sono un grande amante della sua scrittura ...e quello non è "roba sua".
In effetti l'autore stesso alla fine del romanzo scrive che lo aveva iniziato e poi lasciato li' per anni. Lo aveva ripreso deciso a finirlo e poi lo aveva riabbandonato. Alla fine lo ha riscritto ma non ricordando piu' come voleva farlo chiudere inventò un nuovo finale...
..insomma tutte queste stesure e cambi di idea purtroppo nel romanzo si avvertono.
La scrittura è inizialmente confusionaria, la fabula mal intrecciata. La scusa vuole essere che la voce narrante sia un alcolista puttaniere (in Svizzera pare ce ne siano parecchi ). La narrazione si perde in continui intermezzi curiosi ma poco importanti. A 3/4 del romanzo arriva pure ad utilizzare l'escamotage meta-letterario del libro scritto da terzi.
Durrenmatt ama giocare con i concetti aulici e le situazioni al limite. Legalità e giustizia non sono sempre la stessa cosa nei suoi romanzi. Questo inizialmente pareva proprio il manifesto di questo suo credo... purtroppo via via scoprendo i fatti pure questa speranza è andata persa.
Cosa rimande dal cestinare completamente questo "Giustizia" allora?
Un finale davvero degno dei fatti!
L'autore riprende in mano la storia.
Tutto viene riletto e riscritto finalmente senza sbalzi etilici dalla mano di un editore e scopriamo la Verità Vera di quanto accaduto. Pochino per consigliarlo, ma sufficiente per non pensare di aver buttato una settimana e 15.00 euro. (Ah! L'edizione Adelphi!!! Che furto! 18 euro per un romanzo di 30 anni fa edito pure male! Bordatura larghissima per aumentarne il numero delle pagine )
Ti incuriosisce Durrenmatt? Ottimo. Leggiti "La panne"