Possiamo girarci intorno quanto ci pare e piace, ma io ho dato dei cretini a questi dal primo giorno.
Ok chiudere tutto e subito, ma dal giorno dopo si doveva cominciare a ragionare, caso per caso, su cosa potesse riaprire, visto che alcuni settori sono irrinunciabili e facevano da giurisprudenza.
Io continuo ad essere critico anche con la nostra famigerata comunità medica, il nostro manipolo di eroi.
Aivoglia a dire che gli altri taroccano i numeri, ma noi abbiamo gestito male la cosa, troppo clamore e poca professionalità.
Ancora oggi i medici dicono che dovrebbe restare chiuso tutto, medici per la quale io sarei dovuto restare a casa infinito tempo dopo un intervento di ernia inguinale.
La salute deve per forza confrontarsi con la realtà economica, realtà che non regala niente a nessuno, tranne agli statali.
Le regole vanno bene fino a quando non mi sono personalmente inconvenienti.
Ah, non mi pareva proprio:
Voglio dire, non mi pareva nè demente, nè senza figli.
Stay vigilant.
The Emperor protects.
Cadia stands.
Il problema è che il rebus della scuola è sostanzialmente insolubile. In ogni caso non è possibile far svolgere le lezioni in sicurezza per gli studenti (le loro famiglie, più che altro, perché i ragazzi per fortuna hanno conseguenze meno gravi dal virus) e i docenti (ce ne sono 300.000 che hanno più di 55 anni.
- il primo problema sono i trasporti. Gli ingressi si possono scaglionare ma rimane il problema di 10 milioni di persone in movimento. Questo senza contare che se mio figlio va nel turno pomeridiano, a me genitore che lavoro al mattino il problema resta
- il secondo problema sono le classi: troppo numerose. I docenti per sdoppiarle non ci sono e, ammesso che si voglia assumerli, per gran parte delle materie neppure esistono supplenti a sufficienza. Senza contare che con classi sdoppiate e in parte al pomeriggio il problema dei genitori lavoratori resta.
- aumentare l’orario di lavoro dei docenti in servizio non è una strada praticabile, anche se per molti è un pensiero stupendo che nasce strisciando dai tempi di Monti. Facendo una media, parlo per me: 18 ore di lezione a settimana, 9 di preparazione, 15 di correzione, 2 di scartoffie/registro, 1 di contatto con le famiglie, due di impegni collegiali/aggiornamenti, varie ed eventuali da definire.
A bocce ferme sono sulle 45/50 ore a settimana: ore “vere” in cui ogni secondo è “lavorato”, in cui non ci sono pause neppure di 30 secondi. Per un normale lavoro d’ufficio probabilmente equivarrebbero a 60 ore, tra tempi morti e qualche pausa caffè. In classe non ci sono tempi morti, le verifiche o le correggi o non le correggi: se fai 5 minuti di pausa sei esattamente 5 minuti indietro.
Nel mio caso, aumentare l’orario di lezione al massimo legale di 24 ore, vorrebbe dire portate le ore di lavoro effettivo a 60/65 ore piene.
Semplicemente non ci sto dietro e dovrò limitarmi ad un babysitting. Per esempio, niente prove scritte ma solo orali (per storia, interrogando 3 persone l’ora, riuscirei a sentire 6 ragazzi a settimana. Per una classe di 30 studenti sono 5 settimane di lezione occupate da un unico giro di voti. Dieci settimane per avere un minimo di 2 voti, 20 per i due quadrimestri. Quindi in storia interrogherei e basta per 20 settimane su un totale di 33). La
didattica finirebbe completamente nella spazzatura.
Ultima modifica di hoffmann; 26-04-20 alle 10:07
Non parlavo di hoffman, il suo intervento era pure comprensibile in realtà, avrei dovuto specificarlo in effetti. Scusa hoffman, non intendevo parlare di te.
Anche perché mi pare che il problema che sottolineava fosse molto concreto: "L’istruzione è altra cosa e lo Stato decide di rimanerne fuori." e "Di certo non mi metto a giocare a dadi con la vita di mia figlia che già di suo ha i suoi problemi respiratori.
La cosa non è neppure all’ordine del giorno."
Il punto è che non puoi fregartene le palle del sistema scuola, ribadito dalla frase "A questo punto possono pure risparmiarsi lo stipendio di centinaia di migliaia di docenti; che assumano quattro stronzi analfabeti a far da animatori."
