L'articolo parla dei "dark patterns", ovvero percorsi di navigazione che vengono utilizzati su molti siti web per spingere l'utente a concedere il consenso al trattamento dei propri dati personali, in modo non del tutto libero e consapevole, in violazione dei principi del Regolamento sulla protezione dei dati personali (GDPR). Il Garante per la protezione dei dati personali ha creato una pagina informativa per informare gli utenti e sviluppare una maggiore consapevolezza su questo specifico aspetto della tutela dei dati personali. L'European Data Protection Board (EDPB) ha emesso linee guida per riconoscere ed evitare i dark patterns e ha identificato sei tipologie di dark patterns, tra cui l'"overloading", ovvero un sovraccarico di richieste e informazioni che inducono l'utente a condividere più dati di quanti altrimenti avrebbe acconsentito, e lo "skipping", ovvero predisporre l'interfaccia in modo che l'utente non si preoccupi della tutela dei propri dati personali.






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