Come avrete notato dai numeri appena riportati, prosegue la traiettoria prevista, che porta oggi praticamente a zero l’aumento complessivo dei casi sui sette giorni, su base nazionale. Venivamo da aumenti superiori al 100%, come ricorderete, e non era affatto scontato che riuscissimo a fermare una simile accelerazione in questo modo. Intendo senza un vero e proprio lockdown e aggiungo, anche prima che fossero realmente efficaci le zone rosse e arancioni. Lo faccio notare ancora una volta, avendolo già detto spesso nei giorni scorsi, e ben sapendo che nella memoria collettiva passerà invece il messaggio contrario: si dirà che solo i provvedimenti più restrittivi, ancorché non estremi come quelli di marzo, ci hanno salvato. La verità è che questi serviranno, certo, ma la curva si è appiattita, per dirla semplice, ben prima dell’entrata in vigore delle regioni a colori, che forse solo ora cominciano a dare qualche effetto (più probabilmente sarà avvertito nei prossimi giorni). È importante dirlo, perché dobbiamo capire che possiamo graduare, modulare l’azione contro questa epidemia: non è tutto o nulla. Se è vero – come è vero – che ogni provvedimento del genere porta con sé disperazione economica e sociale, e che con poche misure (e sia chiaro: con l’attenzione delle persone, che secondo me la percezione del pericolo è stata la prima e forse più grande leva scattata a ottobre) si può rallentare il contagio quando è in salita esponenziale, a maggior ragione si potrà controllare in futuro, senza dover richiudere tutto di nuovo.
Questo, alla fin fine, è ciò che tutti si chiedono già, spostando lo sguardo al futuro (ed è pure questo un bel segno, dopotutto): che cosa ci riservano i mesi a venire? Io non faccio previsioni dettagliate, perché se le faccio le sbaglio. Ma penso che possiamo attenderci di vedere scendere la curva del contagio meno di quanto è salita, e di poter mollare gradualmente, ma solo parzialmente, qualche restrizione, cercando un compromesso, più o meno stabile, fino alla primavera e al vaccino. Per il momento avremo davanti alcune settimane ancora molto dure, sia perché alcune zone sono ancora parecchio indietro, sia perché gli ospedali raggiungeranno il massimo carico con un paio di settimane di ritardo rispetto ai contagi, e con un conto pesante sui decessi. In questo scenario non possiamo certo attenderci un fine anno in piena libertà, ma solo augurarci una migliore calibrazione delle azioni di contenimento, ritagliate su misura in base alle condizioni di circolazione virale. Insisto da tempo sulla rimodulazione su base provinciale, e mi auguro che alcune regole ad alto impatto sulla vita delle persone, e basso effetto sul virus, possano essere riviste. Così come penso che molte cose si possono ancora fare per organizzare meglio la risposta, a tutti i livelli. Ci sarà tempo per parlarne, e questa pagina può essere un buon posto dove farlo, perché è letta da moltissime persone, e tenuta in considerazione anche da chi dispone per una decisione o l’altra. Purché se ne parli come fatto finora: con garbo e rispetto per l’opinione di tutti, e lasciando ad altri i litigi e le polemiche, che non servono davvero a nessuno.