Occhio, io ho detto una cosa diversa.
Non ho detto che le forze dell'ordine non possano partecipare all'applicazione di un TSO, ho scritto:
Te hai esperienze del genere in Italia?Nella tua realtà i carabinieri fanno irruzione a casa di milioni di persone a somministrargli a forza un vaccino per cui sono contrari?
Mi permetti di dubitarne?
E grazie al ciufolo che può esserci un vaccino obbligatorio per svolgere uno specifico lavoro (ad esempio l'anticovid per il personale sanitario è sacrosanto), ma è molto diverso da avere un vaccino obbligatorio (e senza scappatoie tipo multe o tamponi ) per poter svolgere qualsiasi tipo di lavoro e senza al quale finisci sotto un ponte.
Poi se uno non coglie le differenze ok.
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Terza dose, Sileri: “Da gennaio per tutti, chi ha fatto J&J avrà priorità”. Vaccino monodose, Aifa valuta nuova inoculazione prima di 6 mesi
Il sottosegretario alla Salute su Radio Capital spiega che "verosimilmente la terza dose sarà necessaria per tutti" e si partirà dopo che sarà completato la somministrazione "per anziani e personale sanitario". Se l’ente regolatorio italiano darà il via libera, chi ha ricevuto il vaccino monodose non dovrà aspettare sei mesi. Abrignani (Cts): "In Gran Bretagna si sta già osservando un calo di efficacia, c'è probabilmente bisogno delle terze dosi e non c'è nulla di strano"
di F. Q. | 26 OTTOBRE 2021
“Verosimilmente la terza dose sarà necessaria per tutti”. L’efficacia dei vaccini contro il Covid resta alta nel tempo per proteggere da una malattia grave, ma la difesa dal contagio cala e con l’arrivo dell’inverno c’è il rischio di una nuova risalita dei casi: per questo motivo, spiega il sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri, “entro l’anno si procederà a somministrare la terza dose per anziani e personale sanitario. Poi da gennaio al resto della popolazione, scaglionato in base a quando è stata somministrata la prima e la seconda dose“. Intervistato da Radio Capital, Sileri precisa anche un altro aspetto: sarà data precedenza a chi ha fatto il vaccino Johnson&Johnson “che avrà bisogno di un richiamo in tempi brevi“.
Proprio la situazione di chi ha ricevuto il vaccino monodose a vettore virale è all’esame della Commissione tecnico consultiva dell’Aifa, che ne discuterà nella riunione del 28 ottobre. A chiedere un parere all’ente regolatorio italiano è stato proprio il ministero della Salute. Tra le ipotesi la possibilità che per la nuova inoculazione venga utilizzato un vaccino a mRna, Pfizer o Moderna. Non solo: secondo fonti qualificate, citate dall’Ansa, la somministrazione non deve essere considerata come un richiamo, poiché l’immunizzante J&J è monodose e per una nuova somministrazione non sarebbe necessario aspettare che sia trascorso il periodo di sei mesi.
La scelta della terza dose, sottolinea Sileri, “è auspicabile sia condivisa da tutta Europa, considerando il boom di contagi in alcuni paesi europei”, dove insieme ai casi “aumenta il rischio che si diffondano nuove varianti“. Anche per questo, conclude Sileri, “il green pass obbligatorio lo toglieremo, ma non ora. Bisogna procedere per gradi. Prima toglieremo l’obbligo del distanziamento, poi le mascherine e infine il green pass. Il vaccino obbligatorio non servirebbe, non convincerà i no vax a vaccinarsi”.
Attualmente l’Italia sta seguendo il calendario indicato dall’Ema per effettuare le terze dosi: prima gli immunocompromessi, poi over 80 e residenti nelle Rsa, a seguire personale sanitario e over 60 fragili. Tra la seconda dose e la nuova somministrazione devono passare 6 mesi. Si è partiti da queste categorie perché sono quelle più a rischio di contrarre una forma grave del Covid, perché hanno una risposta immunitaria più debole. Discorso diverso per chi ha ricevuto il monodose Johnson&Johnson, che se Aifa darà il via libera riceverà una dose aggiuntiva senza aspettare i sei mesi e indipendentemente dall’età.
L’agenzia europea Ema ha comunque approvato le terze dosi per tutti gli over 18 (sia con Pfizer che con Moderna). La nuova somministrazione è stata anticipata per via della variante Delta, molto più trasmissibile. Se stia arrivando una quarta ondata ancora non è chiaro ma “qualunque cosa accada quest’inverno, è più rassicurante affrontarla con l’85% di vaccinati”, motivo per cui, prendendo a esempio la Gran Bretagna dove si sta “già osservando un calo di efficacia dei vaccini”, “c’è probabilmente bisogno delle terze dosi, e non c’è nulla di strano”, ha spiegato Sergio Abrignani, immunologo dell’università di Milano e membro del Comitato tecnico scientifico, in un’intervista a Repubblica.
