In ogni caso, per dare un contributo minimo alla discussione e magari un po' di food for thought per ciome...
Io ho solo una limitata esperienza per ciò che concerne l'ambito aziendale, ma essendo parte del corpo docente di un corso proprio di gestionale (tra gli altri) ho visto un po' come funziona il transitorio Università-lavoro. Poi io come formazione sono meccanico, e non gestionale, quindi grain-of-salt etc etc...
In primis, come già stato detto ampiamente dagli altri, serve credibilità e per averla ti serve esperienza. Importa relativamente secondo me se è nel manifatturiero o consulting, l'importante è acquisire credibilità potendo dimostrare che non sei fresco di laurea ma che ti sei tirato su le maniche. 1-2 anni sono il minimo, 3-4 già si ragiona.
In secundis, le opportunità, cioè il tuo potenziale portafoglio clienti. Possono capitare casi in cui il neolaureato abbia - per caso fortuito, conoscenze, o altro - già un cliente disposto ad affidarsi, ma è estremamente raro. Come già detto, è più probabile che scarseggino i potenziali clienti.
Insomma, facendo una sintesi dei due punti precedenti, un paio d'anni di lavoro come dipendente sono una buona occasione per fare esperienza su come funziona davvero una azienda e, dal tuo punto di vista, su quali siano le sue idiosincrasie. In più è una ottima occasione di farsi conoscere sul territorio che hai intorno a te. Specialmente in Italia questo conta molto, visto che il nostro tessuto industriale è fatto di PMI.
Volendo concludere, potresti anche fare una scelta di "visione" e scegliere una azienda che ti garantisca quelle competenze e opportunità che di lì a 2-3 anni possano effettivamente renderti capace di metterti in proprio, più che una che magari ti offra ottime prospettive a lungo termine.
Un'avviso: io ho seguito direttamente e indirettamente molti laureandi gestionali e la quasi totalità fa un percorso di tirocinio curricolare in azienda dove prende un processo e lo ottimizza secondo la logica lean. Le esperienze che ho raccolto sono coerenti con quello che è la tua "visione" di consulente, però è anche vero che spesso non c'è un interesse reale dell'azienda a sforzarsi di seguire poi quel percorso; all'azienda fa comodo il tirocinante perchè costa poco e lavora molto. Nei casi in cui l'interesse c'è, generalmente (sempre nell'ambito della mia esperienza) l'azienda assume il novellino e gli affida quel particolare processo. Se costui è bravo e fortunato nel giro di qualche anno magari diventa quadro. Non ho però mai sentito di consulenti esterni.
My two cents