
Originariamente Scritto da
Ataru Moroboshi
Si parlava di Mai dimenticare di Michel Bussi, che avevo messo da parte per leggere altri libri.
Come da tradizione dell'autore, ha una trama estremamente ingarbugliata, ma in questo caso Bussi ha resistito alla tentazione dello spiegone finale, con i pezzi di un complicatissimo puzzle che si ricompongono per magia nelle ultimissime pagine. Questa volta i misteri vengono risolti man mano che gli eventi procedono.
La storia è senza dubbio avvincente, soprattutto nella seconda metà.
Io però con questo romanzo ho avuto un solo, grandissimo problema: ho odiato il protagonista sin dall'inizio.
Un po' perchè sembra costruito per suscitare la simpatia e l'ammirazione del lettore, con tutte le caratteristiche dell'emarginato in cerca di riscatto. Solo che questo comportamento di solito mi fa l'effetto contrario e, infatti, mi è stato subito antipatico.
Ma soprattutto perchè si comporta come un perfetto imbecille. Quando deve prendere una decisione, sceglie sempre l'opzione peggiore. Ogni santa volta. E non c'è praticamente mai un motivo che giustifichi quello che fa. Le prime 250 pagine sono un susseguirsi di comportamenti illogici e azioni assurde che hanno il solo scopo di far procedere la trama o innescare un determinato evento previsto dallo scrittore. Più di una volta mi sono ritrovato a posare il libro chiedendomi "Ma perchè?".
In ogni caso, chi saprà chiudere un occhio su questo difetto e apprezzare più di me il buon Jamal, si troverà davanti una storia appassionante, scritta come sempre bene e in modo scorrevole.
Non è al livello di Ninfee nere, ma è sicuramente meglio de La Follia Mazzarino.
Altre letture estive.
La sposa scomparsa di Rosa Teruzzi. Ottimo esempio di come l'ostinazione nel far per forza corrispondere un personaggio a uno stereotipo possa rovinare un libro. L'ho preso perchè in teoria ci doveva essere "un trio di scatenate detective" e pensavo che potesse essere interessante, invece del solito commissario, vice questore o poliziotto. Invece la protagonista è una sola, l'unica delle tre ad essere un minimo interessante e con una personalità vagamente realistica e sopportabile. Poi ci sono la figlia, che in quanto donna forte passa tutto il tempo con l'aria torva e incazzata a risponderle male, e la madre, che in quanto donna libera è disinibita e compare solo per fare battute a sfondo sessuale. Che va bene all'inizio, ma alla decima volta che l'ultrasettantenne fa l'allusione sessuale o si presenta con un uomo di 20 anni di meno (e certo, il mondo è pieno di cinquantenni che vanno con le settantenni, come no), volevo tirare il libro sul muro. La storia comunque è scorrevole e il giallo è moderatamente interessante, ma non credo di proseguire con la serie.
Freddo a luglio di Joe Lansdale. Riassumendo: bella premessa, svolgimento pigro. La prima parte è molto interessante, ma dopo il primo colpo di scena, la storia va avanti in modo molto lineare e privo di sussulti e tutto va come ci si aspetta. Non è brutto, ma siamo lontani dal miglior Lansdale.