Vaccino anti-Covid, via libera dell’Ema anche alla terza dose di Moderna per gli over 18
“La maggior parte dei vaccini che conosciamo prevedono tre dosi. Adesso è giusto dare la precedenza a chi ha più bisogno, poi l’ulteriore richiamo potrà essere esteso a tutti“, ha aggiunto Abrignani. “L’85% di vaccinati senza obbligo sono un dato straordinario – ha sottolineato l’immunologo – Se, come spero, arriveremo al 90% entro l’anno, sarebbe un risultato stellare”. In merito ai “6-7 milioni di persone che mancano da noi, la maggior parte può essere convinta“, ha detto ancora Abrignani. “Gli irriducibili con certezze paranoidi sono attorno a un milione, e con chi si nutre di false certezze non si può discutere”.
anche su questa terza dose e su come è stata presentata alla popolazione, ce ne sarebbe da scrivere per giorni. Veniamo da una situazione di diffidenza dal vaccino che ci ha portato alla creazione di una forte sacca di resistenza con cui non sappiamo che fare. Siamo arrivati a questo punto anche a causa del modo di porsi dei vari esponenti politici/del governo/della gestione dell'emergenza, che non si sono mai dimostrati chiari e compatti sul fatto che il vaccino fosse l'unica e vera strada per uscire dalla pandemia
ora, su questa benedetta terza dose, qui dentro ne parlavamo già da questa estate che a veder i dati degli altri paesi, un terzo richiamo era inevitabile dopo 6 mesi. I nostri cari bei politici e responsabili dell'emergenza sono passati da dire "nono nessuna terza dose, non serve" a "stiamo guardando i dati, ma non si evince la necessità di una terza dose" a "forse per gli anziani potrebbe servire una terza dose, ma solo per loro nel caso" a "per gli anziani serve una terza dose, per tutti gli altri no" a "forse c'è il caso che una terza dose venga estesa a tutti" a infine "una terza dose è necessaria per tutta la popolazione"
cioè poi uno si lamenta che la gente è diffidente e non si vuole vaccinare l'idea che passa è che vivono alla giornata e prendono decisioni così a sentimento, senza averne coscienza, senza aver un quadro generale, senza sapere realmente quel che facciano o se il vaccino è acqua schietta o meno
gli ci voleva tanto cominciare a dire già da mesi fa che una terza dose ci sarebbe voluta, era solo da capire a che distanza di tempo dall'ultima? avrebbero mostrato sicurezza e intanto la gente se ne sarebbe fatta una ragione che da settembre non sarebbe stata la "fine dell'epidemia e si torna alla vita di anni fa senza più bisogno di misure di sicurezza o vaccini vari"
invece no, sempre questa gradualità che puzza d'insicurezza lontano un miglio, perchè hanno paura che la gente prenda paura, anche a fronte di un 70/80% di popolazione vaccinata, che ha dimostrato che in un modo o nell'altro, del vaccino si fida quindi non c'è bisogno di raccontargli cazzate e invece..
https://www.ilfattoquotidiano.it/202...atori/6369003/
surprised pikachu
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Mi pare ovvio che se il green pass scade ogni tot ogni tot vi dovrete bucare
ce ne faremo una ragione!
I sogni non svaniscono, finché le persone non li abbandonano. Capitan Harlock
Spiegatelo a Bicio però
#noncelodicono
#telodicono
Per la rubrica "la toppa è peggio del buco" presentiamo Franco Bechis
Avevo dimenticato che sua madre fosse morta in quel modo... lo aveva detto una sera dalla Gruber se non sbaglio.Bechis e il rapporto Iss sui morti Covid. Il direttore: «Titolo sbagliato, colpa nostra»
26 OTTOBRE 2021 - 22:56
di David Puente
Dopo la smentita dell’Iss, abbiamo discusso con il direttore de “Il Tempo” sul suo editoriale
L’editoriale di Franco Bechis, direttore de Il Tempo, è stato ampiamente sfruttato dai negazionisti della Covid, sui social e nelle manifestazioni di piazza contro il Green Pass, per sostenere che i reali decessi fossero 3.783 e non gli oltre 130 mila riportati nei bollettini. Bechis, contattato da Open, spiega le ragioni del suo intervento ammettendo un errore: «Colpa nostra sul titolo, era sbagliato. Avrei preferito un titolo più dubitativo». Ormai è tardi. Cosa ne pensa del fatto che il suo articolo è diventato un punto forte dei negazionisti e No vax? Titolo a parte, non si pente del suo operato, ricordando a questi individui di non essere affatto uno di loro: sua madre è morta di Covid a causa di un medico che l’aveva convinta a non vaccinarsi contro la malattia.
