Non è SARS, non è MERS, non è Influenza A - Coronavirus - Pagina 1325

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Discussione: Non è SARS, non è MERS, non è Influenza A - Coronavirus

  1. #26481
    Since 13-11-01 L'avatar di Bobo
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    Re: Non è SARS, non è MERS, non è Influenza A - Coronavirus

    Citazione Originariamente Scritto da Necronomicon Visualizza Messaggio
    La logica degli orari di lavoro. Cioè fai lavorare la gente di notte? Perché normalmente chi non lavora su turni esce alle 7 del mattino e torna alle 7 di sera, eh
    Quello che temo è il part time per molti.. giornata lavorativa 7-19, part time ed orari scaglionati.
    Anche perchè presumibilmente per molte attività il carico di lavoro diminuirà (metti tutti gli esercizi commerciali in cui si potrà entrare x per volta), quindi un part-time generale potrebbe magari salvare qualche posto di lavoro.

    Anche se non so quanto sia fattibile, e sicuro non si potrà fare per tutti i lavori

    Però mi pare di aver sentito che è una delle strade che stanno valutando... anche perchè con le normali ore di punta è impensabile il distanziamento sui mezzi
    Ultima modifica di Bobo; 20-04-20 alle 13:27

  2. #26482
    Il Drago Dormiente L'avatar di Zhuge
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    Re: Non è SARS, non è MERS, non è Influenza A - Coronavirus

    Io voglio proprio vedere i giudici fare udienza la domenica alle 17.00 o il sabato alle 21.00.

    https://www.worldoftrucks.com/en/onl...e.php?id=92274
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  3. #26483
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    Re: Non è SARS, non è MERS, non è Influenza A - Coronavirus

    Citazione Originariamente Scritto da Major Sludgebucket (ABS) Visualizza Messaggio
    Inoltre la crisi ha pompato lo smart working, prima strasottovalutato:
    E a ragione. Quello che citi te non è smart working, è home working.
    Sembra uguale, ma non lo è nemmeno un po'.

    https://www.open.online/2020/04/07/n...oro-casalingo/

    Chiunque sta sperimentando questa forma di lavoro sa di cosa parliamo: un computer messo in un angolo stretto della casa, bambini, parenti, animali e congiunti che si aggirano per l’abitazione facendo rumore e cercando attenzioni, video riunioni improvvisate che spesso faticano a decollare per l’incapacità dei partecipanti di gestire un sistema di videoconferenza, e soprattutto, un sequenza inarrestabile di connessioni digitali, che inizia alle 9 del mattino e finisce, per i più fortunati, prima di cena. Con una coda serale e notturna fatta di messaggi WhatsApp provenienti dalle chat più disparate.
    Questo NON è il futuro produttivo di nessuna azienda. Giusto la mia, ma perché lavoro da solo e in uno spazio deserto di coworking, sennò anche io non avrei prodotto un cazzo di nulla negli ultimi due mesi.

  4. #26484
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    Re: Non è SARS, non è MERS, non è Influenza A - Coronavirus

    Citazione Originariamente Scritto da Zhuge Visualizza Messaggio
    Io voglio proprio vedere i giudici fare udienza la domenica alle 17.00 o il sabato alle 21.00.
    perchè il dipendente comunale?

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  5. #26485
    Senior Member L'avatar di Mammaoca
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    Re: Non è SARS, non è MERS, non è Influenza A - Coronavirus

    Citazione Originariamente Scritto da Picard Visualizza Messaggio
    E a ragione. Quello che citi te non è smart working, è home working.
    Sembra uguale, ma non lo è nemmeno un po'.

    https://www.open.online/2020/04/07/n...oro-casalingo/



    Questo NON è il futuro produttivo di nessuna azienda. Giusto la mia, ma perché lavoro da solo e in uno spazio deserto di coworking, sennò anche io non avrei prodotto un cazzo di nulla negli ultimi due mesi.
    Onestamente se dopo 3 volte tizio x non riesce ad usare Zoom dubito seriamente delle sua capacità lavorative in ogni ambito eh

  6. #26486
    Moderatore Sceriffo L'avatar di Picard
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    Re: Non è SARS, non è MERS, non è Influenza A - Coronavirus

    Citazione Originariamente Scritto da Mammaoca Visualizza Messaggio
    Onestamente se dopo 3 volte tizio x non riesce ad usare Zoom dubito seriamente delle sua capacità lavorative in ogni ambito eh
    Welcome to my hell.

