Coronavirus, positiva a sei giorni dal primo vaccino. Locatelli: «Completamente protetti dopo la seconda dose»
3 Gennaio 2021 - 14:09
A risultare contagiata a sei giorni dalla somministrazione della prima dose di vaccino anti-Covid è una dottoressa dell’ospedale Umberto I di Siracusa. L’Aifa: «Efficacia dimostrata dopo una settimana dalla seconda dose»
«La protezione immunitaria dall’infezione da Coronavirus è completa solo dopo la somministrazione della seconda dose del vaccino anti-Covid-19». Sono queste le parole presidente del Consiglio superiore di sanità Franco Locatelli dopo la notizia di un caso risultato positivo al virus a sei giorni dalla somministrazione della prima dose di vaccino. «Negli articoli scientifici – evidenzia il numero uno del Css – è chiaramente riportato che anche negli studi clinici si sono infettate persone dopo la prima dose proprio perché la risposta immunitaria non è ancora completamente protettiva. E lo diventa soltanto dopo la seconda dose». Per queste ragioni – insiste Locatelli – è necessario non abbandonare i comportamenti responsabili dopo essere stati vaccinati.
Il caso positivizzato dopo la prima dose di vaccino
A risultare contagiata dal Coronavirus a sei giorni dalla somministrazione della prima dose di vaccino anti-Covid è una dottoressa dell’ospedale Umberto I di Siracusa, vaccinata sei giorni fa a Palermo. Ieri la donna, tra le prime operatrici sanitarie a essere sottoposta al vaccino nella regione Siciliana, è stata ricoverata in un reparto Covid. Si tratta, per il momento, del primo caso di questo genere registrato per il Coronavirus.
Ma è certamente da escludere la correlazione tra il vaccino e la riscontrata positività, dal momento che la somministrazione della prima dose non dà luogo all’immunità completa e per godere di una protezione totale è necessario il richiamo, vale a dire la somministrazione della seconda dose. L’ipotesi più accreditata relativa al caso è che la dottoressa potesse già avere il virus in incubazione senza aver registrato nei giorni scorsi sintomi di sorta.
L’Aifa: «Efficacia dimostrata dopo una settimana dalla seconda dose»
La Agenzia italiana del farmaco (Aifa) ha evidenziato che per il vaccino attualmente somministrato in Italia l’efficacia è stata dimostrata dopo una settimana dalla seconda dose. «Sebbene sia plausibile che la vaccinazione protegga dall’infezione, i vaccinati e le persone che sono in contatto con loro – si legge sul sito dell’Aifa – devono continuare ad adottare le misure di protezione anti Covid-19».
è plausibile che la vaccinazione protegga dall'infezione
plausibile: Accettabile sul piano logico; attendibile, credibile, convincente.
Il problema evidentemente è dare per scontato che la gente riesca ad arrivarci da sola, immagino
Certo, cominciano ad essere più frequenti i vaccinati.
Tra l'altro, essendo i primi vaccinati tutta gente maggiormente esposta ai rischi del contagio, mi sembra anche normale che capiti ogni tanto che qualcuno se la prenda prima che il vaccino abbia fatto realmente effetto.
Penso lo abbiano scritto anche sui muri che c'è bisogno di un po di tempo (almeno 10-15gg dalla prima dose) per avere una certa copertura.
Da protocollo, 21 giorni dalla prima.
Almeno per il Pfizer... immagino che ognuno abbia il protocollo suo.
E' quello di cui parlavamo giorni fa.
E' provato che protegga dalla malattia, non è ancora provato (ma plausibile) che protegga anche dall'infezione e quindi dal contagio.
Viene da se che fino a quando questa cosa non sarà certa, anche se sei vaccinato devi avere le stesse attenzioni che hai ora nei confronti degli altri
quindi a ben capire, la soluzione più facile da ricercare è stata quella di impedire l'insorgere dell'infezione del virus sul nascere, cioè appena entra in circolo nel nostro organismo
ma una cura la si sta ricercando invece? oppure si punta principalmente al vaccino? forse trovare una cura è nettamente più complesso e difficile
A quanto ne so, per ora l'unica vera cura mirata che è stata sviluppata (già in uso negli USA... ancora non ho capito cosa stiamo aspettando in europa) sono i monoclonali.
Ma funzionano solo nelle fasi iniziali dell'infezione.
Una volta che la malattia ha cominciato a degenerare, non servono a molto..... perchè nella seconda fase dell'infezione non è più tanto il virus che fa danni ma le conseguenze sull'organismo che ha già scatenato.
da un punto di vista di processo e produzione, trovo interessante che in un anno abbiano fatto qualcosa che - sperimentato e testato - risolva il problema in un mese
https://twitter.com/...1153330180?s=20
Un'ottima sintesi del dilemma. "Immunologi: un ritardo nella seconda dose probabilmente ottimizza la risposta immunitaria finale. Virologi: un intervallo più lungo di risposta immunitaria subottimale aumenta le probabilità di selezionare varianti che evadono gli anticorpi."
