Va tutto bene in Valle d'Aosta oppure... Va tutto bene in Valle d'Aosta oppure... - Pagina 10

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Discussione: Va tutto bene in Valle d'Aosta oppure...

  1. #181
    The Crimson Ghost L'avatar di Kayato
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    Re: Va tutto bene in Valle d'Aosta oppure...

    Citazione Originariamente Scritto da Tene Visualizza Messaggio
    Camminare coi piedi nudi e con ferite aperte nella merda
    Camminare coi piedi nudi e con ferite aperte nella merda dopo aver pagato un fottio, giusto per divertimento, bruciandosi 10 giorni di ferie, senza magiare e dormire decentemente!

  2. #182
    Pensatore libero L'avatar di Angels
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    Re: Va tutto bene in Valle d'Aosta oppure...

    Masochismo puro, continuo a non capire
    Restarting

  3. #183
    15-09-2001 L'avatar di David™
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    Re: Va tutto bene in Valle d'Aosta oppure...

    ma che tagli e tagli, io leggo sempre tutto... metti la director's cut
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  4. #184
    Early Access L'avatar di Orologio
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    Re: Va tutto bene in Valle d'Aosta oppure...

    Dai mi fa piacere che apprezziate

  5. #185
    Pensatore libero L'avatar di Angels
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    Re: Va tutto bene in Valle d'Aosta oppure...

    Citazione Originariamente Scritto da Orologio Visualizza Messaggio
    Dai mi fa piacere che apprezziate
    Comunque se scrivi un libro potresti venderlo, certo devi allungare un po' non basta quello che hai scritto qua
    Restarting

  6. #186
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    Re: Va tutto bene in Valle d'Aosta oppure...

    Citazione Originariamente Scritto da David™ Visualizza Messaggio
    ma che tagli e tagli, io leggo sempre tutto... metti la director's cut
    idem

    anche perechè l'altro giorno ho corso 16.5km in leggero collinare e mi sono sentito un pò un mini orologio

  7. #187
    Senior Member L'avatar di Degauss
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    Re: Va tutto bene in Valle d'Aosta oppure...

    Ma per i piedi spruzzanti possibile che non ci sia una soluzione? Scarpe o calze particolari, plantari... i veri pro come fanno?

  8. #188
    Early Access L'avatar di Orologio
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    Re: Va tutto bene in Valle d'Aosta oppure...

    ...proverò a prendere mezza taglia ancora più grande.
    Probabilmente i veri pro hanno una scarpa diversa per ogni giorno e sempre più grande...il piede aumenta di numero giorno dopo giorno...

    Però il TOR è una gara limite...

    Tieni conto che ognuno ha dei punti deboli...probabilmente io ho la pelle delicata di più rispetto alla media posto che se indosso magliette da corsa normali (...e non quelle pro aderenti con sarcazzo xbionic...sanguino dai capezzoli anche con una mezza maratona).

    La stessa spruzzatura, a detta dello stesso "piedologo" non è scontata, a molti rimane la bolla... Me l'ha messa giù come un vantaggio (meglio la fiacca che si riempie e poi esplode, piuttosto quella che si riempie e rimane...).
    Resta il fatto che è certamente un problema limitante...

    C'è da dire che non ho problemi muscolari...insomma non ho mai sperimentato un crampo...quindi non si può avere tutto dalla vita...

    Detto ciò mi piacerebbe andare da qualcuno PRO in termine di corsa, la prossima volta che farò il certificato agonistico chiederò consiglio...

  9. #189
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    Re: Va tutto bene in Valle d'Aosta oppure...

    spalmarsi i piedi di vaselina? come fanno i maratoneti fra cosce e chiappe?

  10. #190
    Early Access L'avatar di Orologio
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    Re: Va tutto bene in Valle d'Aosta oppure...

    Io parto già coi piedi col bendaggio nei punti critici "effetto seta".

    In un trail dopo tot chilometri qualsiasi cosa che metti non c'è più...la vasalina durerà qualche oretta su una gara dove vedi i checkpont ogni 24 ore di media...

    Va trovata la scarpa giusta, col plantare giusto...magari fatto su misura...

