LA GUERRA DELLE PREPOSIZIONI.
Siccome le ospedalizzazioni e i ricoveri in terapia intensiva sono in crescita, ricominceremo presto con la litania del "con COVID" e "per COVID".
Per le ragioni che seguono, questo argomento nasconde una profonda distorsione in senso egoistico volta a minimizzare il peso che il virus ha sulla nostra società.
Immaginatevi questo: vostra madre, malata di cancro, ha bisogno di un ricovero in ospedale. Qui si infetta con il coronavirus, e la sua condizione si aggrava. Forse che ella non andava protetta, evitando di pesare ulteriormente sulla sua condizione di salute con un colpo aggiuntivo, che potrebbe rendere vane le terapie oncologiche in grado di prolungarne l'esistenza e salvaguardarne la qualità della vita? Forse che in caso di malattia la vita che resta non ha valore, per cui un'infezione che aggrava lo stato di salute non fa differenza?
Il disumano disinteresse per le fasce più deboli della società fa orrore, perchè si giova della ineguale distribuzione dei problemi clinici causati dal virus, così che i forti e sani amano rischiare con il sedere dei deboli, degli anziani e dei malati.
Chi va in ospedale o è qui ricoverato, andrebbe maggiormente protetto, non esposto con disinteresse all'infezione, perchè "tanto il virus colpisce gli anziani e i malati".
Anche da un punto di vista puramente utilitaristico, noi non possiamo permetterci alti tassi di infezione negli ospedali: questo infatti comporta isolamento di malati e operatori sanitari a protezione di chi infetto non è, ma rischierebbe molto con il virus; e ciò significa riaprire reparti COVID, reinstaurare protocolli per il personale e, in una parola, sottrarre risorse a tutti i malati e gravare su un sistema che di risorse da sprecare non ne ha.
Per le ragioni elencate, smettiamola di legare la nostra preoccupazione alla determinazione di chi siano i ricoverati con sintomatologia prevalentemente dovuta al COVID, e chi invece, ricoverato per altre condizioni, ha preso SARS-CoV-2 in ospedale: la cosa non ha senso al di fuori del dibattito scientifico sulla biologia del virus e la sua epidemiologia, perchè il danno causato dal virus non è proporzionale al fatto che chi si infetta e ha complicazioni fosse previamente predisposto o meno all'aggravamento.
Per altri argomenti, rimetto qui un articolo che scrissi il 20 marzo 2020, quando la discussione grammaticale era in gran voga per minimizzare ciò che stava succedendo. Oggi siamo meglio protetti, più consapevoli ed in presenza di una variante diversa; cerchiamo di non sprecare questo vantaggio, e se proprio vogliamo affidarci alla sorte, sperando che la curva si raffreddi prima di avere troppi danni, almeno smettiamola con argomenti capziosi e dichiariamo la nostra cinica scelta.
PS: se volete capire meglio e con altre parole il senso di quello che ho scritto, chiedete alla mia amica Francesca Ulivi, malata di diabete
https://www.ilfoglio.it/salute/2020/...-virus-306855/