- - - Aggiornato - - -
il vero problema è cercare di evitare di prendere l'infezione nel frattempo che hai fatto la vaccinazione prima che sia raggiunta la piena efficacia del sistema immunitario grazie alla produzione di anticorpi.
I sogni non svaniscono, finché le persone non li abbandonano. Capitan Harlock
Domanda: ma nei trial avranno tenuto un gruppo in cui hanno fatto una sola dose, no?
Perchè se magari è sufficiente una dose, vorrebbe dire che nel mondo ne serve la metà di quelle che pensiamo ora... il che, in una fase di piena pandemia, sarebbe un vantaggio mica da ridere.
Se hanno certificato che è meglio averne due, avranno fatto i loro studi, immagino... che dicono che la protezione ottimale si ottiene con due.
Dubito che qualcuno si sia svegliato la mattina ed abbia detto: "daje su, diciamo che serve un richiamo, così ne vendiamo il doppio"
Ultima modifica di Bobo; 03-01-21 alle 17:04
tutto rimandanto al 18 gennaio che è a quanto pare la data dove tutto si deciderà, come la riapertura degli impianti da sciCoronavirus, terminato vertice di governo: ipotesi provvedimento ponte tra il 7 e il 15 gennaio, verso la stretta su ristoranti e bar
3 Gennaio 2021 - 16:41
di Felice Florio
L’idea dell’esecutivo è quella di introdurre misure restrittive che abbiano valore su tutto il territorio nazionale, integrando il sistema della divisione del Paese nelle tre fasce di rischio decise su scala regionale
Si è sciolto il tavolo, al quale erano seduti il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, il ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia, i capidelegazione e i membri del Cts, riunitosi oggi, 3 gennaio. Al centro della discussione, le misure anti Coronavirus da adottare per traghettare il Paese nella settimana che va dal 7 al 15 gennaio, ovvero nel periodo che intercorre tra la fine del decreto Natale e il ritorno all’applicazione dell’ultimo Dpcm approvato.
L’ipotesi più accreditata è quella dell’approvazione di un provvedimento ponte che copra proprio il periodo tra il 7 e il 15 gennaio. Il testo dovrebbe contenere delle restrizioni valide su tutto il territorio nazionale e che andranno a integrare la lista di attività consentite e vietate decise dalle zone di rischio – gialle, arancioni e rosse – nelle quali ricadranno le regioni subito dopo l’Epifania.
Secondo il Corriere della Sera, l’esecutivo proporrà ai governatori di esaminare alcune misure più stringenti che valgano in tutto il territorio. Tra queste, sarebbe in ballo l’anticipo del coprifuoco alle ore 20, un cambiamento dei parametri di valutazione per le fasce di rischio regionali e l’introduzione di una zona arancione nazionale valida il 9 e il 10 gennaio. Altra ipotesi, accreditata da più parti, è che si decida di tenere chiusi ristoranti e bar, consentendo il solo asporto, per tutta la durata del provvedimento ponte.
Intanto, fonti vicine al governo fanno sapere che, nelle ore del tardo pomeriggio di domenica 3 gennaio, il ministro della Salute Roberto Speranza si riunirà con il Cts e i membri della Cabina di regia per il monitoraggio regionale: l’incontro servirà a delineare la colorazione delle singole regioni per il periodo post-festivo.
Scuola
Per quanto riguarda uno dei temi più caldi in ballo, quello della scuola, per il premier Conte la didattica in presenza al 50% nelle scuole deve ripartire dal 7 gennaio. Tra le ipotesi, anche la possibilità che si parli di rinviare nuovamente l’apertura delle scuole, come sembrano desiderare buona parte dei governatori regionali.
è da un mese che abbiamo una costanza di morti e positivi giornalieri e ben si capisce che il virus ha solo leggerissimamente allentato la presa, ma basta un nonnulla per ripartire a razzo, visto che le 500 morti giornaliere che abbiamo dovrebbero dirla lunga su quanto si è attenuato
tra riapertura delle scuole in sicurezza grazie ai banchi a rotelle e il ritorno al lavoro, a fine gennaio sarà alquanto merda
qualche ristoratore a breve si iscrive ai terroristi semicit.
Ritenta, sarai più fortunato.
Coronavirus, le vittime sono ancora 347. I positivi sono 14.245 e risale il numero di tamponi (36mila in più)
Continuano ad aumentare i numeri assoluti dei posti letto occupati, sia in terapia intensiva che nei reparti Covid ordinari
102.974 tamponi eseguiti
e dunque come facciamo a fare sia il vaccino che a provare di stare al sicuro cercando di evitare un possibile contagio? non si potrebbe anzi fare come l'anno scorso facendo un paio di mesi di lockdown duro & puro e nello stesso tempo più vaccinazioni possibili alle fasce più a rischio nella popolazione?
poi eh se è una cazzata ditemelo pure non mi offendo.
I sogni non svaniscono, finché le persone non li abbandonano. Capitan Harlock