E il santo te lo devi cercare.
E il santo te lo devi cercare.
In realtà dice anche che
Quando l'autore noto di una casa editrice invia alla direzione un manoscritto che ha ricevuto, dicendo che vale la pena di prenderlo in considerazione, rarissimamente gli si dà ascolto. Vige la persuasione che l'autore noto abbia rifilato loro qualcuno che lo stava sottomettendo a molte pressioni e che se la sia cavata in quel modo. È triste ma è così.
Ma non è vero. Sarà vero per lui che stava noioso a tutti
No, ma è stato direttore editoriale di Bompiani fino al 1975. Per quanto possibile l'editoria è cambiata tantissimissimo da allora (in peggio, probabilmente).
Ha anche scritto un libretto su come scrivere la tesi ma sai, quando l'ho fatta io non ho trovato una macchina da scrivere con cui seguire le sue indicazioni.
Un mio compagno di corso pubblicò un libro su spinta di un noto prof padovano, per dire. Chi ti presenta, ammesso voglia presentarti, può incidere. Il problema è che tutti vogliono pubblicare e quando non pubblicano è perché l'universo non comprende la loro arte. Se siete veramente bravi uno sponsor si trova, checché potesse dirne eco al camionista scrittore che voleva inviargli il suo romanzo
Ultima modifica di Necronomicon; 04-05-18 alle 19:35
Vi racconto la mia recente esperienza.
Qualche mese fa ho scritto di getto, tra l'altro in orario di lavoro, un racconto horror per il concorso "la paura fa 90 righe", organizzato e indetto nell'ambito del FIPILI Horror Festival, festival tematico cinematografico e letterario che si tiene da qualche anno a Livorno e che nelle varie edizioni ha ospitato, tra gli altri, Argento, Romero, i Manetti Bros., ecc.
A marzo mi comunicano che sono tra i 20 finalisti. Il 29 aprile si tiene la premiazione e viene comunicata la classifica finale, arrivo settimo.
Nella giuria, composta da quattro personalità del mondo del giornalismo, del teatro e dell'editoria, tale Anna Patore, editor italiana per Sperling&Kupfer di Stephen King. Conoscerla e parlarci era il mio obiettivo numero 1, vincere quello secondario.
Prima della premiazione si tiene una masterclass in cui la Pastore racconta la sua esperienza professionale alle prese con SK, svela qualche segreto del mestiere e qualche aspetto molto interessante del lavoro di interpretare il testo originale e arrivare un gradino oltre la mera traduzione. Davvero interessante, inutile dire che appena è finito, e poco prima che iniziasse la premiazione, nel foyer del teatro si forma intorno alla tipa un capannello di nerd appassionati, compreso il sottoscritto.
Ho intercettato diverse risposte a domande che non sentivo, in generale questo è quello che la tipa ha detto:
- presentarsi, in qualunque modo, a una CE è come cercare un lavoro, bisogna fare in modo di costruirsi un curriculum.
- i concorsi hanno fondamentalmente questo scopo: fini a se stessi ci fai poco, se ne vinci qualcuno fa gioco.
- lettera di presentazione: sempre.
- fare parte di una comunità di scrittori: utile se a leggerti è un numero importante di persone (il concetto imho non è molto distante dalla "palestra" di cui parlava Eco).
- è molto, molto utile (avrà anche tirato acqua al suo mulino, ma imho non ha affatto torto) cercare di farsi SEMPRE giudicare da esperti, chiedere le motivazioni a un rifiuto, e se ce n'è la possibilità, appoggiarsi a uno scrittore già affermato per farsi EDITARE (e non per avere lo sponsor e basta). Farsi editare - da chi sa il fatto suo - vuol dire migliorare prima di tutto.
