“Ma
perché limitarsi a 150 miliardi se la Commissione stima che la cifra necessaria per allestire una difesa comune sia cinque volte maggiore?”, si chiede
Giavazzi.
LA RICETTA PER RECUPERARE RISORSE IN EUROPA
Secondo
l’economista bocconiano molto vicino a Draghi, “
l’ostacolo a dotarci di una difesa comune
non è quanto costa”. I soldi si potrebbero trovare in altro modo. “
L’Ue ogni anno investe fuori dall’area, in India o in Brasile, ad esempio,
una quantità di risparmio prodotto dalle famiglie europee pari al 3-4 per cento del reddito dell’Unione. Per investire nella difesa non è necessario indebitarsi,
basterebbe dirottare quell’eccesso di risparmio verso investimenti nella nostra difesa”, spiega ancora Giavazzi. Recuperando risorse da quelle voci, non servirebbe quindi attingere da debiti comuni, né tantomeno “dirottare i Fondi di coesione che le regioni europee oggi usano per altri progetti importanti, in primis per la sanità”.