Pare oggi abbiamo fatto circa 70K vaccini, sarebbe una buona media contando le dosi che abbiamo
Pare oggi abbiamo fatto circa 70K vaccini, sarebbe una buona media contando le dosi che abbiamo
Egypt: Entire ICU ward dies after oxygen supply fails
direi di moltiplicare almeno x3-x4 i numeri dell'egitto.
Probabilissimo. A giugno c'era chi diceva che i contagi reali fossero il quintuplo ed i morti il decuplo rispetto ai numeri ufficiali. Dieci volte tanto mi sembrano un po' un'esagerazione, ma tre-quattro, considerato qual è l'andazzo in altri Paesi del secondo-terzo mondo e considerato che genere di gente è al comando in egitto, non mi stupirebbe proprio.
Penso anche di più, sai?
(*) Il realtà i dati aggiornati ad un'oretta fa parlano di 259 mila somministrazioni...12k in più di quanto scritto nell'articolo.Vaccino Covid in Italia, record di 70mila dosi in un giorno. Il totale arriva a 247mila(*). Arcuri: “Prossima consegna di Pfizer in ritardo”
L'Italia al momento riceve ogni settimana poco meno di 470mila dosi del farmaco Pfizer-BioNTech: per esaurirle tutte serve un ritmo di circa 65mila vaccinazioni al giorno che alla vigilia dell'Epifania ha superato. Il dato di lunedì, sottolineano da Palazzo Chigi, è "un record in Ue", dove l'Italia è seconda per dosi inoculate dopo la Germania. Il commissario all'emergenza conferma che si va a ritmo spedito, ma avverte che il nuovo carico di dosi arriverà tra qualche giorno
di F. Q. | 5 GENNAIO 2021
Dopo i ritardi organizzativi dei primi giorni, la somministrazione del farmaco anti-Covid in Italia sembra procedere a ritmo spedito. I dati definitivi delle iniezioni fatte martedì 5 gennaio sono di 247.544 iniezioni eseguite in Italia, il 51,7% rispetto alle 479.700 dosi consegnate per la prima tranche di vaccini Pfizer destinati all’Italia. Le Regioni con le percentuali più alte sono il Lazio, la Toscana e il Veneto tutte abbondantemente sopra il 70 per cento. In fondo alla classifica ci sono Lombardia (poco sopra il 20), Valle d’Aosta (poco sotto), Sardegna (intorno al 10) e la Calabria (sotto al 10). Il commissario all’Emergenza Domenico Arcuri aveva anticipato al Tg1 che la giornata si sarebbe potuta chiudere con un totale di “235mila italiani vaccinati“, ma la previsione era per difetto.
Ciò significa che nel giro di 24 ore sono state somministrate circa 70mila dosi, una cifra che supera il target di 65mila al giorno considerato necessario per consumare tutte le fiale disponibili al momento nel nostro Paese. Anche lunedì 4 gennaio si è raggiunto il tetto delle 60mila, tanto che fonti di Palazzo Chigi hanno sottolineato “il record nell’ambito dell’Unione europea“. Anche la Germania nel suo giorno migliore, il 30 dicembre, si era fermata a 54mila dosi in 24 ore. ("peggio di noi solo la Francia" ) L’Italia è seconda in Ue per numero di vaccinazioni, alle spalle di Berlino “che però ha potuto contare su una dotazione iniziale superiore“. “La macchina organizzativa sta accelerando e, nel giro di poche settimane, viaggerà a pieno ritmo“, spiegano ancora da Palazzo Chigi. L’Italia al momento riceve ogni settimana circa 470mila dosi del farmaco Pfizer-BioNTech: dopo le prime 9.750, altre 469.950 sono state consegnate fra il 30 dicembre e il primo gennaio.
Il nuovo carico era atteso dal Belgio in giornata, ma Arcuri ha spiegato che una parte non verrà recapitata e sarà spedita nei prossimi giorni. “Pfizer ha qualche ritardo, ha qualche aggiustamento da fare come è probabilmente comprensibile“, ha spiegato il commissario sempre al Tg1. “Si trova alle prese con una distribuzione molto complessa che riguarda tutti i paesi Ue, sono convinto che potranno presto normalizzarsi e migliorare il servizio che fanno al nostro paese”. Nel frattempo l’obiettivo del governo è quello di velocizzare le procedure di somministrazione – al momento affidate alle Regioni – in vista della seconda fase della campagna di vaccinazione che partirà non appena tutti i medici del Paese saranno immunizzati al Covid. Entro fine mese il commissario prevede infatti di inviare sul territorio “una prima parte” dei 12mila operatori sanitari reclutati tramite bando e che in teoria dovevano essere utilizzati solo alla fine dell’inverno. In calendario già per il 6 gennaio in un vertice tra il ministro delle Autonomie, Francesco Boccia, il responsabile della Sanità, Roberto Speranza, le Regioni e lo stesso Arcuri per affrontare proprio il tema degli operatori da dedicare ai vaccini.