  7. #26487
    ghost_master L'avatar di Drake Ramoray
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    Re: Non è SARS, non è MERS, non è Influenza A - Coronavirus

    immagino ci siano treni autobus pieni di lavoratori anche senza studenti normalmente
    sulla mobilità e i mezzi pubblici già tenere le scuole chiuse ha un impatto significativo

    non riesco a prendere sul serio i discorsi ad esempio dei ristoranti che dovranno far entrar meno gente, mascherini tavoli da n ecc ecc
    è giusto che pensino a come cosa fare, politica ed esercenti che ci vivono
    ma da osservatore esterno anche sticazzi, sì basta non leggere/cambiare canale lo so

  8. #26488
    Senior Member L'avatar di Damon
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    Re: Non è SARS, non è MERS, non è Influenza A - Coronavirus

    20 apr
    13:13
    Il virus può resistere nell'aria fino a 16 ore
    Le particelle del nuovo coronavirus restano in sospensione nell'aria fino a 16 ore: un periodo molto più lungo rispetto a quello osservato nelle particelle dei coronavirus responsabili della Sars e della Mers. Lo indica la ricerca pubblicata sul sito MedRxiv e condotta negli Stati Uniti dalla Tulane University in collaborazione con l'Università di
    Pittsburgh e con l'istituto per lo studio delle malattie infettive Niaid.

    Per essere sicuri di non ammalarsi dobbiamo semplicemente smettere di respirare
    Chi conosce tutte le risposte non si è posto tutte le domande. (Confucio)

  9. #26489
    Major Sludgebucket (ABS)
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    Re: Non è SARS, non è MERS, non è Influenza A - Coronavirus

    La Raggi cerca di comprarsi le simpatie di Moloch?


  10. #26490
    Il Drago Dormiente L'avatar di Zhuge
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    Re: Non è SARS, non è MERS, non è Influenza A - Coronavirus

    Citazione Originariamente Scritto da Major Sludgebucket (ABS) Visualizza Messaggio
    La Raggi cerca di comprarsi le simpatie di Moloch?


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  11. #26491
    ¯\_(ツ)_/¯ L'avatar di ZTL
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    Re: Non è SARS, non è MERS, non è Influenza A - Coronavirus

    asd, letto

  12. #26492
    Il Drago Dormiente L'avatar di Zhuge
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    Re: Non è SARS, non è MERS, non è Influenza A - Coronavirus

    Citazione Originariamente Scritto da Damon Visualizza Messaggio
    Per essere sicuri di non ammalarsi dobbiamo semplicemente smettere di respirare
    se fosse davvero così allora lo abbiamo preso tutti, quindi tempo qualche mese eavremmo risolto il problema

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  13. #26493
    Senior Member L'avatar di Bicio
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    Re: Non è SARS, non è MERS, non è Influenza A - Coronavirus

    Covid-19, presidente Bonaccini: 'Pronti a riaprire il 27 aprile, massima sicurezza e responsabilità'

    In Emilia-Romagna "siamo pronti a partire il 27 aprile". Accelera il governatore Stefano Bonaccini, che questa mattina a Rainews24 conferma l'intenzione della Regione di anticipare la fine del lockdown fissata dal Governo per il 4 maggio. "Abbiamo detto al Governo che in Emilia-Romagna siamo pronti a partire anche il 27 di aprile", afferma Bonaccini, che cita in particolare le imprese del manifatturiero legate all'export, come l'automotive, e i cantieri per le opere pubbliche. Ma come garantire la sicurezza sui luoghi di lavoro? "Io penso- suggerisce il presidente- che in ogni fabbrica, per legge, ci dovra' essere qualcuno che avra' la responsabilita' di rispondere sul tema del distanziamento sociale".

