Ho finito due romanzi che non potevano essere più antitetici.
Il primo è Ready Player One di Ernest Cline. Per dirla alla Boris, è "una bella cazzatona per ragazzini, tutte minicar". Solo che al posto delle minicar ci sono videogiochi, film e musica anni '80. E' scritto in modo scorrevole e si legge piacevolmente, ma senza tutta la marea di citazioni resterebbe ben poco e non penso che possa avere il minimo appeal per chi non è in grado di coglierle o apprezzarle. Le parti in cui descrive la società futura sono le più interessanti, mentre tutta la storia d'ammmore è semplicemente atroce. Comunque intrattiene e l'obiettivo era questo, in fondo.
Il secondo è Il Padiglione d'oro di Yukio Mishima. La vita dell'autore meriterebbe un romanzo a parte. Nel Padiglione d'oro ricostruisce un fatto di cronaca e lo usa per fare una lunga e profonda riflessione filosofica sulla morte, la bellezza e altri temi, alla luce degli insegnamenti del buddismo. Sicuramente non sono riuscito a comprenderlo pienamente, visto che la mia conoscenza del buddismo rasenta lo zero, ma è un libro da leggere.
Ho iniziato Mai dimenticare di Michel Bussi. Vediamo se torna al livello di Ninfee nere