E ha ragione.
- - - Aggiornato - - -
Quale? Quello che non mi è arrivato da 25 giorni?
O quello da 800 già annunciato in pompa magna a gente al quale ancora deve arrivare quello da 600?![]()
Ma vedi, tu almeno ne parli, ti poni problemi, possibili soluzioni, questi non ne hanno mai parlato finora in due mesi!
E non venitemi a dire: "Ne parlano ma non stanno semplicemente annunciando niente" perché han fatto decine di proclami su ogni cagata, compreso la distanza da tenere tra carta igenica e culo per minimizzare i contagi e su questo argomento sono arrivati solo imbarazzanti silenzi.
E intanto si torna a lavorare, senza alcuna idea di come sarà il futuro. Altri stati europei riaprono anche le scuole, non credo abbiano un rapporto docenti/discenti 1:1 o scuole di chissà quale livello fantascientifico.
Bisogna dedicere di che morte morire, mettiamocelo in testa, e la scelta che facciamo noi è un po' tafazziana, su un po' tutti i contesti.
Da oggi chi abita al mare può fare il bagno come da direttiva del governo.
Però al mare non bisogna arrivarci con mezzi di locomozione![]()
Ultima modifica di Damon; 26-04-20 alle 10:07
Chi conosce tutte le risposte non si è posto tutte le domande. (Confucio)
Mi immagino la scuola che riapre il 15 maggio e gli insegnanti che cominciano a fare interrogazioni a manetta per avere i voti
"Ma come, c'è stata la fine del mondo e voi pensate a interrogare? Ma date un po' di respiro a questi ragazzi! La scuola è soprattutto l'aspetto sociale ecc. ecc."
Maryland emergency hotline gets 100 calls and New York poison control center records soaring numbers of people calling about ingesting bleach after President Trump touted it as a potential 'cure'
https://www.dailymail.co.uk/news/art...infectant.html
a quanto pare bere candeggina non fa bene molto bene alla salute!
I sogni non svaniscono, finché le persone non li abbandonano. Capitan Harlock
Un altro esperto un altro parere
Insomma questo virus è una versione migliorata e più efficiente e della vecchia Sars.Coronavirus, Mantovani: «I test sono un rischio, sull’immunità non abbiamo certezze»
di Margherita De Bac25 apr 2020
L’immunologo: «Il virus si comporta in modo diverso da quelli della stessa famiglia. Non è vero che si è attenuato, i pazienti arrivano in ospedale prima e sappiamo curarli meglio». Ottimista sul vaccino: «E’ bene che tanti ricercatori ci stiano provando»
Perché l’Oms afferma che non ci sono abbastanza evidenze sull’efficacia dell’immunità data dagli anticorpi?
«Siamo di fronte a un virus che scombussola tutte le acquisizioni fin qui accumulate. Il Sars-CoV-2 dovrebbe rendere consapevoli i ricercatori dei propri limiti di conoscenza. Sapevamo che nella risposta immunitaria prima arrivano gli anticorpi, cioè la traccia del passaggio del virus, di classe IgM e poi, a poca distanza, quelli di classe IgG, in genere neutralizzanti. Questo virus ha sovvertito le regole, segue strade diverse, ha un comportamento originale. Le due classi di anticorpi compaiono con uno scarto di giorni gli uni dagli altri e non siamo certi che assicurino protezione agli individui».
Risponde alle domande del Corriere
Alberto Mantovani, l’immunologo più citato al mondo, direttore scientifico dell’Humanitas
Che valore attribuire alle patenti di immunità basate sui test rapidi sierologici che rilevano la presenza di anticorpi, bocciate dall’OMS?
«Questi saggi sierologici sono problematici dal punto di vista dell’interpretazione proprio perché non hanno presupposti. Molti interrogativi permangono sul comportamento del virus. La rivista Nature tre giorni fa riportava la notizia secondo cui il Regno Unito ha buttato via dopo averli acquistati 35 milioni di test. La Cina, secondo indiscrezioni, avrebbe bloccato l’esportazione dell’80% dei kit che si apprestava a commercializzare proprio perché le industrie avrebbero corso il rischio di fare una pessima figura, considerata l’inattendibilità dei test. Il pericolo è che un uso inappropriato dei saggi possa dare alle persone la presunzione di essere immuni e quindi generare comportamenti irresponsabili: non usare mascherine, non rispettare le distanze. Altra questione è avviare studi epidemiologici sulla popolazione».