    AL LAVORO SU APP E CONTROLLI
    Insieme ai sindaci "dovremo rivedere gli orari delle citta'" e decidere "lo scaglionamento" delle attivita' e della mobilita' dei lavoratori, in vista della ripartenza. Per poter uscire dal lockdown, sottolinea il presidente, occorre affrontare da un lato "il tema del distanziamento sociale all'interno delle imprese e dei luoghi di lavoro" e dall'altro "il tema della mobilita'". Per questo, afferma Bonaccini, "dovremo rivedere insieme ai sindaci gli orari delle citta' e lo scaglionamento" delle attivita'. Oggi intanto "avremo un incontro col Governo per discutere di 'Application'- spiega il presidente- una app per capire quali effetti puo' produrre nel controllo dei cittadini, seppur immagino su base volontaria".

    LA SPIAGGIA
    Niente gabbie plexiglass in spiaggia. Ma ombrelloni distanziati e steward negli stabilimenti per mantenere le condizioni di sicurezza. Piu' servizio in camera per mangiare in albergo. "Noi pensiamo a spiagge che non vedano i plexiglass- afferma Bonaccini- perche' quella non puo' essere la risposta". Al contrario servono "ombrelloni distanziati, molto piu' di oggi", e "uno steward in ogni stabilimento per dare una mano a contenere le distanze e aiutare coi dispositivi di protezione". Quanto al mangiare, aggiunge Bonaccini, "il servizio puo' essere fatto direttamente in ogni ombrellone e, negli alberghi, in ogni camera o terrazza dove si puo' mangiare, senza mettere le persone tutte insieme".
    Stanno tutti facendo a gara a chi ha il cazzo più grosso
    Siamo passati davvero da chiudere tutto, a voglio essere il primo a riaprire

    Poi bellissimo "siamo pronti a riprire" e poi sono tutti un "penso" "si dovrebbe" "ci vorrebbe" "stiamo valutando" blablabla, cioè vogliono riaprire sui condizionali di quello che si dovrebbe fare per come dire, intanto riapriamo, poi vediamo

    Bellissime poi le idee di far mangiare gli ospiti degli alberghi in camera. La quasi totalità dei nostri alberghi sono dei buchi che ci vieni solo per il fatto che ci dormi solo, passando il resto del tempo fuori da quelle gabbie microscopiche e spesso vetuste. Questi davvero pensando di far venire i turisti e di trattarli da carcerati, col cibo in camera, scaglionati e sorvegliati in spiaggia alla fine non è una vacanza, è una sorta di condanna

    A quanto pare poi ogni regione ha la sua APP

    Cioè, io non capisco, ma non dovrebbe essere lo stato a decidere per tutti? Cioè lo stato che dice "ok qui riapriamo, qui no" e le linee guida per legge da rispettare. Qui ognuno sta facendo il cazzo che gli pare.

  14. #26494
    Senior Member L'avatar di Dehor
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    Re: Non è SARS, non è MERS, non è Influenza A - Coronavirus

    Citazione Originariamente Scritto da Bicio Visualizza Messaggio
    Cioè, io non capisco, ma non dovrebbe essere lo stato a decidere per tutti?
    Questo se c'è uno Stato.

  15. #26495
    Senior Member L'avatar di Stefansen
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    Re: Non è SARS, non è MERS, non è Influenza A - Coronavirus

    Citazione Originariamente Scritto da Major Sludgebucket (ABS) Visualizza Messaggio
    La Raggi cerca di comprarsi le simpatie di Moloch?

    Effettivamente era da giorni che non conquistava il podio delle dichiarazioni più stupide e sentendosi scavalcata ha deciso giustamente di riprendersi il suo posto

  16. #26496
    Since 13-11-01 L'avatar di Bobo
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    Re: Non è SARS, non è MERS, non è Influenza A - Coronavirus

    Citazione Originariamente Scritto da Major Sludgebucket (ABS) Visualizza Messaggio
    La Raggi cerca di comprarsi le simpatie di Moloch?

