Cosa sappiamo del rifiuto israeliano di restituire i cadaveri palestinesi?
Di Euronews
Pubblicato il 27/11/2023 - 12:08•Ultimo aggiornamento 19:53
Questo articolo è stato pubblicato originariamente in arabo
L'Euro-Med human rights monitor ha chiesto la formazione di una commissione d'inchiesta internazionale indipendente sulla detenzione da parte dell'esercito israeliano dei corpi di palestinesi uccisi durante la guerra nella Striscia. L'espianto di organi è stata una pratica certa in passato
Dopo che l'Euro-Mediterranean human rights monitor ha pubblicato un report, si è tornato a parlare molto del fatto che le autorità israeliane utilizzino i cadaveri dei palestinesi morti per creare una banca di pelle, rifiutandosi di consegnare i corpi alle loro famiglie. La questione è emersa dopo una serie di rapporti israeliani sull'argomento.
Una commissione d'inchiesta internazionale
L'Euro-Mediterranean human rights monitor ha chiesto la formazione di una commissione d'inchiesta internazionale indipendente sulla detenzione da parte dell'esercito israeliano dei corpi di decine di palestinesi uccisi durante la guerra iniziata il 7 ottobre contro la Striscia di Gaza. Si sospetta anche il furto di organi.
L'osservatorio ha documentato che l'esercito ha detenuto cadaveri del complesso medico Al-Shifa a Gaza, dell'ospedale indonesiano nel nord della Striscia e altri corpi recuperati lungo il corridoio di evacuazione verso il centro e il sud della Striscia di Gaza, la strada principale di Salah al Din.
Secondo l'Euro-Med monitor, l'esercito israeliano ha anche riaperto una fossa comune costruita più di dieci giorni fa in una delle piazze del complesso medico Al-Shifa per riesumare e detenere i corpi lì seppelliti.
Ha sottolineato che mentre decine di corpi sono stati rilasciati consegnandoli al Comitato internazionale della Croce Rossa, che a sua volta li ha trasferiti nel sud della Striscia di Gaza per completare la sepoltura, l'esercito israeliano detiene ancora i corpi di decine di altre vittime.
L'Osservatorio euromediterraneo ha sollevato sospetti sul furto di organi, anche sulla base delle testimonianze dei medici di Gaza, che hanno condotto un rapido esame di alcuni corpi dopo il loro rilascio e hanno notato la mancanza di parti come la cornea, la coclea e altri organi vitali come fegato, reni e cuore.
L'indagine israeliana sulla banca della pelle
Una banca della pelle è un sistema per la conservazione di campioni di pelle di donatori utilizzati per innesti o trapianti.
In un'inchiesta televisiva che suscitò polemiche in tutto il mondo nel 2014, il direttore della Israeli skin bank rivelò che le riserve israeliane di "pelle umana" ammontavano a 17 metri quadrati, un numero enorme se rapportato alla popolazione del Paese.
L'inchiesta, trasmessa all'epoca dal canale israeliano Channel 10, comprendeva confessioni di funzionari di alto livello sul prelievo di organi dai corpi di palestinesi e di lavoratori africani morti e sul loro utilizzo per curare gli israeliani.
Una lunga storia di detenzione di cadaveri
I medici che lavorano in diversi ospedali hanno dichiarato al team dell'osservatorio che la visita forense virtuale non è sufficiente per dimostrare o negare il furto di organi, soprattutto in presenza di precedenti interventi chirurgici.
Hanno dichiarato che è impossibile per loro condurre un esame analitico approfondito dei corpi dei morti trattenuti dall'esercito israeliano durante gli intensi attacchi aerei e di artiglieria e il continuo afflusso di feriti, ma hanno rilevato diversi segni di un possibile espianto di organi.
L'osservatorio ha affermato che Israele ha una lunga storia di detenzione dei corpi dei palestinesi morti. Conserva i cadaveri di almeno 145 palestinesi in appositi frigoriferi, oltre ai circa 255 nel cosiddetto "cimitero dei numeri" - fosse comuni scavate da Israele - e ai corpi di 75 persone scomparse. Tel Aviv nega.
Secondo l'Euro-Med monitor, le autorità israeliane hanno già rilasciato i cadaveri di morti palestinesi ai loro parenti in Cisgiordania dopo un periodo di detenzione, a condizione che non vengano sottoposti ad autopsia, il che potrebbe nascondere il furto di alcuni organi.
Rapporti precedenti
Negli ultimi anni ci sono state frequenti segnalazioni di sfruttamento illegale di cadaveri palestinesi detenuti in Israele, compreso il furto di organi per il trapianto in pazienti ebrei e il loro uso a scopo di formazione e ricerca nei laboratori delle scuole di medicina delle università israeliane, come rivelato nel 2004 dal libro "On their dead bodies" scritto dalla dottoressa israeliana Meira Weiss.
Ma la cosa più grave è quanto ammesso da Yehuda Hess, ex direttore dell'Istituto di medicina forense Abu Kbeer in Israele, che ha confermato il furto di organi umani, tessuti e pelle di palestinesi morti in diversi periodi di tempo, all'oscuro e senza il consenso dei loro parenti.
L'Osservatorio euro-mediterraneo ha sottolineato che Israele, che è l'unico paese che detiene cadaveri, pratica questa politica in maniera sistematica e, come dimostrato nel 2008 da un'inchiesta della Cnn, è il più grande centro mondiale per il commercio illegale di organi umani. Intanto Tel Aviv giustifica la politica di detenzione dei cadaveri solo come un "tentativo di mantenere la sicurezza", ignorando le convenzioni e gli accordi internazionali che la vietano.
A questo proposito Euro-Med Human Rights Monitor ha anche sottolineato che questo rifiuto di consegnare i corpi dei morti affinché le famiglie in lutto possano seppellirli con dignità e in accordo con le loro credenze religiose può equivalere a una "punizione collettiva", che è severamente proibita dall'articolo 50 del Regolamento dell'Aia e dall'articolo 33 della Quarta Convenzione di Ginevra.