Originariamente Scritto da
Bobo
Proprio ieri ho visto un video interessante con Monty e la Capua.
Nella parte finale, la Capua diceva una cosa molto interessante sulla differenza tra le epidemie del passato e quelle di oggi.
Il virus del morbillo ha fatto il salto alla specie umana nel 12esimo secolo, in europa... ed è arrivato nelle americhe centinaia di anni dopo dai conquistadores, facendo molti più morti delle armi.
La spagnola ha fatto il giro del mondo in 2 anni, un secolo fa.
Il corona ha fatto il giro del mondo in 8h.
Il tempo di un volo.
Che che porta a due considerazioni:
- La maggior parte dei cornavirus umani sono responsabili di malattie insignificanti.
Questo anche perchè probabilmente hanno avuto modo di "adattarsi" al nuovo ospite, in modo tale da massimizzare le proprie possibilità di sopravvivenza: dal punto di vista di un virus è meglio essere responsabile di un raffreddore (nessuno ti romperà le balle e potrai diffonderti senza problemi) che non far morire il suo ospite in 2 ore.
In altre epoche questo virus avrebbe fatto il salto in cina, sarebbe rimasto confinato in una manciata di villaggi per anni e poi magari avrebbe fatto il giro del mondo in 3 secoli... dopo essersi "adattato" al nuovo ospite e magari senza fare danni eccessivi.
Ora viceversa ci troviamo di fronte ad un virus giovane ed imprevedibile, che ha trovato una prateria di 6 miliardi di possibili ospiti da colpire in tempi brevissimi e che presenta una incognita enorme: potrebbe diventare più "buono" nel tempo, o potrebbe mutare in una versione più aggressiva con conseguenze ancora peggiori per tutti
Proprio perchè i tempi della biologia e dell'evoluzione sono diversi da quelli della nostra società.
- Partendo da questo presupposto, sarà sicuramente necessario creare piani pandemici globali condivisi, ristrutturare le gerarchie anche internazioni degli organi che si occupano di questo (visto che ora sostanzialmente ogni nazione fa quel cazzo che vuole coi tempi che vuole) e mettere in conto anche di fare un passo indietro su certe cose... magari accettando che da domani volino la metà degli aerei che ci sono oggi.
Ma è un discorso che vale per tutti: io lavoro con l'informatica e sono uno dei privilegiati che può lavorare da casa.
Nonostante questo, e nonostante dovremmo essere come azienda più al sicuro di altre (visto che i nostri clienti sono quasi tutte PA ed abbiamo contratti in essere), al secondo giorno di smart working (la mia azienda fa storicamente molto resistenza su questo modo di lavorare) è già partita una email minatoria del CEO, in cui sostanzialmente dice: non rompete i coglioni, perchè dopo lo smart working c'è la cassa integrazione.
Questo perchè qualche dipendente aveva chiesto spiegazioni quando si è visto comunicare all'ora di cena, dopo due giorni di smart working e col cliente che lo pagava, che la mattina successiva si sarebbe trovato in ferie obbligate.
Nel prossimo mese alterneremo lavoro da remoto a ferie bruciate.
Poi non si sa.
Ed anche nel nostro campo, che non è particolarmente essenziale in questo momento, se ti rifiuti di lavorare tanti saluti e via.
E' evidente dove vuoi arrivare e no, non è neanche lontanamente un discorso paragonabile con quello che vorresti fare te.
Se ci pensi un attimo, puoi capirlo da solo senza dover sprecare altre righe.
Ma tanto per darti una mano: blocchiamo TUTTO per un mese -> niente supermercati, niente cibo, niente materiali essenziali che vengono prodotti e portati dove servono, niente medicinali negli ospedali, niente ricambi per i macchinari, niente presidi di sicurezza per i medici, niente di tutto.
"Salviamo la vita" ai dipendenti di questi settori, che potranno stare al sicuro a casa.
Facciamo morire di fame, stenti, malattie e disordini milioni di persone.
Uguale uguale uguale a quello che hai in mente te, giusto?