Tuttavia, quell’articolo combacia con la narrativa diffusa nel marzo 2020 dai negazionisti, i quali citavano il rapporto dell’Iss nascondendo proprio quell’informazione che smentiva le loro falsità: le complicanze della Covid. Queste infatti, citate in maniera chiara e inequivocabilmente nel documento, facevano comprendere come la malattia abbia colpito i pazienti malati portandoli al decesso. Al direttore de Il Tempo abbiamo fatto notare la stessa mancanza nel suo articolo, ma la sua risposta è stata estremamente chiara: «Non volevo fare un articolo di informazione, ma contestavo il rapporto».
Voleva contestare il rapporto, ma non soltanto quello. Bechis se la prende con l’intera gestione politica e comunicativa del governo da inizio pandemia, puntando il dito sull’Istituto Superiore di Sanità che, a suo dire, durante le conferenze stampa rilasciava dichiarazioni che puntavano a tranquillizzare i cittadini, un compito che però spettava ad altri: «Il politico doveva dare tranquillità, non l’Istituto Superiore di Sanità». In ogni caso, secondo il direttore de Il Tempo in quel periodo la situazione era talmente grave da ritenere che «c’erano i presupposti per dire che siamo in una situazione di guerra». Secondo Bechis, con una decisione del genere si sarebbero evitate molte discussioni che nel corso della pandemia hanno generato molti dubbi della gestione nei cittadini.
Dubbi che secondo Bechis sono stati generati anche nella gestione della campagna vaccinale, affermando che dietro alle politiche governative ci fossero più decisioni logistiche che scientifiche, come quelle del periodo d’attesa tra la prima e la seconda dose dei vaccini nonostante le indicazioni delle stesse case farmaceutiche. Come per lo stato di guerra, anche per la vaccinazione il direttore de Il Tempo sostiene una linea più dura: «Sarebbe stato più lineare il vaccino obbligatorio per una questione di sanità pubblica. Posso discutere sull’obbligo in sé, ma avremmo evitato le discussioni di uno o dell’altro». Nulla di nuovo, lo sosteneva in un suo editoriale del 27 luglio dal titolo «Meglio il vaccino obbligatorio che andare avanti con il caos Green pass e slogan».
Tornando al rapporto dell’Iss, che come contenuti sono gli stessi del marzo 2020, perché criticarlo solo ora? «Ho aspettato un po’ di tempo per lanciare questa polemica, aspettando un momento più tranquillo» ci confida Bechis al telefono. Certo, oggi grazie alle nostre conoscenze sulla malattia e ai vaccini, non ci troviamo nella stessa situazione vissuta durante il lockdown, ma se c’era la notizia di un problema forse era meglio darla immediatamente se fondata e non con un titolo sbagliato in un periodo di manifestazioni No Green Pass che si sono dimostrate anche violente.
Quindi teoricamente dovrebbe essere molto più sensibile di altri sui danni che può fare la disinformazione in questo periodo... ma a quanto pare non è stato sufficiente.
Bellissima la risposta: "non volevo fare informazione , volevo contestare il rapporto"
Che evidentemente non ha letto o capito. Perchè titolo a parte il discorso che "secondo ISS ci sono solo 3k morti di covid" è scritto nero su bianco nel corpo dell'articolo e rimane una puttanata atomica.
Ma davvero un giornalista esperto non prevedeva che quella troiata sarebbe diventato un cavallo di battaglia dei novax nostrani?
Davvero?
Abbiamo aperto ad un nuovo tipo di turismo?
saranno le badanti non vacunate
Mr Pink, Guerriero da tastiera !!! Profilo su steam.
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Problemi con l'inutile svapo o altri? La soluzione è qui.
Cmq al lavoro è un mezzo lazzaretto, tra gente che sta male, gente che tossisce o altro, gente cadaverica che viene al lavoro ci siamo completamente dimenticati dell'influenza e dei mali di stagione, cosa che stanno tornando in auge visto il periodo "ci siamo distanziati ieri per riabbracciarci oggi" a suo modo far ritornare tutti in presenza nei vari lavori ha questa particolare controindicazione, che i vari virus/ecc ce li si passa