
Originariamente Scritto da
Bukkake girl
La notizia dell’attacco ucraino con droni, che avrebbe distrutto oltre 40 bombardieri russi colpendo basi aeree fino a 4mila chilometri dal confine, potrebbe sembrare a prima vista un punto a favore di Kiev.
Ma, a ben guardare, questo episodio segna un clamoroso successo strategico di Mosca. Perché? Perché rivela, ancora una volta, la straordinaria capacità della Russia di assorbire colpi, mantenere il controllo e trasformare le apparenti sconfitte in vantaggi operativi. Dal canto suo,
l’Ucraina è disperata e costretta a giocarsi carte estreme: ha speso risorse immense per un’operazione spettacolare ma dai risultati incerti:
40 bombardieri, ammesso che il numero sia vero,
sono una perdita per nulla decisiva, che mette in evidenza la possanza indomabile della enorme macchina bellica russa, che dispone di migliaia di velivoli e di
una capacità produttiva e logistica che l’Occidente può solo sognare. Colpire basi in Siberia o a Murmansk, lungi dal dimostrare audacia e capacità di pianificazione e proiezione offensiva, espone solo la fragilità di Kiev: un attacco del genere, logisticamente complesso, brucia capitale politico e militare, mentre la Russia può permettersi di tacere, come ha fatto, per minimizzare il già pblando impatto propagandistico dell'operazione.
Mosca, con il suo imperturbable silenzio, comunica forza: non ha bisogno di smentire o confermare, perché
il suo obiettivo non è la narrazione, ma il controllo del campo. Intanto, Kiev si vanta di un colpo che non cambia le sorti del conflitto, mentre le risorse ucraine si assottigliano, schiacciate dal peso di un’economia al collasso e di un sostegno occidentale sempre più titubante.
Questo attacco, lungi dall’indebolire Putin, rafforza la sua narrazione interna di una Russia sotto assedio, ma capace di resistere e reagire e tener testa all'intero Occidente.
E mentre Zelensky coltiva la propria vanità, cercando titoli sui giornali,
il Cremlino pianifica il prossimo passo, sapendo che il tempo gioca a suo favore. In guerra, non vince chi colpisce più forte, ma chi dura di più. E la Russia, piaccia o no, sta dimostrando di saperlo fare meglio.