Nel confronto con gli altri Paesi dell’Unione europea, dove la campagna di vaccinazione è cominciata allo stesso modo il 27 dicembre, l’Italia resta al secondo posto per dosi somministrate, dietro solamente alla Germania. I dati forniti da Our World in Data (aggiornati con qualche ora di ritardo, ndr) dicono che alla sera del 5 gennaio Berlino ha effettuato 316mila vaccinazioni. Nel rapporto tra dosi somministrati e popolazione totale, in Ue svetta la Danimarca (0,89%), seguita da Germania, Croazia e Italia. Guardando nello specifico a come sta andando la campagna tedesca – per ora quella che ha raggiunto più persone – si nota inoltre che il maggior numero di dosi inoculate in un giorno risale al 30 dicembre, quando sono state vaccinate 54mila persone (dato fornito dal Robert Koch Institut). Con i dati di lunedì 4 gennaio e di martedì 5 l’Italia ha invece raggiunto quota 60mila in 24 ore.
Potremmo aver raggiunto quasi le 80k oggi.
E' una gran notizia, bene così
- - - Aggiornato - - -
Ah, per la gioia di grandi e piccini, il 7 si vaccina Burioni
Posso solo immaginare quante orecchie gli fischieranno
https://youtu.be/pRfZAOborcs
Ho avuto dei momenti di deja vu
Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk
Pressione selettiva Is the new Darwin award
https://www.esanum.it/today/posts/ri...gn=fb_05012021
Per quelli che "eh ma come danno indirizzi falsi si rendono irreperibili GALERA" non tutti si fanno mantenere da mammina e papino o semplicemente vivono soli e non possono permettersi di restare rinchiusi ALMENO per 15 giorni abbandonati a se stessi.
Bisogna isolare gli infetti?
Good, giusto.
Fornisci assistenza a chi ne ha bisogno.
Altrimenti non fare il duro e puro.
C'e' chi non si puo' PERMETTERE di farsi consegnare la spesina a casa, c'e' chi se non lavora per 15 giorni muore di stenti, ecc ecc...
stiamo davvero a giustificare gli infetti sintomatici che vanno in giro a contagiare perché "poverini, mica puoi tenerli in casa 15 giorni"?
nuove vette di ritardo mentale
Penso si riferisca a lavoratori autonomi che non hanno soldi da parte in banca per resistere 15-30 gg. senza lavorare
FAN DI TUTTA LA GOTHIC SAGA
Mah, io non credo ai dirigenti veneti che dicono queste cose, mi dispiace.
Da tutte le testimonianze che ho avuto, i contatti dall'azienda sanitaria sono sporadici o assenti.
Forse chiamano i pensionati le cui condizioni sono da monitorare, ma per il resto ho seri dubbi che siano così puntuali.
Anche qua, c'era una signora con figlio disabile e in quarantena che ha trovato i servizi sociali del comune chiusi per ferie e per avere la spesa a casa ha dovuto chiamare la TV, cosa che ha risvegliato l'amministrazione comunale dal suo torpore.
La disorganizzazione scorre potente nonostante il racconto dell'efficienza veneta che ogni giorno Zaia vende nella sua conferenza
Ai tanti effetti della clausura prolungata che ha divelto le nostre abitudini mi permetto di aggiungerne uno di cui non si parla mai abbastanza: la scomparsa del Caso, dell’Inaspettato.
Nella vita di prima succedevano cose impensabili che oggi sono impossibili, mentre allora erano solo imprevedibili. Andavi a una cena e incontravi l’amore della vita oppure un cretino - statisticamente più il secondo che il primo - ma in entrambi i casi avevi aggiunto un nome in agenda e una riga al libro delle tue esperienze. Adesso puoi uscire di casa soltanto per vedere congiunti e amici in modica quantità. La sorpresa non è contemplata, anzi è temuta: se nel salotto della persona da cui sei in visita entra qualcuno che non conosci, il tuo primo pensiero non è «sarà simpatico?», ma «avrà fatto il tampone?».
