene l’emergenza legata al virus SARS-CoV-2 abbia determinato una crescita significativa della domanda di ossigeno, non vi è alcun rischio di carenza del farmaco.
Le aziende del settore, grazie ad un enorme impegno del personale e a ragguardevoli investimenti produttivi e distributivi, hanno assicurato costantemente le forniture ossigeno liquido medicinale in serbatoio, nonché in bombole e unità base opportunamente sanificate ad ospedali ed ai pazienti a domicilio.
AIFA, attraverso gli Uffici più direttamente coinvolti nella fase di emergenza, ha per parte sua supportato questo sforzo attuando nel settore alcune deroghe regolatorie che, nel rispetto dei requisiti di qualità e sicurezza, hanno permesso di garantire la continuità delle attività produttive.
Pertanto, nel confermare l’assenza di problemi legati alla disponibilità di ossigeno medicinale, si segnala tuttavia come, nelle fasi più critiche dell’emergenza, al crescere della domanda di ossigeno si assista in parallelo ad un aumento esponenziale della domanda di dispositivi medici quali bombole e contenitori criogenici, in particolare nelle aree più colpite dalla epidemia, e come la disponibilità di questi dispositivi sia attualmente una potenziale criticità, tenuto conto che non è possibile né prevedibile aumentarne significativamente la disponibilità nei tempi brevi richiesti dalla pandemia.
Le notizie imprecise riportate dai media in termini di “carenza di ossigeno” o “carenza di bombole” contribuiscono negativamente all’attuale situazione, in quanto molti utilizzatori potrebbero non restituire i recipienti di cui sono in possesso per paura di perderne la disponibilità in caso di bisogno.
È pertanto di fondamentale importanza, in questo stato emergenziale, che i recipienti per l’ossigeno vengano restituiti alla farmacia appena svuotati, per rendere le bombole immediatamente disponibili al riempimento e al successivo utilizzo.