Originariamente Scritto da
Gilgamesh
A la guerre comme à la guerre,Macron si pone al comando delle truppe Net 0 dell'UE.
Se la Russia vince sul campo di battaglia la credibilità dell'Europa sarà a zero e la vita dei francesi,dei popoli europei non sarà più la stessa; il discorso di Macron serra i ranghi di una Europa che tutto può fare tranne che la guerra. Fluttuando nella bolla mediatica,Macron é determinato,la Russia non deve vincere. Nessuna indecisione,quindi,se non quella di inviare i 7000 effettivi della Legione Straniera o i 60000 (unici) operativi sui circa 130000 totali dell'Armée de Terre. Restando,ovviamente,nel campo degli scenari improbabili e lasciando da parte le serie implicazioni che una scelta di questo tipo innescherebbe nella realtà,i numeri di quello che é considerato l'esercito più potente dell'UE basterebbero a difendere poco più di 200 km di fronte per qualche mese. É evidente che ad oggi l'Europa occidentale é una delle entità socio-politiche al mondo meno pronte ad un confronto armato. Demografia pressoché azzerata,mancanza di risorse primarie,base sociale polarizzata e poco incline al pericolo ed a stili di vita spartani,economie appesantite,eserciti strutturati per brevi missioni di coalizione a supporto della potenza americana. A l'UE occorrerebbero decine di anni ed investimenti miliardari per creare una forza militare capace di operare sul terreno già solo come l'esercito ucraino di oggi. Una velleità quindi. Washington non entrerà mai in un conflitto diretto con Mosca per ovvie ragioni e questo Bruxelles l'ha capito. La ricca Europa dei banchieri dal ventre molle,ma con il fucile in mano,l'unica cosa che può fare concretamente,avendo rifiutato un prezioso ruolo diplomatico,é far confluire fiumi di denaro nel buco nero della guerra ed alimentare un racconto narrativo,ad uso interno,che ormai suscita quasi una comica simpatia per una sempre più ampia porzione di opinione pubblica. Nell'Europa delle mille contraddizioni,fa specie osservare una classe dirigente agitare l'insostenibile interventismo militare come argomento di accrescimento del consenso elettorale,fa ancora più specie che il messaggio sia rivolto ad una platea che al 70% rifiuta la guerra come soluzione delle crisi. Manipolare la percezione stimolando l'astensionismo sembra quasi essere un'ottima soluzione alla conservazione del potere e dello status quo. Nella crisi delle democrazie emerge chiaramente la fragilità di un establishment,abituato a gestire crisi finanziarie create tavolino,dinnanzi alla spietata concretezza della guerra ed al pragmatismo delle soluzioni. Dall'imperdonabile sottovalutazione della Russia alla prima ora del conflitto,all'inevitabile vittoria sul campo,passando dal congelamento delle risorse Russe per immettere linfa in una guerra che non da i risultati sperati,fino all'invio di truppe sul terreno per poi ritornare all'acquisto di nuove armi sul mercato globale. Ormai é evidente che questa dirigenza non sappia quale soluzione adottare per uscire da una crisi,scientemente autoindotta,che sta minando l'esistenza e la credibilità di un intero sistema di potere nel mondo di domani.