Oltre al rambismo degli anni ’80, nei quali andava forte Rocky ma nessuno a sinistra aveva a che fare coi muscoli o con una palestra di boxe, il problema che l’estrema sinistra sperimento’ in Emilia era che non riuscivano piu’ a picchiare fascisti.
Per esempio, la vita di Fini nell’ Emilia non era facilissima. Venivano letteralmente cacciati, inseguiti per le strade, e si narra un aneddoto su Fini, che riusci’ a salvarsi dal pestaggio degli autonomi perche’ una signora per pieta’ lo accolsce in casa.
Ma solo pochi anni dopo, in Piazza Verdi, mi capito’ di assistere ad una cosa molto diversa. Un ragazzo di destra che aveva lasciato la moto vicino a Piazza Verdi per andare a prendere un documento in universita’, a Giurisprudenza. Lo conoscevo perche’ andavamo in palestra insieme , a fare Muay Thai, da un maestro di nome Flavio Monti. Un grandissimo insegnante, ma nazista come non so cosa, e specializzato nel togliere le inibizioni (l’inibizione alla violenza fa parte della nostra educazione).
Il tipo era soprannominato Gippo. I tre autonomi , completamente digiuni in qualsiasi cosa fosse combattimento, lo circondarono. Ognuno aveva in mano una grossa catena usata per chiudere le bici. Il Gippo salto’ la sua moto, ponendosi dall’altro lato, e un fesso tento’ di arrivargli addosso, senza notare che Gippo si era messo il casco.
Fini’ con un cosiddetto Sok Tong. Probabilmente una delle tecniche piu’ distruttive del muay thai. LA fortuna dell’autonomo fu di aver rivolto il viso al cielo, cosi’ se la cavo’ con un fracasso del volto. Normalmente la tecnica sfonda il cranio. Letteralmente.
Si salta, usando l’avversario o un oggetto (una sedia, un tavolo, una motocicletta, una roccia) e si piomba sull’avversario col gomito, dall’alto verso il basso.
I due amici si fermarono per soccorrere il pirla che era al suolo in preda a convulsioni, e le convulsioni sono poco belle da vedere, e Gippo sali’ in sella e se ne ando’. Lo rividi in palestra un paio di giorni dopo , dove era perfettamente illeso e mi prego’ di non dirlo a nessuno perche’ la vittima era messa davvero male. Il fracasso del volto e’ una cosa pericolosissima. Per capirci, fa questo alle persone, ed e’ una delle ferite gravi piu’ comuni nell’ MMA.
Oltre all’aneddoto personale, gli anni ’90 videro un cambiamento epocale nei rapporti di forza. Improvvisamente, persino in emilia e persino con numeri soverchianti, picchiare i fascisti divenne troppo pericoloso. Le ferite che lasciavano erano troppo gravi: ferite da pugilato, low kick sui legamenti, tutta roba invalidante o semi-invalidante.
Questo e’ il motivo essenziale per cui non succede mai che , durante un’aggressione fascista ad un omosessuale, qualcuno/a si ribelli facendo del male al fascista. E non succede mai che si senta dire di fascisti picchiati da autonomi, o da centrosocialati. Persino i famigerati black blocks si guardano bene dal provarci, e anche in grande numero.
L’inversione avvenne, circa , negli anni ’90. E riguardava tutta la cultura della violenza: per esempio, perche’ gli aggressori fascisti non trovano mai un/una omosessuale o una trans con la pistola in tasca quando aggrediscono? Perche’ le armi non fanno piu’ parte (con buona parte di arcicaccia) della cultura di sinistra. Ma non perche’ non ne abbiano mai fatto parte; la cultura partigiana ERA una cultura delle armi.
Ma non oggi.
Il resto
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