La frase completa, fere libenter homines id quod volunt credunt ("generalmente gli uomini credono volentieri ciò che fa loro piacere"[1]), è usata da Giulio Cesare nei Commentarii de bello Gallico (libro III, 18, 6) per spiegare le ragioni che avevano indotto i barbari a lanciare un attacco dissennato contro Quinto Titurio Sabino. Costui aveva convinto un proprio ausiliario a fingersi disertore e a passare al nemico, raccontando il timore dei Romani di non poter reggere di fronte ad un attacco immediato. L'inganno sortì l'effetto voluto portando i barbari alla sconfitta proprio perché spesso è facile persuadere le persone a credere alla veridicità di ciò che esse desiderano.