vabbè ma Russellone aveva una tripla doppia di media
vabbè ma Russellone aveva una tripla doppia di media
Indiana e Dallas hanno lo stesso identico record, 15-15: una è quarta ad est, l'altra è fuori dai playoff ad ovest.
Lo so che è così tutti gli anni, ma ogni volta che guardo la classifica mi viene da rosicare
Certo che se Utah arriva in fondo da primo seed e si becca i Lakers (ad oggi quarti) al secondo giro c'è anche un po' di sfiga
TAFKA Blake Griffin fa buyout e potrebbe andare ai Nets
Tanto per cambiare
Comunque questo Blake sposta davvero poco.
Magari però in un ruolo limitato da 15-20 minuti dalla panchina può ancora dire la sua, come Dwight l'anno scorso a Los Angeles.
Be' be' be', un po' la rotta l'abbiamo raddrizzata con questo 4-0 into the All Star Break. Se Ainge facesse la magata portandoci Jerami Grant, 'sta stagione potrebbe non essere buttata. Ma anche un Bagley III non mi farebbe schifo, basta sia una proper PF.
Bagley
Nel fantanba mi sta fornendo un discreto rendimento dal fondo della panchina, ma a livello di impatto reale è piuttosto scarso.
Poi son d'accordo che a Boston troverebbe sicuramente un ambiente migliore per la crescita personale rispetto a Sacramento, però anche lì alla fine giocatori di talento come Fox e Haliburton riescono a dimostrare di essere validi, Bagley fa molta più fatica.
Poi il peso di essere stato scelto prima di Doncic non glielo leverà mai nessuno. Moderno Sam Bowie.
Invece è arrivato Evan Fournier, non proprio un game changer, ma va a coprire la più grossa mancanza di questa squadra: scoring off the bench. Ed è venuto via a costo zero. Spiace aver perso Theis ma capisco perché e sono contento questo possa se non altro aprire più spazio al Timelord. Verosimilmente stavolta non arriveremo alle ECF, ma Ainge ha fatto quello che doveva fare in base alle opzioni disponibili.
Wagner mi era piaciuto l'anno scorso a Washington, sono curioso di vedere se riuscirà a ritagliarsi un ruolo in biancoverde.
ma i lakers rischiano seriamente di non arrivare ai po?
Mah, ai PO vanno le prime otto e statisticamente attorno all'ottavo posto galleggiano squadre di pochissimo sopra in termini di W/L (ad esempio mi pare ora siano ottavi gli Spurs 22/20 e noni i Grizzlies 21/21); attualmente i Lakers sono 29/17, se effettivamente James sta fuori 4-6 weeks di partite ne salta un bel po' (10-12 penso) e, al di la di stanotte che han vinto, LA ha mostrato che senza Lebron prende schiaffi come niente fosse
Beh, se per arrivarci devono rischiare rientri affrettati per poi piangere due anni di fila, meglio se li saltiamo e la prossima stagione abbiamo davis e bron al 100%
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Gli basta arrivare tra le prime 10, se LeBron e Davis tornano in tempo per i play in sono a posto. Il fattore campo senza tifosi non credo valga più di tanto.
Non lo credo nemmeno io, ma se dovesse succedere di essere messi male, tra spingere il rientro e aspettare la stagione prossima meglio la 2
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Mmh in generale ti darei anche ragione, ma quando hai Lebron in squadra è sempre un win-now. Non ha tanti anni davanti, fargli saltare strategicamente una postseason quando sulla carta sarebbero tra i favoriti è una bella botta.
Tra l'altro, non è una squadra che fa all-in rischiando infortuni per arrivare all'ottavo posto dove vabbè, tanto vale rimandare. Se sono sani, sono un top team.
Si, ma se rischi e davis ti salta due stagioni con un achilleo andato, ritirato lebron finisci nel dimenticatoio prolungato del pre shaq/kobe...
La speranza ovviamente è che stian tutti bene e che si provi il repeat, ma se non si è certi al 100% io pondererei bene le decisioni
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NBA, Nicolò Melli fa ricredere subito un giornalista di Dallas: “Mi sbagliavo”
Dopo averlo definito come "uno buttato dentro" nello scambio per JJ Redick, il giornalista del Dallas Morning News Brad Townsend si è scusato alla prima partita: “Chiedo perdono per quello che è ho scritto, il suo ruolo è evidente”
Brad Townsend è il primo ad ammetterlo: “Parte del lavoro di un reporter è quello di analizzare istantaneamente gli scambi, a volte in maniera poco saggia”. Il giornalista del Dallas Morning News aveva definito Nicolò Melli un “throw-in” nello scambio per portare JJ Redick ai Mavericks, praticamente uno buttato dentro per far tornare i conti e non vedere mai il campo. Invece gli sono bastati i primi 11 minuti al debutto contro Oklahoma City per cambiare idea: “Melli ha giocato 11 minuti di qualità, facendo in modo che i tifosi e almeno uno scrittore vedano in maniera più favorevole il suo arrivo in squadra” ha scritto nel suo articolo sull’azzurro. “Mi scuso con Melli per quello che potrei aver scritto o pensato al momento della trade. Chiaramente mi sbagliavo” ha aggiunto poi su Twitter. A guardare esclusivamente le cifre di Melli, per la verità, non c’è molto per cui entusiasmarsi: in questa stagione coi Pelicans ha tirato solo col 25% dal campo e il 19% da tre punti in 22 apparizioni, decisamente molto poco. Ma Melli ha avuto anche zero spazio, senza entrare mai stabilmente nella rotazione dei Pelicans dopo un primo anno incoraggiante sotto coach Alvin Gentry e soprattutto un'ottima carriera europea alle spalle.
Melli, esordio vincente e i complimenti del coach
Anche con Rick Carlisle non è detto che trovi spazio (nella notte contro Boston ha giocato solo sei minuti), ma se non altro si è già guadagnato la stima dei compagni di squadra, a partire dal più importante di tutti: “Sarà grandioso, è un ottimo giocatore e una grande persona” ha detto Luka Doncic. “Abbiamo creato una connessione immediata. So che gli europei si trovano meglio tra di loro, ma è una bella presenza per il nostro spogliatoio e, come avete visto, ha giocato benissimo”. Anche Tim Hardaway Jr. ha avuto parole di elogio (“Si muove bene senza e con la palla, difensivamente muove i piedi e può cambiare su tutti”) e in generale potrebbe riuscire a guadagnarsi il suo minutaggio dietro Maxi Kleber, con cui condivide alcune caratteristiche. Se i Mavericks vogliono provare la rimonta ai danni di Portland — distante 3.5 partite per il sesto posto che evita di essere risucchiati nel torneo play-in —, l’aggiunta di Melli e di Redick quando sarà pronto potrebbe rivelarsi molto utile.
Melli a Dallas sceglie il n°44 e ritrova Doncic
Con buona pace di Townsend, che comunque si è preso in giro da solo (“Il potenziale di Melli era talmente evidente che solo un giornalista non poteva notarlo”) e dei telecronisti dei Mavs, che per parlare di Reggio Emilia — città natale di Melli — hanno detto: “È vicina a Bologna… ma anche vicina a Verona, la città di Romeo e Giulietta”. Sì, ecco, non proprio ma lo sforzo è apprezzato.