    Sarebbe anche figo, se non fosse che Roma ha salite ovunque e praticamente non ha di fatto piste ciclabili
    Non tali da poter pensare che una buona percentuale della gente vada a lavoro così

    Potrebbe in generale essere un'idea dare incentivi seri per l'acquisto di bici/monopattini/overboard elettrici, ma poi la presenza o meno di infrastrutture e di un territorio che si presta è abbastanza necessaria secondo me

    Per dire, anche ci fossero le ciclabili un po ovunque, e non ci sono, non stiamo parlando del nordest dove è tutta pianura e puoi davvero fare 10km senza neanche accorgertene (ed infatti c'è un sacco di bici in giro).

    Il mio paese sorge su una serie di colline, con la bici classica devi farti il culo quadro anche solo per 2km... qui o hai la bici elettrica oppure devi essere pantani.


    Citazione Originariamente Scritto da Bicio Visualizza Messaggio
    Stanno tutti facendo a gara a chi ha il cazzo più grosso
    Siamo passati davvero da chiudere tutto, a voglio essere il primo a riaprire

    Poi bellissimo "siamo pronti a riprire" e poi sono tutti un "penso" "si dovrebbe" "ci vorrebbe" "stiamo valutando" blablabla, cioè vogliono riaprire sui condizionali di quello che si dovrebbe fare per come dire, intanto riapriamo, poi vediamo

    Bellissime poi le idee di far mangiare gli ospiti degli alberghi in camera. La quasi totalità dei nostri alberghi sono dei buchi che ci vieni solo per il fatto che ci dormi solo, passando il resto del tempo fuori da quelle gabbie microscopiche e spesso vetuste. Questi davvero pensando di far venire i turisti e di trattarli da carcerati, col cibo in camera, scaglionati e sorvegliati in spiaggia alla fine non è una vacanza, è una sorta di condanna

    A quanto pare poi ogni regione ha la sua APP

    Cioè, io non capisco, ma non dovrebbe essere lo stato a decidere per tutti? Cioè lo stato che dice "ok qui riapriamo, qui no" e le linee guida per legge da rispettare. Qui ognuno sta facendo il cazzo che gli pare.
    Ma poi "application"?
    Ma come si fa a dare un nome del genere?

    Io cmq credo che alla fine sulle riaperture deciderà lo stato e stop.

    Se la lombardia dicesse: dal 27 riapriamo (presentando - spero sia obbligatorio - un piano dettagliato su come pensano di affrontare le varie problematiche che ci sono e sulla sequenza temporale con cui vogliono procedere) dallo stato centrale risponderebbero -> col cazzo e la lombardia rimane chiusa.
    Ultima modifica di Bobo; 20-04-20 alle 14:59

  17. #26497
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    Re: Non è SARS, non è MERS, non è Influenza A - Coronavirus

    BHE dai bici e monopattini sono l'ideale sui sanpietrini

    CASE: Cooler Master 690 II Advanced version USB 3.0 CPU: Intel i5 4670K + Arctic Freezer i30 RAM: Corsair 16GB /1600Mhz Vengeance LP Blue VGA: nVidia Gigabyte GTX 770 2GB MOBO: Gigabyte GA-Z87X-UD3H HDD: Samsung 840PRO 256GB ALI: Antec HCG-M620W HC-GAMER MONITOR: Eizo FS2333-BK

  18. #26498
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    Re: Non è SARS, non è MERS, non è Influenza A - Coronavirus

    e al "responsabile del distanziamento sociale" in fabbriche, ristoranti e luoghi di villeggiatura che dotazione standard di armi da fuoco gli diamo, per non essere un semplice capro espiatorio?

  19. #26499
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    Re: Non è SARS, non è MERS, non è Influenza A - Coronavirus

    Citazione Originariamente Scritto da Bobo Visualizza Messaggio
    Sarebbe anche figo, se non fosse che Roma ha salite ovunque e praticamente non ha di fatto piste ciclabili
    Non tali da poter pensare che una buona percentuale della gente vada a lavoro così

    Potrebbe in generale essere un'idea dare incentivi seri per l'acquisto di bici/monopattini/overboard elettrici

