"La carta costitutiva di Hamās, scritta nel 1988 (poi abrogata nel 2017) dichiarava che il suo obiettivo è di “sollevare la bandiera di Allah sopra ogni pollice della Palestina”, cioè di eliminare lo Stato di Israele e sostituirlo con una Repubblica Islamica. Questo aspetto rende Hamās una organizzazione politicamente diversa rispetto agli altri movimenti islamisti presenti in tutto il mondo islamico: per statuto infatti, Hamās limita rigidamente la sua attività di lotta di liberazione alla sola Palestina. Questo elemento delimita pertanto l’azione politica di Hamas a una causa strettamente nazionale.
Nello statuto del 1988 si afferma che la Palestina non potrà essere ceduta, anche per un solo pezzo, poiché essa appartiene all’Islam fino al giorno del giudizio.
«Il Movimento di Resistenza Islamico crede che la terra di Palestina sia un bene inalienabile (waqf), terra islamica affidata alle generazioni dell’islam fino al giorno della resurrezione. Non è accettabile rinunciare ad alcuna parte di essa. Nessuno Stato arabo, né tutti gli Stati arabi nel loro insieme, nessun re o presidente, né tutti i re e presidenti messi insieme, nessuna organizzazione, né tutte le organizzazioni palestinesi o arabe unite hanno il diritto di disporre o di cedere anche un singolo pezzo di essa, perché la Palestina è terra islamica affidata alle generazioni dell’islam sino al giorno del giudizio. Chi, dopo tutto, potrebbe arrogarsi il diritto di agire per conto di tutte le generazioni dell’islam fino al giorno del giudizio? Questa è la regola nella legge islamica (shari’a), e la stessa regola si applica a ogni terra che i musulmani abbiano conquistato con la forza, perché al tempo della conquista i musulmani la hanno consacrata per tutte le generazioni dell’islam fino al giorno del giudizio. (Articolo 11 dello statuto)»"