Questo virus ha un comportamento insolito, che spiazza gli scienziati?
«Sì, gli anticorpi anziché intervenire subito per difendere l’organismo dagli attacchi di un agente estraneo, arrivano tardi, anche a 15-16 giorni dalla comparsa dei sintomi. Questo virus è un professionista nel sopprimere e deviare la risposta immunitaria, come mostrano studi svolti in Cina. Altra stranezza. C’è una fase della malattia da Covid 19 in cui un individuo può mostrare contemporaneamente la presenza di virus e anticorpi. Significa che la partita tra i due è ancora in corso, non è finita e si deve andare ai tempi supplementari. Di regola se l’infezione è in atto, gli anticorpi non sono presenti in quanto sono stati sconfitti. In questo caso si ha dunque una fase di perfetto equilibrio tra immunità e agente patogeno».
Con tali dubbi sull’immunità ha senso percorrere la strada del vaccino?
«Sì, la ricerca del vaccino resta fondamentale e credo ci si arriverà. La risposta immunitaria non è solo basata sulla risposta di quegli anticorpi. Nella guarigione da un’infezione virale, determinanti per la vittoria della partita sono i linfociti T, cellule che circolano nel nostro sistema e fanno da direttori d’orchestra delle difese. Sono poliziotti buoni alcuni dei quali uccidono le cellule infettate dal virus. Gli anticorpi se neutralizzanti e indotti dal vaccino intervengono nella fase iniziale dell’infezione e la bloccano. Per questo è importante che tanti vaccini siano attualmente in fase di sviluppo utilizzando strategie diverse. Un vaccino per il coronavirus non è mai stato provato sul campo. Quello in studio per la Sars si è fermato alle fasi preliminari. Sarebbe il primo contro un coronavirus»
Una persona guarita da Covid-19 lo è per sempre?
«Potremmo essere ragionevolmente sicuri che per un certo periodo di tempo resterà protetta dal Sars-CoV-2 a condizione che non abbia più il virus e abbia un alto livello di anticorpi di tipo IgG, quelli neutralizzanti. Potremmo dargli una sorta di patentino rosa di immunità con una scadenza di qualche mese sulla base di quello che sappiamo per ora. La Sars dava ai guariti un’immunità di 2-3 anni e questo virus gli è parente quindi si potrebbe sperare in una protezione di questa durata».
Chi ha già preso la malattia può reinfettarsi?
«Tutti i dati suggeriscono che il rischio di una seconda infezione è basso se la malattia si è realmente esaurita. I rari casi di reinfezione sono forse legati al fatto che il virus non era davvero scomparso. I tamponi hanno un alto tasso di falsi negativi. Per questo anche da guariti è bene continuare a osservare le regole del distanziamento sociale».
I pazienti ricoverati ad aprile sono meno gravi rispetto a quelli di febbraio-marzo grazie alla presunta attenuazione dell’aggressività virale?
«No, siamo alle prese con un virus relativamente stabile e questo è incoraggiante per studiare il vaccino. Il coronavirus della Sars uccideva il 30% degli ospiti, si autolimitava e aveva la tendenza ad attenuarsi. Questo ha un tasso di mortalità relativamente basso ma si ritiene di non poter contare sulla sua generosità in termini di attenuazione. L’arrivo in ospedale di pazienti meno gravi è probabilmente dovuto alla nuova fase dell’assistenza. Passato lo tsunami dei primi contagi, finita l’epidemia influenzale che ha creato confusione, la rete assistenziale ha saputo riorganizzarsi, le diagnosi sono precoci, i farmaci vengono utilizzati con saggezza dai clinici».
Ultima modifica di Damon; 26-04-20 alle 10:29
Chi conosce tutte le risposte non si è posto tutte le domande. (Confucio)
Allora, che non ho seguito la faccenda
Sto virus è stato creato da malvagi scienziati o è una bestialità, li come si chiama, una chimera, un biocombat
Il fico sacro
La canfora
La mandragola
LE OSSA DEI MORTI
BUTTATE CONTRO ER NEMICO
Cacchio
È morto Giulietto Chiesa