8anni, 3 titoli, milioni di trick, grind, ossa (virtuali) rotte, analogici distrutti, record infranti sulle leaderboard. Migliaia di ore di gioco per costruire una community, innovando il platform bidimensionale, ibridandolo allo skate in un mondo orfano di Tony Hawk’s Pro Skater (che dopo l’ottimo remake chissà se tornerà stabilmente), privo di un’icona di stile e gameplay. Perfezionismo, innata padronanza del game design e grandi gusti musicali: tutto per arrivare a OlliOlli World, il nuovo manifesto della skate-culture videoludica a firma Roll7.
Partiamo dalla conclusione: OlliOlli World è un’opera straordinaria, di quelle che fanno scuola settando nuovi standard per il genere. Giocandoci si spreme fuori tutta l’ambizione del team inglese, che avrebbe anche potuto accontentarsi, puntare su un progetto conservativo, meno dispendioso, e invece ha voluto rilanciare per ereditare ciò che fu di Jet Set Radio, SSX, Tony Hawk’s Pro Skater appunto. L’ha fatto mantenendo lo scrolling laterale pur abbandonando totalmente il 2D in favore di una tridimensionalità che dà tutt’altra profondità, respiro, possibilità registiche e ludiche per evolvere le meccaniche che hanno fatto la fortuna dei primi due capitoli, costruire un mondo credibile, positivo, coloratissimo, vissuto attraverso piccoli diorami che pare riduttivo chiamare livelli, con parallassi animate, vive, piene di gente ed esseri antropomorfi vari. Una gioia per gli occhi.
Ed è poi nel gameplay, viene da sé, che un gioco del genere deve compiersi, dare spettacolo e soprattutto rendere lo spettacolo alla portata di tutti, con controlli chiari, precisissimi, permettendo al giocatore di sbagliare, riprovarci, migliorare aggiungendo continuamente nuovi layer di evoluzioni, varianti, allungando le dita verso nuovi tasti per creare nuove combinazioni, sempre più freestyle, sempre meno meccanico. Questo, va detto, anche grazie a una distribuzione dei tutorial fantastica, lungo tutti i 5 mondi che compongono l’avventura principale, un insegnamento graduale, estremamente zen come l’ascesa al Gnarvana degli skater che racconta la storia, infiocchettato dalla consueta presenza del “trickzionario” da consultare per scoprire ogni singola manovra eseguibile. L’apprendimento è un’arte e come tale ha bisogno di tempo. Bravissimi.