    .
    Non è per gli spostamenti sistematici infatti.
    In realtà non è l unico comune che ci sta pensando e non è proprio sbagliato quello che dice nell'articolo, dove parla appunto di privilegiare, nel senso che è probabile che saranno incentivati più possibile quel tipo di spostamenti.
    Uno traslazione totale della domanda da collettivo a privato non è fisicamente possibile. Non esiste complesso urbano che non andrebbe in crisi. E molti utenti, data la paura, è la prima cosa che stanno pensando di fare. Il topic di Orologio più su dove sta infatti valutando l acquisto di una moto ne è un esempio pratico .
    Quindi, concentrazione di domanda su sistemi collettivi come siamo abituati non è più possibile al momento e di conseguenza l unica strada percorribile dalle aziende di Tpl è quella di spalmare la domanda nell arco della giornata (da qui la proposta di turni di lavoro più soft 7 su 7) ,almeno per gli spostamenti sistematici, mentre i comuni, d altra parte, dovranno per forza di cose iniziare a facilitare l uso di bici e di sistemi di micromobilitá per la maggior parte possibile di spostamenti non urgenti e occasionali proprio per non vedere le proprie reti viarie esplodere. Tanto se non saranno i comuni lo inizieremo a fare noi utenti per primi nel momento in cui sarà preferibile l uso di una ciclabile a mezz'ora di coda.
    Guardate che la fase 2 cambierà molto l uso quotidiano che eravamo abituati a fare delle città. Non torneremo presto a fare il cazzo che ci pare dovunque purtroppo.
    Poi come dici te giustamente Roma è un colabrodo e non sarà possibile mettere in atto quasi niente di tutte queste proposte. È impossibile pensare di rivoluzionare in così poco tempo la mobilità di una città dove non si riesce a fare neanche manutenzione ordinaria. È un discorso che vale più per le regioni del nord che per le altre secondo me. Ne vedremo delle belle

  20. #26500
    Il contegno L'avatar di Biocane
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    Re: Non è SARS, non è MERS, non è Influenza A - Coronavirus

    Per comprendere l’organizzazione dei servizi sanitari nel nostro Paese bisogna distinguere il piano normativo da quello gestionale. Sul piano normativo spetta allo Stato definire con legge i principi fondamentali del sistema sanitario e alle Regioni darne attuazione. Scelta già presente nella Costituzione del 1948 e rafforzata con la riforma del titolo V del 2001.
    Aspetto diverso è l’erogazione dei servizi sanitari in caso di emergenza. Il carattere straordinario dell’epidemia giustifica l’intervento statale ed in particolare l’attivazione del sistema nazionale della Protezione civile, chiamata quest’ultima non a sostituirsi alle strutture sanitarie regionali, ma ad assicurare loro un supporto, un “aiuto”, facendosi carico di tutti quei problemi che non possono essere affrontati adeguatamente dalle singole regioni, come ad esempio gli approvvigionamenti di medicinali e dispositivi medici, l’allestimento di nuove strutture ospedaliere, l’apporto di personale sanitario.
    In materia di igiene e sanità pubblica la legge 833 del 1978 istitutiva del Servizio sanitario regionale ha affidato un potere di ordinanza, per regolare i comportamenti delle persone, a Sindaci, presidenti di Regione e ministro della Salute a seconda dell’ampiezza del territorio interessato dall’emergenza sanitaria. Potere di ordinanza che si aggiunge a quello riconosciuto ai prefetti e al ministro dell’Interno in materia di ordine pubblico e sicurezza pubblica, a quello attribuito al capo della Protezione civile, a quello assegnato ai sindaci in materia di emergenze sanitarie e di igiene pubblica, nonché di incolumità dei cittadini e di Protezione civile.