È come se dal film della nostra esistenza fossero state tagliate di colpo oltre la metà delle scene. E infatti se una volta, sugli schermi e nei libri, ci nutrivamo di storie per sognare le vite che non avremmo mai potuto avere, adesso andiamo a cercarvi quella che avevamo prima che ci venisse tolta: gli abbracci, le facce scoperte, i bar affollati, persino gli ingorghi e gli stadi pieni di tifosi arrabbiati, perché anche il caos fa parte dell’esperienza umana ed espellerlo per decreto non può essere considerata una soluzione soddisfacente.
Siamo arrivati al punto che l’altra sera il primo ministro britannico Boris Johnson, riposti per sempre in un cassetto i proclami vitalisti del suo recente passato, è andato in tv a informare i suoi connazionali che d’ora in poi, e chissà fino a quando, si potrà uscire di casa solo per «fare la spesa essenziale, comprare le medicine e fuggire dagli abusi domestici». Avrebbe fatto prima a dire: «Solo per questione di vita o di morte».
Ci siamo persi l’Altro, ed è una mancanza che alla lunga comincia a dispiacere persino ai misantropi. Soprattutto ci siamo persi la possibilità di perderci: per strada, come dentro un contrattempo. Ho provato a fare una breve lista di tutti i piccoli eventi imprevedibili a cui abbiamo rinunciato da quando la nostra vita è diventata una ripetizione schedulata di gesti meccanici: lo sguardo di uno sconosciuto sulla metropolitana, un litigio tra automobilisti nevrotici, uno sfottò al bar. Casualità gradevoli o spiacevoli, ma comunque vive, perché quasi mai preventivabili. Ginnastica per la mente, costretta a misurarsi con stimoli inaspettati. Si può riprodurre tutto questo dentro lo schermo di un computer? Me lo chiedo ogni volta che penso agli adolescenti. Sono loro le prime vittime emotive di quanto ci sta succedendo. Da quasi un anno, non mettono più piede regolarmente dentro una scuola, un concerto o una festa. La giovinezza è uno stato d’animo che reclama la presenza, il contatto fisico. Vedersi «a distanza» è una condizione artefatta, un rito asettico che taglia fuori quasi tutti i sensi, a cominciare dall’olfatto: forse il più dirimente, almeno per gli innamorati.
Provate a calare nel lockdown i due adolescenti più famosi della letteratura, Romeo e Giulietta. Nella Verona di questi giorni non si conoscerebbero neanche: Romeo non riuscirebbe a imbucarsi in casa Capuleti, neppure se fosse munito di regolare autocertificazione. Così resterebbe congelato nelle sue passioni sbagliate ma conosciute, finendo per andare a prendere inutilmente freddo sotto il balcone della sdegnosa Rosalina, purché entro e non oltre le dieci di sera. Probabilmente lui e Mercuzio si ubriacherebbero di continuo e andrebbero a fare a botte con la banda rivale per dare un senso alla noia. Certo, i due amanti non morirebbero più per le conseguenze del loro amore. Però morirebbero dentro, per non averlo vissuto. Ed è proprio questa non-vita che oggi tormenta una intera generazione a cui sono stati tolti gli spazi dello studio e quelli della convivialità, oberandola di debiti che toccherà a lei pagare in cambio di servizi che neanche la riguardano, dal momento che il Recovery Fund ideato - si fa per dire – da un governo di dinosauri e camaleonti si occupa di tutto tranne che dei giovani.
Immagino stuoli di psicologi al lavoro per studiare le conseguenze di questa pena, che non dà certezze neanche sulla sua fine. Non sarà facile tornare alle vecchie abitudini, e neanche immediato. Quando tutto il mondo avrà fatto il vaccino (compresa l’Italia, sia pure qualche mese dopo) ci sentiremo come chi è reduce da un grave incidente. Da bambino mi ruppi malamente un braccio cadendo dalla bici e ricordo ancora benissimo la sensazione che provai appena mi tolsero il gesso. Il mio cervello si rifiutava di credere che certi gesti, un tempo normali, fossero tornati possibili, e continuava a rivolgersi all’altro braccio per ogni evenienza. A quello ingessato non bastò guarire. Dovette reimparare a esserlo. La lunga inattività aveva ristretto la sua zona di conforto: temeva qualsiasi contatto e qualsiasi imprevisto, scambiandolo per un’invasione di campo in grado di attentare alla sua integrità ritrovata. Anche a noi toccherà reimparare (o imparare tout court) ad avere fiducia negli altri, e prima ancora in noi stessi. Sarà durissima, non vedo l’ora.
Stronzata melense ma con un fondo di verità
Io ho trovato il modo di supplire