Io invece per il momento non sento la necessità di guardarmi intorno. Faccio il libero professionista e disegnatore di arredi part time, entrambe le attività sono in continua crescita ed evoluzione.
Il bello di non avere un lavoro normale, credo.
Io invece per il momento non sento la necessità di guardarmi intorno. Faccio il libero professionista e disegnatore di arredi part time, entrambe le attività sono in continua crescita ed evoluzione.
Il bello di non avere un lavoro normale, credo.
Disse il saggio: Non innamorarti della tua azienda, perchè non puoi sapere quando la tua azienda si disinnamorerà di te.
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Visto che si parla di lavoro, chi più soddisfatto chi meno, voi rifareste gli stessi studi (e quali erano se posso chiedere)?
Se no, su cos'altro puntereste e perché?
Inseguireste sempre "ciò che piace" oppure andreste su qualcosa di più conveniente al lato pratico?
Rispondete come se steste parlando al voi stesso di anni addietro
geometra.
no.
ragioneria.
avere un foglio di carta (straccia) con uno pseudo titolo stampato sopra e che non mi obblighi a terminare un corso di studi all'università per avere quest'ultimo (all'epoca l'istituto per geometri non era un mero liceo che non ti da un bel niente al termine del quinquennio).
conveniente lato pratico ma soprattutto economico.
Io probabilmente cambierei.
Ho studiato ingegneria ambientale e sono finito comunque a lavorare nell'IT. Probabilmente tornando indietro sceglierei ingegneria informatica.
In ogni caso penso sia fondamentale, visto il periodo che stiamo vivendo, essere pragmatici nella scelta degli studi e scegliere qualcosa che dia prospettive lavorative.
Trovarsi a 25-26 anni con un titolo di studio inutile in mano è umiliante e ti fa pensare di aver sprecato anni della tua vita e spesso anche tanti soldi.
Se si è appassionati di filosofia, letteratura, arte, si può coltivare questa passione anche senza laurearsi in quella disciplina. Poi diciamoci la verità, sono pochi gli studenti che davvero amano queste cose (e intendo tanto da dedicarvici la vita), la maggior parte sono persone che semplicemente hanno un'avversione per le materie scientifiche e la matematica, ma preferiscono continuare a studiare anziché cercarsi un lavoro. Chi se lo può permettere ben venga, si vive una volta sola, ma purtroppo non tutti sono così fortunati.
Proprio perché si vive una volta sola e il tempo che possiamo dedicare agli studi (senza lavorare nel frattempo) è limitato io penso che si debba fare una scelta pragmatica, perché altrimenti il rischio di pentirsene è alto.
Ultima modifica di Lars_Rosenberg; 27-07-16 alle 11:36
This, aggiungo che per quanto ti possa piacere una disciplina in molti casi il tuo lavoro consisterà nel fare roba che ha poco a che fare con quello che ti piace e hai studiato, anche se lavori nello stesso campo.
Esempio: ho studiato Architettura, mi piaceva un po' di tutto, dallo studio delle tecniche costruttive, ai diversi linguaggi delle correnti stilistiche, la modellazione e il rendering... bene, uscito dall'università ti ritrovi a compilare moduli excel (fatti di merda impastata con il piscio, che sformattano appena tocchi qualcosa) per la pratica comunale della ristrutturazione della signora Pina.
Se ti sbatti e ti va di culo (come a me), puoi esprimere la tua creatività progettando isolamenti e impianti. Sembra triste, ma mi piace davvero, giuro!
Insomma, quello che voglio dire è che anche se lavori nell'ambito dei tuoi studi probabilmente farai per il 90% del tempo un lavoro poco stimolante, a meno che non decidi di diventare quell'1 su 1000 che "ce la fa", mettendo insieme tonnellate di forza di volontà, talento, famiglia economicamente solida e culo.
Quindi tanto vale che scegli di alienarti per qualcosa che frutti qualche soldino in più.
Ho risposto praticamente a tutto, tranne quello che farei tornando indietro: non so, alla fine mi sta andando abbastanza bene, anche perchè ad Architettura ho conosciuto la mia donna. Se proprio dovessi cambiare farei Ingegneria navale o Ingegneria meccanica.
Ultima modifica di Arnald; 27-07-16 alle 11:16
Verissimo, questo è un limite dell'università italiana, molto teorica e slegata dalla praticità del lavoro, ma penso che sia almeno in parte vero per ogni università anche estera perché l'università deve darti le conoscenze per affrontare una professione, ma non può concentrarsi su tutti i ruoli professionali esistenti (anche perché spesso questi cambiano rapidamente e un professore universitario non può conoscere nel dettaglio lavori che non svolge personalmente).
