Ho sempre pensato che la "sceneggiata napoletana" trovi un'equivalenza nella "sceneggiata africana".
Ho visto, più di una volta, uomini africani "fingere" emozioni estreme in pubblico (magari per smarcarsi da controlli o noie) e ridere pochi secondi dopo (o adirarsi), passare cioè da una presunta disperazione quasi fanciullesca ed implorante a stati d'animo non propriamente contigui.
Ognuno tragga le sue conclusioni.