@Zhuge: dopo leggo meglio tutto, ma hai menzionato la formazione tecnica con gli istituti che in Germania hanno 10x gli iscritti che in Italia. Io un ITS lo sto frequentando ora, e prima del lockdown lavoravo in simultanea. Ti posso dire che ci sono forti dubbi sull'utilità del corso, o meglio, non sull'utilità in sé del corso (che è comunque perfettibile sotto molti aspetti), ma sul titolo di studio rilasciato: in Italia c'è anche questa di distorsione.
Basta guardare gli annunci di lavoro per rendersene conto, di quanti cercano "diplomati in ragioneria o laureati in economia", piuttosto che cose spettacolari tipo "diplomato in perito tecnico o laurea magistrale in ingegneria meccanica" - stessa cosa proprio. Hai voglia a dire "ci servono figure professionali qualificate" se poi diplomato e laureato hanno lo stesso inquadramento, svolgono le stesse mansioni oppure (come avviene in aziende strutturate) l'avanzamento di carriera è strettamente dipendente dal titolo di studio, che è l'estremo opposto della distorsione.
Il nonsense più totale, e in questo sistema piazzi l'ennesimo titolo di studio intermedio tra diploma e laurea - le aziende stesse hanno pochissima cognizione di causa dei diplomi tecnici superiori, perché tanto a 1500€ al mese si pigliano il laureato in economia o ingegneria che va bene per tutte le stagioni.
EDIT: aggiungendo anche che, come la laurea, il diploma tecnico superiore è riconosciuto dal quadro europeo ed ha dei corrispettivi esteri che in altri paesi (Francia, Germania) hanno una tradizione molto più radicata, quindi di nuovo, l'ennesimo iter di formazione che alla fine incentiva a sloggiare dall'Italia. Non solo, ma per esempio in Svizzera è anche riconosciuto ad un livello superiore (V Europeo, VI Svizzera, stesso livello della laurea), quindi incoraggia pure a fare i frontalieri