Come vedi Frank Castle?
È un uomo che ha portato la guerra a casa con lui nel peggiore dei modi. Ci sono molte versioni di questo persionaggio, e in tutte è un uomo che ha vissuto un trauma incredibile. Quello che è interessante della nostra versione è che questo trauma riformula la sua stessa filosofia. Non posso dirvi molto, ma la cosa interessante è il modo in cui gli showrunner Doug Petrie e Marco Ramirez hanno costruito la sua storia come un lento ma inesorabile crescendo. È interessante incontrare questo personaggio nel momento della vita in cui lo incontriamo. Vuoi vedere la sua evoluzione, all’inizio lo troviamo in un punto della sua vita, alla fine… in un altro.
Puoi parlarci di alcune delle scelte che hai fatto come attore per portarlo sullo schermo?
L’allenamento e l’elemento fisico sono aspetti molto importanti di ciò che faccio. Fortunatamente conosco persone del ramo militare del quale fa parte Frank Castle. Mi sono allenato con loro, mi sono allenato con molte armi. Ma con Frank la cosa importante è riflettere il vuoto al suo interno. Sta affrontando una perdita incredibile. C’è una enorme rabbia, una furia, la vergogna. Il senso della responsabilità come padre e come marito… se avessi perso la mia famiglia sotto i miei occhi… sarei finito nel posto più oscuro possibile negli ultimi sei mesi.
Cosa comporta tutto questo?
Soprattutto all’inizio, mi serviva moltissimo isolamento. Nei primi mesi facevo delle lunghe camminate sul ponte di Brooklyn verso il set, cercando di isolarmi da qualsiasi influenza esterna che potesse darmi gioia. Se questo sia stato d’aiuto lo scopriremo guardando la serie.
È un ruolo molto fisico, qual è stata la sfida più importante?
Abbiamo un team di stunt che ci porta a livelli mai visti prima al cinema o in televisione. I combattimenti sono cinematografici, non solo l’aspetto fisico ma anche la storia emotiva dietro a ogni combattimento. Si tratta di un lavoro da otto giorni alla settimana per ogni episodio, quando in un film ci vogliono mesi di prove generali per certe coreografie. […] Penso che il modo in cui un personaggio combatte e affronta le avversità e il pericolo dica molto su di lui. Mentre questo personaggio si sviluppa e diventa ciò che conosciamo, diventa anche molto più violento e cruento
Ho visto i primi due episodi. Ci saranno molti spettatori che vorranno che tu uccida quelle persone. Cosa ne pensi?
Una delle cose che non vedo l’ora che accada – sperando che accada – è vedere gli spettatori cambiare idea in continuazione. Ci sono cose nelle quali ci si può identificare, altre cose che rendono impossibile parteggiare per questo personaggio. È ciò che voglio, penso sia nella sua natura. È un personaggio brutale, ma ha avuto un dolore incredibile. E la cosa più bella è che non gli interessa più nulla tranne quello. Ha una missione molto personale, e se per compierla dovrà farti male, la cosa non gli interessa.
Parli di una evoluzione del personaggio in questa stagione, puoi entrare nel dettaglio?
La Marvel tiene tutte queste cose segrete. Posso dire che c’è quest’uomo, succedono cose orribili e tragiche e lui deve affrontarle. L’effetto che gli altri personaggi hanno su di lui lo spingono verso certe direzioni. Penso che una volta che vedrete questi personaggi incontrarsi, succederà qualcosa di molto interessante ed emozionante. Sarà una stagione molto speciale. Se pensavate che la prima stagione fosse dark, preparatevi per andare in un posto ancora più dark.