- alla mia domanda su cosa pensasse del self-publishing, ha detto "perché no, ma secondo me è una boiata". Per self-publishing si intendeva mandare il manoscritto a uno di quei servizi on line che ti fanno anche gli album di foto o le magliette con su scritto "omo de panza, omo de sostanza". Io ho insistito che (testuale) "noi aspiranti autori abbiamo bisogno di farci conoscere, ma ancor più di farci giudicare. Ben venga il confronto [nelle comunità di scrittori] ma serve anche della sana selezione". Lei si è detta d'accordo.
Alla fine l'ho contattata giorni fa su Linkedin, per chiederle un giudizio personale "svincolato dalle logiche di classifica o di concorso" sul mio racconto, e qualche altra info o segreto del mestiere, mi ha risposto che ha ricevuto la mail e grazie e a presto. Non so se risponderà mai, però in qualche modo personalmente penso di aver conosciuto una "giusta", chissà che non ne esca può qualcosa di utile. Vi farò sapere...
Naturalmente se qualcuno fosse interessato a leggere il racconto e dirmi la sua mi farebbe molto piacere.
Ultima modifica di Jack Carver; 05-05-18 alle 21:27
grande Jack ottima testimonianza, conoscevo il concorso ma non ho mai partecipato
manda il racconto in pm (se non hai paura di giudizi sinceri e disinteressati )
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"The man in black fled across the desert and the
gunslinger followed." Stephen King - The Gunslinger
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ogni persona che legge i miei scritti mi aiuta a migliorare i miei lavori, trova sempre qualcosa che non va, sia a livello narrativo che grammaticale
rispetto a due tre anni fa penso di essere migliorato tantissimo
se non si è letti non si progredisce, con buona pace di chi dice che non si dovrebbe spammare il proprio racconto a caso
gli scrittori non sono editor e vicecersa... gli editor lo fanno di lavoro e o sono persone che hanno studiato a prescindere, e comunque non basta, o sono persone che hanno studiato per diventare editor e hanno fatto un percorso di miglioramento e da scrittori pubblicati hanno cominciato anche a lavorare per delle case editrici. Cosa comunque diversa da quella che hai detto tu. Poi vabbè, fate come vi pare...
Nel senso che sono due mestieri diversi, certo, ma entrambi sanno riconoscere un testo buono da uno scritto male. Su questo sarai d'accordo che non ci sono dubbi. Poi ovvio che nessuno dei due decreta il successo di un aspirante autore.
È vero, ma imho a un certo punto serve anche che il parere non arrivi solil dall'ultimo arrivato.
Ultima modifica di Jack Carver; 06-05-18 alle 10:58
fratelli, secondo voi mettere due punti interrogativi è corretto, al fine di indicare nervosismo nel personaggio?
No non si mettono mai.
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In un libro non l'ho mai visto fare.
In altro tipo di testi (sceneggiature, fumetti, etc.) è normale usare questo tipo di convenzione, ma secondo me in un testo di narrativa queste sfumature si devono rendere a parole, del tipo:
- Ma come ti permetti? - esclamò John nervosamente
ok grazie
Mi sono messo una mano sul cuore e ho cominciato ad accettare la promozione dell'editore. Prima in un anno sono andato a tre cose, adesso ho già accettato per crema, dopo torino
Il punto è che ho una Yaris mille che tra un po' sbarella e non posso andare in autostrada, in treno non ci sto con gli orari, la figa non mi accompagna più, presenzio proprio perché sarebbe idiota rinunciare a un'eventuale carriera...
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Ultima modifica di Carver; 05-06-18 alle 12:53
magari interessa
https://www.edizioniunderground.it/proponici-un-opera
Scusate, ma volevo condividere con voi questa perla:
corso di scrittura nella mia città organizzato da una (sconosciuta) associazione culturale che scopro (dal sito web) occuparsi prevalentemente di mettere in scena commedie dialettali con attori dilettanti. Docente del corso: una signora che si firma con uno pseudonimo, e che, testuali parole, ha all'attivo "la pubblicazione di un romanzo a puntate su Wattpad."
Sei incontri da due ore. Costo del corso: 150 palanche.
Se non fosse a pagamento ci andrei per farmi quattro risate
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