  11. #191
    Senior Member L'avatar di tigerwoods
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    Re: Va tutto bene in Valle d'Aosta oppure...

    tappezzati i piedi di cerotti compeed, a me si fondono con la pelle dopo un'escursione

  12. #192
    Senior Member L'avatar di Degauss
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    Re: Va tutto bene in Valle d'Aosta oppure...

    Inizia a correre scalzo, nel giro di qualche mese ti verrà una pellaccia dura come il cuoio e non avrai più bisogno delle scarpe.

  13. #193
    Senior Member L'avatar di Nico
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    Re: Va tutto bene in Valle d'Aosta oppure...

    Guarda, non ho mai fatto un TOR, e sicuramente le dinamiche e l'attrezzatura è molto diversa, ma ho discreta esperienza nei trekking e nelle attività montane in alta media e bassa quota, prolungate per più giorni, e ti posso dire, dopo anni di prove ed equipaggiamenti, che (almeno per le scarpe) l'unica è condizionare il piede se vuoi goderti le camminate. (Salvo problemi alle articolazioni)

    E se hai la gran fortuna, come nel tuo caso,di avere una struttura muscolare che regge stress prolungato, e risolvi i piedi, puoi fare veramente cose valide.

    Fatti giri brevi, in posti che conosci bene, nei boschi, senza scarpe e senza calze.
    Ultima modifica di Nico; 03-10-22 alle 21:03

  14. #194
    北斗のバド・スペンサー L'avatar di Lo Zio
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    Re: Va tutto bene in Valle d'Aosta oppure...

    Citazione Originariamente Scritto da Degauss Visualizza Messaggio
    Inizia a correre scalzo, nel giro di qualche mese ti verrà una pellaccia dura come il cuoio e non avrai più bisogno delle scarpe.
    e lo chiameremo dildo baggins

  15. #195
    The Crimson Ghost L'avatar di Kayato
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    Re: Va tutto bene in Valle d'Aosta oppure...

    Ma correre scalzo per la foresta pestando merda di animali vari è il primo passo per diventare Ranger in D&D.

  16. #196
    Early Access L'avatar di Orologio
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    Re: Va tutto bene in Valle d'Aosta oppure...

    10) Il Rifugio delle Fate…

    Erano le 21:00 passate del venerdì e coi piedi medicati e fasciati mi accingevo ad affrontare l’ultima tappa.

    Prevedevo di tagliare il traguardo attorno a mezzogiorno del sabato, ancora dodici ore o poco più...

    Poca roba se paragonato al resto della gara, anche in considerazione che le ultime due montagne non erano le più difficili.

    Pensavo quindi di avere “vinto” e contravvenendo alla mia primissima regola “non dire gatto se non ce l’hai nel sacco” ero partito dalla base vita euforico, spingendo come se fosse il primo giorno, anzi di più, perché prima ogni volta che capivo che tiravo troppo rallentavo …ora invece l’arrivo era vicino… anzi più correvo e prima avrei finito.

    La stanchezza era come sparita, anche se i sintomi del devasto c’erano tutti… il cerusico mi aveva fatto scomparire il dolore ai piedi, anche se mi davano comunque fastidio perché dopo una settimana di gara presumo che fossero aumentate di due taglie (una volta a casa per i primi giorni non ho potuto mettere le normali scarpe, solo stivali… i piedi erano visibilmente più grossi e gonfi).

    Ero partito dalla base vita in configurazione winter storm… perché mi aspettavo un po’ d’acqua o comunque più freddo. Ma non è che fossi vestito così pesante.
    Semplicemente per la prima volta avevo i pantaloni tecnici lunghi (a ¾ che si univano coi gambali scaldamuscoli), ma sempre leggeri, nulla di impermeabile.
    Sopra la maglia x-bionic, una felpa tecnica a maniche lunghe sempre x-bionic e fin da subito il guscio impermeabile frangivento...
    (Il k-way per intenderci. La caratteristica è che gli ultimissimi zaini da trail running sono tipo dei gilet aderenti con carico sia davanti che dietro, ma non impermeabili, questi nuovi gusci sono pensati per essere indossati sopra allo zaino…hanno delle flip a fisarmonica per allargarsi a seconda delle esigenze…).