    In linea di principio le decisioni assunte a livello statale non possono essere derogate dagli enti regionali e locali, soprattutto se si tratta di decisioni assunte con decreti leggi e non con atti amministrativi dall’incerta portata cogente come i decreti del presidente del consiglio. Pertanto dichiarato il carattere nazionale dell’emergenza sanitaria le istituzioni operanti ai diversi livelli di governo non potrebbero disattendere o discostarsi dalle decisioni statali.
    Tuttavia motivate, rilevanti e circoscritte problematicità che si manifestano nei territori potrebbero giustificare deroghe a livello regionale e locale. Ovviamente deve trattarsi di una deroga più stringente rispetto alle prescrizioni statali. Non dimentichiamo che questi atti sono comunque soggetti al controllo da parte dei giudici, che possono sempre sanzionare eventuali eccessi, abusi ed arbitri. Se il riconoscimento agli enti territoriali del potere di ordinanza comporta necessariamente una regolazione differente sul piano territoriale, tuttavia il nostro ordinamento prevede strumenti di “riequilibrio” e di “armonizzazione”, quali ad esempio il potere di annullamento da parte dei prefetti delle ordinanze dei sindaci in materia di incolumità dei cittadini e di protezione civile, o il ricorso alle intese con le regioni interessate nel caso delle ordinanze del capo della Protezione civile. Ma è soprattutto il principio di leale collaborazione che deve ispirare ed animare i rapporti tra i diversi livelli di governo soprattutto in caso di emergenze. Ben vengano consultazioni preliminari e reciproci flussi informativi o forme di confronto tra Stato e Regioni che hanno portato, nel caso dell’emergenza sanitaria in corso, all’adozione da parte del ministro della Salute di ordinanze condivise con i singoli presidenti delle regioni e alla introduzione, con l’ultimo decreto legge del 26 Marzo 2020, della necessaria concertazione con i presidenti delle regioni dei decreti del presidente del Consiglio dei ministri.Rientra invece nelle prerogative regionali la possibilità di assumere autonome decisioni relative all’organizzazione ed erogazione delle prestazioni sanitarie. È il caso ad esempio della scelta se effettuare o meno tamponi a tutta la popolazione regionale, che non solo deve essere adeguatamente motivata sul piano dell’efficacia clinica, ma che è soprattutto condizionata alle risorse economiche regionali disponibili.
    In via generale se l’emergenza riguarda l’intero territorio nazionale è giustificata una gestione centralizzata della stessa. Una gestione che come dimostra il sistema nazionale della Protezione civile deve essere condivisa con le realtà territoriali. Pertanto non appare percorribile la strada della totale autonomia regionale per fronteggiare la crisi dovuta al Covid-19. Tuttavia, gli interventi sul territorio devono certamente tener conto delle peculiarità di ogni contesto regionale e locale. Come già evidenziato l’intervento statale deve essere di supporto e sostegno alle amministrazioni territoriali.

    Un intervento governativo molto più penetrante, a carattere sostitutivo e temporaneo nella gestione dei servizi sanitari regionali è ipotizzabile, in virtù dell’art. 120 della nostra Costituzione, solo a fronte di un’ingiustificata inerzia, di una manifesta incapacità ed inadeguatezza delle strutture sanitarie regionali nel garantire le necessarie cure alla popolazione anche in caso di epidemia.

    Due cose ci dice l’emergenza che stiamo vivendo. Da una parte, la nomina di un Commissario straordinario ci fa capire come sia strategico ed irrinunciabile un intervento unitario per assicurare la capacità di produrre, fornire o acquistare rapidamente medicinali, dispositivi medici e di protezione individuale, presidi sanitari e medico-chirurgici, equipaggiamenti per il personale, apparecchiature sanitarie adeguate, così come per acquisire, e se del caso di costruire, in tempi ridotti strutture sanitarie ed ospedaliere o per attivare nuovi posti letto. Dall’altra, cogliamo l’importanza di potenziare la capacità di previsione, avvalendosi soprattutto delle migliori realtà scientifiche del Paese a partire dall’Istituto Superiore di Sanità e in collaborazione costante con le organizzazioni internazionali ed europee, la centralità degli interventi in materia di prevenzione e sanità pubblica, l’esigenza di un rafforzamento non solo delle amministrazioni statali a ciò deputate, ma soprattutto delle strutture territoriali, quali le agenzie regionali e i dipartimenti di prevenzione delle aziende sanitarie, la necessità di puntare sulla sanità di prossimità, sulle reti territoriali che passano in primo luogo dai medici di medicina generale. Priorità che dovrebbero già caratterizzare in via “ordinaria” il nostro sistema sanitario nazionale e i servizi sanitari regionali e che costituiscono interventi efficaci e necessari per affrontare le emergenze sanitarie come la realtà sta dimostrando.
    Prof. di diritto sanitario Vincenzo Antonelli

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