Operaio contaminato dal plutonio in un centro di ricerca nucleare alle porte di Roma, scatta l’allarme.
Un lavoratore in servizio presso il Centro ricerche Casaccia, alle porte di Roma, è rimasto contaminato da sostanze radioattive. A comunicarlo è l’Ageei, l’agenzia di stampa sull’energia e le infrastrutture.
L’incidente che ha coinvolto un operaio di 59 anni è avvenuto presso l’ex impianto nucleare di Casaccia gestito dalla Sogin. I livelli riscontrati alla fine di un turno di lavoro “avrebbero superato di 1000 volte quelli di tolleranza”, spiega l’Ageei. Ancora: “Secondo quanto riferito da fonti locali, al momento del rilevamento il medico della centrale avrebbe avviato a cure mediche il lavoratore, che oggi sarebbe sotto osservazione sanitaria”.
Dalle prime indagini, potrebbe essere stata una non corretta procedura nel togliersi gli indumenti protettivi a causare la piccola contaminazione. A avvalorare questa ipotesi anche il fatto che l'operaio non ha avuto alcun malessere, ma ci si è accorti della sua situazione perché ha suonato ai controlli di sicurezza in uscita dal Centro ricerche. "Il 21 novembre scorso – scrive in una nota Sogin – nel corso di attività di gestione di rifiuti radioattivi all’interno dell’impianto Plutonio, che si trova nel centro Enea di Casaccia, è stato riscontrato un evento di “contaminazione interna” di un dipendente con potenziale superamento dei limiti di dose annuale prescritti dalla normativa.Sogin ha subito informato di quanto accaduto tutte le Autorità competenti.Sono state immediatamente attivate le procedure previste dalla legge finalizzate a tutelare la salute dei lavoratori, così come avviene ordinariamente.I monitoraggi effettuati e conclusi oggi pomeriggio registrano valori confortanti. Sogin continuerà a monitorare la situazione nel rispetto delle procedure previste.Sogin esclude categoricamente che vi sia stata qualsiasi contaminazione dell’ambiente esterno”.
L'Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare-Isin "sta seguendo con la massima attenzione il caso di contaminazione”, spiega in una nota. L'Isin, "nell'immediatezza della contaminazione, ha effettuato una prima ispezione nell'impianto e ha raccolto a verbale le dichiarazioni dei responsabili della struttura sulla dinamica di quanto accaduto. Parallelamente, sta seguendo l'evolversi della vicenda, che sembra al momento non prefigurare conseguenze severe. Una seconda ispezione è stata già programmata e sarà effettuata nei prossimi giorni".
Resta, naturalmente, l'esigenza - come da missione istituzionale dell'Isin - di accertare quanto accaduto "e come si è potuta verificare la contaminazione di un esponente del personale, che dovrebbe operare in piena sicurezza grazie ai dispositivi di protezione previsti dalle normative in materia. Compito dell'Isin è anche accertare, ove vi fossero state, falle nelle procedure di sicurezza o nella loro attuazione e raccogliere elementi per individuare eventuali responsabilità".
I deputati dem Simiani, Peluffo, Di Sanzo, Laus e D'Alfonso hanno intanto presentato un’interrogazione al ministro dell’ambiente Gilberto Pichetto Fratin, chiedendogli se sia stato informato tempestivamente dell’accaduto, quali elementi conoscitivi ha in relazione all'incidente e, in particolare, qual è lo stato di contaminazione del sito e qual è il progetto al quale stava lavorando l'operaio coinvolto, oltre alle informazioni sulle eventuali misure idonee messe in atto per assicurare la massima sicurezza e protezione sanitaria per la popolazione".
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