    Ad ogni modo, quando si corre o comunque si marcia non c’è bisogno di essere troppo vestiti… almeno questo vale per me.
    Vedevo gente che di notte indossava sempre i pantaloni impermeabili. A me avrebbero dato fastidio.
    Per dire il passo più alto della gara che era a circa 3.300 metri, l’ho affrontato di notte, la temperatura era ampiamente sottozero e avevo i pantaloncini corti e stavo bene..
    L’importante è avere la testa ben coperta.

    Ora invece mi aspettavo la pioggia e quindi visto che ero già partito infreddolito il guscio già l’avevo indossato.

    Ero anche senza liquidi, dicasi con le sacche idriche vuote (faceva freschino, non avrei avuto bisogno di acqua, avrei bevuto ai ristori), meno peso da trasportare… inoltre mi erano rimasti solo 3 gel.
    Li avevo finiti perché pensavo che non me ne sarebbero serviti sei al giorno, al massimo quattro…

    C’è anche da dire che una parte di me, forse inconsciamente, pensava che non sarei mai arrivato al punto in cui ero e quindi non avevo portato troppa roba.

    Ad esempio, una grave dimenticanza che poteva compromettere la gara è stata l’assenza di un paio di scarpe di ricambio. Ancora non me ne capacito del perché non le abbia portate…

    Le scarpe che indossavo, a parte che erano tutte spruzzate e l’interno non avrebbe sfigurato in un’opera di Giger…esternamente mostravano i segni della gara.
    Le punte si stavano rompendo. Nelle ultime 24 ore la cosa mi aveva messo un po’ in ansia perché avevo paura che si sarebbero aperte…o magari la suola avrebbe ceduto.
    Inoltre, alcune asole erano quasi tagliate del tutto dalle stringhe…insomma le scarpe erano al limite…

    Ora invece vedevo mentalmente il traguardo…pensavo che 3 gel sarebbero bastati, forse tirati ma sufficienti e le scarpe confidavo che avrebbero retto nell’ultima cinquantina scarsa di km...

    …avevo la testa leggera…e spingevo… dimenticandomi che sempre più spesso mi sembrava di vedere in bianco e nero…che tutto era sempre più buio …che mi sembrava (cosa probabile…) che a causa dell’affaticamento generale avessi perso qualche diottria… e che la luce delle lampade notturne e il suo modo di riflettere la vegetazione quasi mi disorientava…
    Ma continuavo a spingere…già la nottata prima ero andato in confusione con la luce delle torce...avevo rallentato e avevo aspettato che mi raggiungesse un concorrente... e poi mi ero focalizzato solo sulla luce riflessa sulle sue scarpe…non avevo la forza mentale di fare altro… fosse caduto in un burrone l’avrei seguito senza nemmeno accorgermi.

    Ma in ogni caso correvo ed ero contento, non ci sarebbe più stata una base vita con la verifica del materiale… che era un grandissimo dispendio di energie mentali.
    Frugare nella borsa TOR e non trovare mai nulla… come una ragazza che non trova qualcosa nella sua borsetta dove salta fuori di tutto ma non la cosa voluta…. andare in confusione mentale anche solo per equipaggiare lo zaino …

    -gel ...check
    -due lampade frontali con 3 batterie per ciascuna nuove e cambiate ....check
    -sacche idriche ....check…
    -Ecotazza …check
    -Guscio impermeabile.... chek.
    -…e poi berretta…occhiali…crema da sole…bandane…e via discorrendo…mille cazzatine che possono essere vitali durante la gara.

    …e poi ancora capire cosa fosse meglio indossare fin dall’inizio all'inizio della tappa a seconda dell'orario....del bollettino metereologico… separare i vestiti sporchi da quelli puliti… separare le batteria consumate da quelle buone… e via discorrendo…
    Attività semplici ma che giorno dopo giorno diventavano sempre più difficoltose.

    … ma comunque stavo andando…
    La salita era molto dura, ma tiravo…e superavo…

    July…una concorrente straniera che avevo perso il primo giorno di gara a causa della crisi da mancanza di gel… (il suo nome mi era rimasto impresso vedendolo scritto sul suo pettorale) era lì…e l’ho superata…
    Ne ho incontrati vari di concorrenti e li ho superati…

    …e alla fine arrivo al famoso ristoro dell’amore saffico.....il Rifugio delle Fate...
    Ancora oggi non so che cosa ho visto realmente e cosa fosse delirio…

    Un rifugio quasi sulla sommità della cima della penultima montagna…

    Un luogo rustico in legno ma molto elegante...pieno di quelle cianfrusaglie tipicamente femminili…lampade d'atmosfera…tanti cuscini colorati…un sacco di oggettistica… tanto da sembrare un negozietto da località turistica...

