Era luglio, faceva caldo.
I miei mi avevano mollato in questo campo estivo, non che fossi molto esaltato all'idea...chi va a un campo estivo a 16 anni? Ero sicuro sarebbe stato pieno di poveri perdenti.
Dormire nelle tende era effettivamente divertente.
Avevo trovato un amico, un ragazzo della mia eta', anche lui appassionato degli stessi videogames e musica che piacevano a me.
Stavo sghignazzando con lui finendo una sigaretta, seduti su dei ceppi intorno a uno di questi fuochi che ci avevano insegnato ad accendere.
Si avvicinano due ragazze.
Le avevamo gia' adocchiate la mattina di quel giorno, stavano tra di loro insieme con un altro paio di amiche, a bordo piscina.
Lei in particolare, con quel bikini giallo tenue...
"Ciao mi chiamo Sara"
Sorrideva, un po' imbarazzata, la maglietta rosa, i pantaloncini jeans molto corti.
Il mio amico stava arrossendo accanto all'altra, una bionda, una coatta..era decisamente provocante e li vidi allontanarsi, l'amico mio ciondolante appresso a quella tipa...
Onestamente non lo invidiavo.
Sara era divertente, mi prendeva le mani, e il suo modo di fare mi portava a confidare in me stesso piu' di quanto non fossi abituato a fare.
Voleva un tiro di sigaretta, le chiesi "si aspetta, ahaha, quanti anni hai te" , lei mi sorride con occhi intensi, ironica e improvvisamente provocante. Prende la sigaretta dalle mie dita e fa un lungo tiro mentre mi fissa.
Cos'era appena successo?
Poco fa mi sentivo a mio agio vicino a lei, adesso era diverso.
Mi fa "andiamo che ti faccio vedere".
Non avrei potuto dire di no.
Poco dopo sono con lei dietro le docce, non c'e' nessuno, e nessuno di noi due indossa piu' una maglietta.
I suoi jeans sono a terra, accanto ai suoi piedi nudi.
I suoi capezzoli erti e la soffice rotondita' del suo seno premono contro il mio petto.
E' li' che me ne rendo conto.
Avevo pensato fosse una innocente amica di risate. Dopo pochi minuti, avevo pensato di essere un idiota. E che lei fosse una qualche esperta, che fosse arrivata da chissa' dove.
Ora che non c'era nessuno, che eravamo solo noi, la vedevo arrossire. Gli occhi non mi fissavano piu', era di colpo timida.
Sapeva solo cosa volesse, ma non altro.
La bacio, la afferro, lei geme con gratitudine.
Le prendo una chiappa in mano, e scorro poi lungo la coscia tonica e liscia.
Le bacio il collo, lei e' ora appoggiata spalle al muro di mattonelle, fresche, del reparto docce esterne.
Fa caldo.
Mi tiro giu' il costume da bagno, superando con uno strattone l'impennato destriero che ondeggia come una spada appena infilzata nel terreno in un vecchio film di Fantozzi.
Lei lo vede, e non ci capisce piu' niente.
Si slaccia il nodo degli slip del suo bikini, mi spinge a sdraiarmi sul prato di fronte alle docce, qualche cespuglio dalle foglie scure e lucenti ci circonda e regala una qualche privacy.
Mi si mette a cavalcioni sopra, e tenendomelo in mano, lo guida dentro di se', spalancando gli occhi chiarissimi e fissando nei miei, tanto profondamente quanto io profondamente mi senta entrarle dentro in quel momento.
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10 ANNI DOPO
Club della Puledra
Allora, dovrebbe essere...si...corridoio..no, ok il piano e' quello giusto.
Ok, allora stanza... 223...ok...ci siamo.
TOC TOC
"Si salve?"
La ragazza che apre la porta , sui 20 anni, e' seria, quasi annoiata.
"Si, sarei Absint, ho un invito di.."
"Ah perfetto, si, entra"
Mi tira dentro afferrandomi il polso, mi dirige add una porta di color rosso scuro.
"Lei ti aspetta, entra pure"
Apro la porta