Il mio titolo di studio, pur essendo ingegneria, è relativamente poco conosciuto e un po' di nicchia, quindi mi sono sentito un po' frustrato a volte quando cercavo lavoro e negli annunci tutti cercavano solo ingegneri gestionali, meccanici o informatici. Spesso finivo per ripiegare su annunci che richiedevano una generica laurea in ingegneria (o in materia scientifica).
Alla fine penso di essere stato fortunato, ma anche bravo, perché ho colto l'occasione di entrare in una grande azienda dell'IT che mi ha formato per qualche mese e poi grazie alle conoscenze acquisite sono riuscito a farmi assumere da una concorrente con condizioni nettamente migliori
E sebbene in entrambi i casi fosse richiesta una laurea in una facoltà scientifica, e quindi la mia laurea in ingegneria ambientale sia stata necessaria, ciò che ha influito maggiormente è stata la mia passione per il settore informatico, che mi ha portato a studiare autonomamente cose che poi sono state fondamentali nei colloqui. Ora però che io sappia progettare un pozzo di estrazione del petrolio o che sappia mettere in sicurezza un versante dalle frane è totalmente ininfluente per la mia carriera e un po' mi dispiace, però tutto sommato penso di essere più contento così, specialmente perché vedo la situazione in cui si trovano i miei ex compagni di corso, che sono rimasti nel settore ambientale.
Ultima modifica di Lars_Rosenberg; 27-07-16 alle 11:56
Io ho fatto informatica allITIS
Mi han cacciato fuori con un 62 ed una pedata nel culo dopo 7 anni. Ho studiato poco ed è un errore che mi fa rimuginare parecchio.
C'è da dire che la mia vita da operaio ha tantissimi lati positivi.
Qualche rimpianto c'è ma non tornerei indietro
Dal punto di vista della crescita personale rifarei esattamente quello che ho fatto, liceo, facoltà scientifica, tesi di laurea e tutto.
Dal punto di vista professionale, ragioneria e una qualche variante di Economia o Scienze Polemiche, per inziccarmi comodo e sereno in un ufficio a fare il passacarte senza grosse responsabilità e pensieri. Non ne vale la pena.
In realtà dipende da quanto abbrivio hai - in un lungo, lunghissimo, arco di tempo - nello sgomitare per fare quello che ti piace, che sia l'ingegnere, il medico, l'artista, il coso che paciuga nei robi. Perchè in misura più o meno spiccata devi avere l'attitudine di uno che vive per lavorare, sia per riuscire, che per emergere, che per mantenere e tantopiù per progredire.
Io sono uno che lavora per vivere senza esitazioni, e sono già parecchio stufo.
Every normal man must be tempted, at times, to spit on his hands, hoist the black flag, and begin slitting throats.H. L. Mencken
Quoto tutto.
Io sinceramente poi, per senso pratico ora acquisito a forza, mi sarei evitato la dannazione della laurea umanistica (e, soprattutto, le successive, estenuanti tribolazioni nell'ambito della ricerca accademica) per un semplice diploma e/o laurea di 3 anni che mi avesse permesso di fare placidamente il forestale.
Parole da disilluso, lo so. Ma questa vitaccia, dopo i trenta, comincia a presentarti conti sproporzionati per ogni scelta non convenzionale e per le "sviste" (anche veniali) di pianificazione.
Non so, ma penso che in genere il buon Vez possa confermare
Ultima modifica di Milton; 27-07-16 alle 14:15
In questo mondo / contempliamo i fiori; / sotto, l’inferno (Kobayashi Issa)
Io ho un contratto a tempo indeterminato ma continuo a guardarmi intorno.
Non perchè voglia cambiare lavoro, ma perchè sono assunto come guardiano di un faro.
Bado senatore a vita
Anche considerando i naturali mutamenti d'opinione nel corso degli anni, parecchio.
Più di quanto sopporti la questione trasferte/cantieri/progetti/sbatta.
Aggiungo che dopo una quindicina d'anni di trotto e galoppo, la somma di quello che mi ha dato non fa il pari con quello che sento* di aver mancato.
* perchè son pur sempre discorsi fatti col senno del poi, e le potenzialità non sono certezze.
Ultima modifica di golem101; 27-07-16 alle 17:36
Every normal man must be tempted, at times, to spit on his hands, hoist the black flag, and begin slitting throats.H. L. Mencken
Io a volte mi chiedo se potrebbe essere diverso. Poi penso che lavoro a 800 metri da casa, che finite le otto ore prendo la bici e sono subito a casa dai miei figli,e dall'anno prossimo prenderò quasi 1500 euro al mese senza spese di trasporto.