    Solo ragazze ad attendermi…

    La Bella (la concorrente che avevo citato nei precedenti racconti…) sdraiata su un divanetto di vimini con tanti cuscini con una ragazzina di non più 20 anni che le massaggiava e le accarezzava la testa con amore…il tutto in modo molto sensuale…
    Lei con gli occhi chiusi con un sorriso di piacere sul viso…

    Una biondina veramente figa che mi chiede se voglio del brodo…(basta brodo…mi fa schifo..) vedo della polenta.
    Lei mi dice che è più da colazione… (tipico da montagna…polenta e latte...schifo...peggio che il brodo...).
    Fa niente, voglio solo la polenta anche se fredda…

    Le chiedo se sono nei tempi… lei da puttanella rimane vaga… sarebbe bastata una parola dolce… ma niente… rimane vaga.
    Snellissima, bionda ricciolina, occhi azzurri… un fisico atletico pazzesco… mi porge la polenta…

    Le luci sono soffuse, solo queste lampade dal design molto ricercato illuminano il rifugio…

    Ora mi rendo conto che qualcosa non può tornare… ero in un rifugio sul cucuzzolo della montagna dove arriva gente che ha appena pestato merda di vacca…

    Mentre mangio la polenta… la Bella sembra quasi ansimare coi massaggi dolci dell’altra ragazza, sopra questo mare di cuscini…
    L’espressione del volto è da godimento silenzioso…non fa rumore, gli occhi chiusi… ma come muove la bocca e l’espressione facciale sembra che stia avendo un orgasmo…

    Io penso solo ad una cosa… devo partire… devo correre… voglio arrivare al traguardo di Courmayeur...
    Esco da questo luogo incantato, non mi faccio alcuna domanda sulla stranezza del posto… sarà esistito?
    Stando all’elenco dei rifugi sì… ci sarò entrato o me lo sono fumato tirando dritto nel mio trip mentale?

    Non lo saprò mai…

    So solo che ero a oltre 2000 metri… che salivo verso il passo… ambiente notturno tipico da alpeggio.

    Faceva freddo… dei ricciolini di neve… qua e là… ma nulla di che…

    Ma finalmente vedevo la discesa…e trotterellavo… con attenzione… ma con passo spedito in discesa… era umido, ma ho tecnica…scendo… vedo male… ma viaggio…
    ...viaggio coi piedi…con la testa… con tutto…
    Ultima modifica di Orologio; 10-10-22 alle 19:07

  17. #197
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    Re: Va tutto bene in Valle d'Aosta oppure...

    orolò, fai prima a fare un podcast

  18. #198
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    Re: Va tutto bene in Valle d'Aosta oppure...

    dajeee, aspetto con ansia la prossima puntata
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  19. #199

    Re: Va tutto bene in Valle d'Aosta oppure...

    daiii!

  20. #200
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    Re: Va tutto bene in Valle d'Aosta oppure...

    11) Ma HIDEO KOJIMA corre in montagna…?!?!

    Ne mancava solo una…di salita vera.
    Penultimo picco superato e mi preparavo mentalmente ad affrontare la discesa.
    Vista offuscata, mi sembrava di vedere doppio e come già avevo scritto, ormai mi dava fastidio come rifletteva la luce sul terreno.
    Ma sempre massima attenzione…è in discesa che ci si poteva fare male, e anche se la discesa che stavo affrontando era un manto erboso da alpeggio, la pioggerellina che stava scendendo poteva trasformare il terreno in uno scivolo pericoloso.

    A proposito dei tipi di terreno, potrei scrivere un pippone sulle loro diverse tipologie ed i modi per affrontarli, ma non ne ho voglia e a voi non interesserebbe.

    Allargando però il discorso, per poi tornare al terreno, ho notato che nelle gare di trail running c’è un alto tasso di giapponesi.
    Ce ne sono veramente tanti, in proporzione al fatto che per loro partecipare a queste gare equivale ad un viaggione.
    Scambiando due parole con un ragazzo giapponese, mi aveva raccontato che aveva fatto il classico turista visitando le principali città italiane, per poi concludere col TOR.

