Stavano da poco attraversando il fondovalle quando individuarono una bizzarra struttura che si alzava tra gli alberi come un'enorme intelaiatura. Senza l'inconsueta verticalità, avrebbe potuto essere parte della foresta circostante; ma quando si avvicinarono videro che si trattava di una serie di travi, rugginose, che delineavano riquadri nel cielo azzurro. Automaticamente rallentarono, guardandosi prudentemente intorno per assicurarsi che non fosse una trappola tesa ai viaggiatori incauti. Ma tutto era perfettamente tranquillo, così continuarono a avvicinarsi, attratti da quella struttura che pareva attenderli in silenzio.Improvvisamente la strada terminò e la bizzarra costruzione apparve in piena luce, le grandi travi metalliche devastate dagli anni, ma diritte e apparentemente robuste come in un passato lontano. Facevano parte di quella che era stata una grande città costruita in anni tanto remoti che ne era morto persino il ricordo, una città dimenticata come la valle e le montagne fra cui riposava... ultimo monumento a una civiltà di esseri scomparsi. La struttura metallica posava solidamente su enormi fondamenta di un materiale somigliante alla pietra, ora sgretolato dalle intemperie e dal tempo. In alcuni punti, erano visibili residui di muri. Un buon numero di costruzioni morenti erano strette l'una all'altra, per diverse centinaia di metri, terminando là dove la muraglia delle foreste segnava la fine dell'effimera invasione umana nella natura indistruttibile. Fra le strutture e attraverso le fondamenta e l'intelaiatura, proliferavano cespugli e alberelli che sembravano quasi soffocare a morte le rovine, più pericolosi del lento sgretolamento del tempo. La compagnia rimase a contemplare in silenzio attonito quelle strane testimonianze di un'altra era, opera di persone come loro, vissute tanto tempo prima. Alla vista delle tetre strutture corrose dalla ruggine, Shea provò un senso innegabile di impotenza.
«Che luogo è questo?» domandò con voce sommessa
Balinor si avvicinò alla struttura più vicina e passò la mano sulla trave metallica. Se ne staccò una pioggia di glossi frammenti rugginosi e deteriorati, mettendo a nudo un grigio-acciaio opaco. Gli altri seguirono l'uomo della Frontiera che camminava lentamente intorno alle fondamenta, scrutando quella sostanza simile alla pietra. Un attimo dopo si fermò a un angolo e spazzò via lo strato di sudiciume e polvere rivelando una sola data ancora leggibile nel muro in rovina. Tutti si chinarono per leggerla.
«Questa città è stata costruita prima delle Grandi Guerre!» esclamò Shea, esterrefatto. «Non posso crederci... deve essere la struttura più antica che sia rimasta!»
«Ricordo quel che ci raccontò Allanon degli Uomini che vivevano allora» osservò Menion. «Fu una grande epoca, disse e, tuttavia, ecco quel che ha da offrirci. Niente più che qualche trave arrugginita.»