Non mi ricordo se qui o altrove si consigliava Il destino si chiama Clotilde di Guareschi. Beh, sappiate che BUR ha appena ristampato tutto Guareschi.![]()
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https://www.worldoftrucks.com/en/onl...e.php?id=92274
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Guareschi top.
PS: posso dire esplicitamente cosa penso di chi viene qui a chiedere consigli libreschi, ne riceve a tonnellate, tutti di qualità, e non si fa più vivo? non dico a ringraziare, ma almeno a dire se ha letto qualcosa o meno?
Per carità, non dico che sia questo il caso, è ancora presto, però...
Ragazzi mi manca l'epilogo di Proletkult, stasera lo finiscio![]()
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Purtroppo da mesi sono costretto a leggere in modo discontinuo, per questo contribuisco poco ormai
Qualche giorno fa comunque ho letto alcune pagine di Works di Vitaliano Trevisan, che non mi pare affatto malvagio! Sullo stesso "tema", diciamo, l'anno scorso avevo letto Ipotesi di una sconfitta di Giorgio Falco. Ecco, di quel libro penso di aver detto un gran bene anche qui e in generale Falco è davvero un autore di cui si parla poco, ma che vi consiglio vivamente![]()
In questo mondo / contempliamo i fiori; / sotto, l’inferno (Kobayashi Issa)
It's like just the fuckin' regularness of life is too fuckin' hard for me or somethin' (Chris Moltisanti)
Ordunque, letto ieri sera l'epilogo di Proletkult, ultima fatica di (dei) Wu Ming. Vai con le spigolature letterarie.
Se Q o l'Armata erano romanzi (come Manituana e Altai, che però non ho letto), Proletkult si presenta piuttosto come un racconto lungo, o romanzo breve. Conservato il genere storico, il tema vira molto di più sullo storico-(fintamente)biografico, in un solco già inaugurato in passato e recentemente rinnovato con almeno uno dei racconti de L'Invisibile Ovunque. Dico (fintamente)biografico perché Proletkult è la (una parte della) storia di un relitto umano, realmente esistito (lui: https://it.wikipedia.org/wiki/Aleksa...C4%8D_Bogdanov), raccontata con l'occhio maturo dei suoi ultimi anni e con numerose analessi che rievocano eventi passati che hanno segnato la storia non solo sua, ma della Russia pre e post rivoluzionaria. Perché relitto umano? Perché Bogdanov è uno sconfitto, uno che che è stato messo da parte, uno che è meglio che sta schiscio se non vuole che il nuovo sistema del popolo e per il popolo gli faccia fare una brutta fine (così come avrebbe voluto fargliela fare lo Zar in gioventù). Quindi Proletkult è prima di tutto il racconto (romanzato, ma per certi versi anche storicamente preciso) di Bogdanov, della sua influenza sulle idee della rivoluzione russa e del marxismo, dei conflitti ideologici e filosofici all'interno dei rivoluzionari prima e della neonata unione sovietica poi.
Ma Bogdanov non è stato solo ideologo e filosofo; è stato delinquente; è stato medico (pioniere delle trasfusioni di sangue); ed è stato letterato, più precisamente scrittore di fantascienza, più precisamente ancora (mutatis mutandis) un R.A. Heinlein russo (Fanteria nello spazio, A Noi vivi), uno che con i suoi due libri di fantascienza (il primo soprattutto, del 1908, Stella rossa), raccontando di un pianeta rosso (Nacun; rosso nell'altro senso), ha inteso esporre le idee sociali di un materialismo dialettico, di un socialismo puro che offra al popolo davvero un cambio di regime ed un miglioramento sostenibile delle sue condizioni sociali e dell'amministrazione del potere. Miglioramento che, al di là dei proclami grillini del Soviet supremo, a 10 anni dalla Rivoluzione, sotto l'egida del compagno Koba, non è che il popolo riesca poi così tanto a vedere.