    Cioè, come se noi facessimo un tour degli stati uniti e lo concludessimo partecipando ad una gara della nascar.

    Ricordo che mi disse, con lo stesso tono di un samurai che stava per affrontare la morte onorevole in battaglia, che per lui i ricordi migliori dell’Italia erano due, le ceramiche di sarcazzo di non ho capito dove…e le bacchette da trail running che teneva in mano, mettendosi a fissarle come se fossero la sua katana…

    Tra di loro ho incontrato Makoto Yoshimoto (googlate), a questo giro il TOR non l’ha completato, probabilmente perché voleva battere il suo record e portarsi dietro uno zaino ancora più grande dei suoi soliti (purtroppo la foto di quest’anno non l’ho trovata, ma non esagero se vi dico che trasportava uno zaino da 10kg, praticamente lo zaino era alto quasi quanto lui…e vedendolo ho pensato al videogioco Death Stranding ed ai carichi trasportati da Sam Porter…).

    Tutto questo pippone per arrivare a dirvi che per me Hideo Kojima o comunque un suo stretto collaboratore è appassionato di trail running…infatti il videogioco Death Stranding è la cosa che più si avvicina ad una gara di corsa in montagna.

    La Valle d’Aosta ha paesaggi desertici di roccia morta che si estendono fino all’orizzonte oppure strati verdi così strani… come nel videogioco. Effetto cromatico compreso.
    Insomma, Death Stranding a partire dalla gestione dello zaino, alla necessità di avere equilibrio, alla solitudine …e alle allucinazioni (i nemici)… ha tantissimi punti in comune con una gara di trail running.

    Ad ogni modo, ritornando alla gara, vedevo all’orizzonte un punto ristoro.
    Di notte una casa illuminata sulla montagna la si può vedere a chilometri di distanza…e per raggiungerla, anche se percepita vicina, ci si può impiegare anche molto tempo.

    Nella mia testa, raggiungendo quel rifugio, pensavo di essere arrivato al termine della discesa, in realtà ero ancora a metà del percorso prima della successiva salita.
    Questo errore di calcolo in seguito mi farà sbarellare.
    Ma ci arriveremo dopo.

    Più mi avvicinavo alla fonte luminosa e più il sentiero si faceva largo e incitava alla corsa… e io correvo…
    Nel mentre la pioggerellina iniziava a diventare battente, una pioggia scrosciante e gelata sempre più forte che mi colpiva la faccia.
    Un vero diluvio.

    Ma finalmente ero arrivato al punto ristoro, il guscio aveva fatto il suo dovere, ma le scarpe erano zuppe, ma nulla di drammatico, si sarebbero asciugate presto.
    Pensavo piuttosto che entrando nel rifugio sarei passato dai 0 gradi ai 20 gradi…
    Con fuori la pioggia e il gelo sarebbe stata dura riprendere il percorso al freddo e al buio...
    Una mazzata psicologica riaffrontare il percorso… e a quel punto della gara l’escursione termica era peggio che affrontare l’ennesima salita…

    Comunque il rifugio era di fatto una stalla da alpeggio attrezzata con fornelli da campo improvvisati.
    Assi di legno per tavoli e qualche sedia. Paglia e fieno agli angoli, probabilmente avevamo sfrattato qualche mucca.

    Polenta e bresaola era il menù proposto.

    Per fare il punto sul tempo, calcolate che la tappa l’avevo iniziata attorno alle 21:00 -21:30 circa…e quel punto ristoro l’avevo raggiunto attorno alle tre del mattino.
    Quindi circa sei ore per affrontare la montagna e poi scendere.

    Il rifugio era caldo, luce tenue giallina, mentre fuori la pioggia era sempre più forte.
    Una dello staff insisteva nell’offrirmi del brodo caldo che io cortesemente ho rifiutato più di una volta.
    Mi fa schifo il brodo caldo!

    Ecco… avevo notato che col passare dei giorni, insieme alla mia integrità psicofisica, stava venendo meno anche la mia pazienza.
    Piano piano diventavo sempre più insofferente.
    Quella tizia continuava ad insistere ad offrirmi la zuppa… ed io ero un po’ come Michael Douglas in Un giorno di ordinaria follia… che discuteva al McDonalds sul perché non potesse avere il menù colazione solo perché il timing era passato da appena 5 minuti.
    Ecco mancava poco che tirassi fuori la mitraglietta… NON VOGLIO QUEL CAZZO DI BRODO CALDO!!! MI BASTA LA POLENTA!!!

    Ma alla fine anche in quel frangente ero riuscito a mantenere il sorriso serafico e declinare gentilmente…e declinare gentilmente… e declinare gentilmente… E DECLINARE GENITLMENTE!!!

    Dall'inizio della tappa era la seconda polenta, dopo quella che avevo preso al rifugio delle fate (ma ci ero stato realmente?), non avevo ingerito altro né preso gel…

    Sottolineo preso… non mangiato…ormai la sensazione di fame non c’era più da giorni, come avevo scritto in precedenza il corpo esprimeva i propri bisogni in modo diverso, ad esempio sbadigliavo se dovevo mangiare.

    Ecco, ero chiaramente in deficit di nutrimenti, ma non lo realizzavo, avevo passato la gara a nutrirmi a forza anche se non mi andava, ma ora avevo perso la disciplina, vuoi per l’euforia dell’ultima tappa, vuoi che perché ero messo molto peggio rispetto a quello che percepivo.
    Sei ore di montagna e solo due piattini di polenta...

    Al rifugio c’era anche lui, lo spirito malvagio o comunque il demone che avevo incontrato sulla montagna della follia.
    Quello strano essere appena apriva la bocca mi metteva nervoso.
    Lui aveva creato una sorta di guscio protettivo improvvisato con delle coperte termiche.
    Non era equipaggiato per la forte pioggia… ma come cazzo si faceva a partecipare in quel modo…!
    Chiedeva allo staff se potesse prendere quel “montone caldo” (non saprei definirlo diversamente… Cioè un maglione sdrucito che probabilmente giaceva nella paglia da molto tempo…).

    Intanto la mia polenta l’avevo finita e mi stavo preparando per uscire.
    Controllavo l’equipaggiamento, la torcia, che tutto fosse in ordine e presente.
    Nel frattempo mi ero anche asciugato.

    Nel rifugio alcuni dormivano con la testa rovesciata sul tavolo… altri erano dubbiosi guardando la forte pioggia che c’era fuori. Dentro faceva caldo, fuori la morte bagnata e gelata…

    LUI…lo spiritello mi rivolge la parola… mi dice di aspettare che smetta la forte pioggia, alcuni partecipanti gli danno ragione… forse è meglio aspettare, forse è meglio attendere, forse è meglio mollare…

    NO!!!!!

    …è così che si perdono le gare, in quel momento si stava formando quell’autoassoluzione da stanchezza.
    Il demietto era furbo, mi stava intrappolando nella sue parole…

    Un gruppo di persone a cascata stava mollando… poteva succedere anche a traguardo vicino… l’ho visto capitare… e mi è capitato, l’ho vissuto sulla mia pelle.
    Ritirarmi a seguito di un ritiro di un altro partecipante…sentire il miraggio e il piacere della parola fine… per poi realizzare quello che si era fatto solo a distanza di ore…

    NO… quello sporco demone non mi avrebbe battuto… l’avevo lasciato sulla montagna della follia… l’avrei mollato nuovamente in quella malga gelata…

    Io esco… era stata la mia risposta secca.

    Il bavero era alzato, sapevo che dovevo tenere il respiro caldo, il più possibile, non importa se si è bagnati…ho superato gare dove per giorni sono stato completamente fradicio, ma col respiro caldo le ho completate…

    Esco… freddo…acqua…la botta di gelo era stata notevole… inizio e respirare velocemente all’interno del bavero per riscaldare i polmoni.

    Avanzo…sotto la pioggia… e dopo qualche passo, mentre sento piedi e gambe bagnarsi completamente… inizio a correre per cercare di scaldarmi il prima possibile.

    L’acqua mi cadeva sulla faccia e mi preparavo per l’imminente salita…in realtà, come precedentemente scritto ero a metà della discesa…

    ….e quel demone era rimasto ancora una volta indietro e non mi aveva sconfitto…

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