Ora, immaginatevi voi, scrittori di fantascienza, ex rivoluzionari messi da parte, rintanati nel vostro sanatorio e costretti in sostanza ad una vita da borghese piccolo piccolo che è la stessa contro cui in gioventù avreste lottato, vedervi arrivare un bel giorno, dal nulla, una persona che sembra uscita dal vostro romanzo, che vi racconta di essere stata concepita da un vostro ex compagno rivoluzionario sul pianeta socialista (Nacun, appunto) e di essere appena giunta sula Terra alla ricerca del padre, scomparso da almeno 20 anni. Come vi sentireste? Ecco, Proletkult è allora anche la storia di questa altra persona (Denni) e dell'aiuto che domanda a Bogdanov per rintracciare il padre (Leonid). Ricerca che si protrae per tutto il racconto, in questo accomunando la sensazione di fondo nel lettore con quella che si prova (e qui credo l'abbiamo provata in molti) leggendo Cuore di Tenebra di J. Conrad. Questo Leonid è un Kurtz russo, dato per disperso anni e anni prima della rivoluzione, che in un certo momento, ritornato dopo mesi di assenza dal nulla e prima di scomparire di nuovo nel nulla (questa volta per anni), ha potuto raccontare a Bogdanov di essere stato sul pianeta socialista (Nacun) ed avere visto cosa significa il socialismo puro, quello che va realizzato, quello che poi Bogdanov stesso descriverà in Stella rossa. Alla fine, come in Cuore di tenebra, questo Leonid che viene cercato per tutto il romanzo (spoiler ovvio) verrà trovato e l'incontro finale tra Leonid e Bogdanov non andrà come quest'ultimo si sarebbe potuto aspettare (mentre il lettore ben avrebbe potuto intuire).
Quindi Proletkult è la storia di Bogdanov e di Denni. Ma in sostanza l'intreccio appare abbastanza debole (ritengo volutamente); sicuramente più debole dei precedenti citati (Q e Armata), che sono romanzi storici tout court. La vicenda è lineare, si risolve in 330 pagine (cioè la metà dei precedenti citati) e, a mio modo di vedere, è presentata più come un filo conduttore su cui innestare una serie di analessi volte a ricostruire il clima politico-ideologico di un'epoca, quella della rivoluzione, il fermento filosofico che l'ha contraddistinta e le conseguenze che questo fermento ha prodotto sulla Russia. L'epilogo poi, anche per rispettare il dato biografico, è abbastanza telefonato (allo stesso modo in cui è abbastanza telefonato l'epilogo de L'uomo che uccise Don Quixote di Terry Gilliam, per chi lo ha visto). Alla trama è poi pure sotteso un tema fantascientifico, che in principio m'ha dato una sensazione di relazione con altro libro che ho recentemente letto (Il problema dei tre corpi di Liu Cixin), e che però verso la fine sfuma lasciando spazio ad una sensazione diversa (ma quello che Leonid ha visto, lo ha visto come? anzi, perché? Di più non posso dire se non sotto spoiler) e nell'epilogo, a mio modo di vedere, lascia aperte due strade). In sostanza:
Complessivamente, Proletkult è un romanzo breve scorrevole; lo stile (come già detto) è ormai divenuto omogeneo (seppure sia un romanzo scritto da più teste e più mani), anche se a sensazione devo dire che la prima metà si fa preferire alla seconda. Qualche digressione nel passato potrebbe dare l'impressione di dilungarsi un po' troppo rispetto al resto, ecco; però la lettura è agile. La sensazione finale, in ogni caso, è che rispetto all'Armata Proletkult non sia un passo avanti (come non lo era stato L'Invisibile ovunque, del resto); probabilmente non vuole nemmeno esserlo, ma vuole essere altro e quindi non è forse nemmeno corretto il paragone. Però è un romanzo che, sebbene non sorprende il lettore per la sua maggiore convenzionalità (a tratti quasi maniera), a mio modo di vedere merita senz'altro di essere letto, almeno da voi pochi (ma buoni) del circolino.
Ultima modifica di Zhuge; 17-01-19 alle 09:55
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Intanto, grazie e complimenti per l'esaustiva e abbondante analisi, Zhuge.
Personalmente, mi hai entusiasmato e il libro è già in wish (sempre in attesa di un'Armata 2, of course...)
Inviato dal mio VFD 600 utilizzando Tapatalk
Non c'è di che.
Also, letta la prefazione e i primi due raccontini di Principianti di Raymond Carver. Un senso di vuoto m'assale...
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Sapesse che il suo nome viene usato come nick da shogun...![]()
Mr Pink, Guerriero da tastiera !!! Profilo su steam.
Lista chiavi Steam
Problemi con l'inutile svapo o altri? La soluzione è qui.
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io ho preso qualche tempo fa (black friday? boh) Will you please be quiet, please? a poco su bookdepository e mi sto leggendo un racconto ogni tanto