Per me visibilità ok:raffag:
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Anche io ti rifaccio presente quanto ho detto dall'inizio: in questo paese ci sono molti più giovani qualificati di quanti siano i posti di lavoro disponibili, non c'è alcun bisogno di altri giovani disoccupati.
Ognuno è libero di avere le proprie convinzioni da cittadino del mondo, ma un dato di fatto è questo, e l'altro è che per ora l'Italia è uno stato sovrano che deve garantire per Costituzione alcuni diritti prima di tutto ai propri cittadini, poi vengono gli altri quando possibile.
Gli USA di inizio secolo scorso avevano bisogno di immigrazione, l'Italia di oggi no.
Alludi all'articolo costituzionale dove l'Italia sarebbe una repubblica fondata sul lavoro? Bella favola.
I giovani qualificati sono destinati a posti di lavoro saturati. Chi entra non per forza (anzi raramente se il tuo bersaglio sono i migranti dell'area mediterranea e africana) comporta una minaccia per loro mentre, invece, possono portare manovalanza nei settori che questi laureati, anche giustamente, rigettano.
Mi aspetto per coerenza che chiuderesti le porte anche a tedeschi, francesi, inglesi, statunitensi e così via, perché loro sì possono offrire maggior competizione nei quadri più alti.
Purtuttavia, l'Unione Europea mi parrebbe concepita su presupposti diversi da quelli che mi pare tu stia auspicando, perché se è vero che un senegalese (o uno svizzero, o un norvegese) sono out per questo concetto élitistico di "unione", non lo è un polacco, un estone o un lituano. la coperta è corta, amico mio, anzi non c'è, quindi a mio modo di vedere, non è più il tempo delle mura teodosiane. Piuttosto va riorganizzata tutta l'Europa davanti ad un'onda che non puoi arrestare e al massimo ti puoi incazzare con chi c'era a Dublino. O a Maastricht.
Comunque, inoltre, finché uno Stato ha un coefficiente di riproduzione al di sotto del 2,1 figli per donna, uno Stato avrà sempre bisogno di stranieri se vuole mantenere lo stesso regime produttivo. Inoltre, parti dal presupposto che se hai x disoccupati è perché mancano x posti, invece magari hai x disoccupati perché il lavoro x per il quale si sono formati è coperto e non sono in grado/ non vogliono svolgere i lavori y e z
Cima, capisco il tuo concetto e per fortuna ho letto alcune precisazioni... meno male, perché mi stava già sapendo l'antiboldrinismo :asd: in Italia non abbiamo bisogno di carne da cannone disposta a fare qualsiasi lavoro "umile", da altre parti (mi viene in mente la Germania essenzialmente) la situazione è diversa ed il tessuto industriale necessita di manovalanza extra. Bene, pacifico. Detto questo, continuo a ritenere la gestione di tutta questa emergenza a dir poco orripilante, a livello pratico, teorico e politico. Tra l'altro, fermo restando che il tessuto industriale tedesco è formidabile, siamo sicuri che riescano ad assorbire 800k o più persone ogni anno? E se ne arrivano 3 milioni?
un altro enorme problema è che di riffa o di raffa pure qui arrivano molte "risorse" inutilizzabili (quando va bene, quando va male si dedicano a spaccio, furti e vendite abusive). Gente fondamentalmente non integrabile, sia per resistenze/mancanza di voglia loro sia per le solite immani carenze della pubblica amministrazione italiana.
Fatti un giro in una qualsiasi piazza/fermata di tram a Roma e vedi un po' com'è la situazione :asd:
Da ubriaco l'altra sera ho pensato alla storia della "repubblica fondata sul lavoro". In un futuro a medio termine questa frase non vorra' dire niente.
A meno che non diamo la cittadinanza ai robot.
Esagerazione, lo so.
In realtà ho anche specificato che l'Italia non solo non deve, ma soprattutto non può, assorbire tutta l'immigrazione. Anche in questo caso non mi sembra male il caso svizzero: se sei profugo sei accolto e accompagnato; se sei ad esempio un migrante economico sei benvenuto, ma al momento in cui pesi sullo stato (es. richiedendo prestazioni assistenziali) può esserti revocato il permesso di soggiorno. E comunque i profughi vengono poi ridistribuiti all'interno di tutta la Svizzera, o portati in altri luoghi europei. Sottolineo nuovamente che la questione non dovrebbe essere solo un problema europeo e non lo è infatti, dato che nonostante tutte le paure, i PS assorbono solo il 14% di tutti i profughi dell'Area Mediterranea/africana/vicino-orientale mentre l'86% è accolto da PVS (al primo posto la Turchia, al secondo il Pakistan).
Mi scuso per la fretta ma devo andare a lavorare.
La Costituzione e le norme internazionali non sono favole e non si possono invocare solo quando fa comodo alle proprie tesi, tipo nel caso del diritto di asilo.
Ai cittadini dell'UE non si possono chiudere le porte perché sono tutelati dal diritto di libera circolazione dei lavoratori sancito dall'articolo 45 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea. I cittadini statunitensi possono entrare solo con un passaporto e per vie lecite, se arrivassero su un barcone dovrebbero essere rispediti indietro anche loro.
Per quanto riguarda i giovani disoccupati, se fosse vero (e ormai non lo è più, visti i numeri oceanici della disoccupazione e la quantità di persone che sarebbero disposte a fare qualsiasi lavoro pur di avere un'entrata) che sono troppo choosy, si tratterebbe solo di attendere che la società riequilibri in maniera endogena questo sbilanciamento. Ad un certo punto le pensioni elargite in maniera scriteriata a nonni e parenti assortiti finiranno, con l'estinzione degli stessi, e con esse la possibilità di rimanere anni senza far niente in attesa del lavoro perfetto, per quelli che ancora possono permetterselo.
Infine, il tasso di riproduzione dipende dalla capacità della società di offrire una prospettiva di futuro. Nell'Italia del dopoguerra, in mezzo alle macerie, c'era una natalità ben superiore a quella attuale, perché esisteva la speranza in un futuro di crescita e miglioramento delle condizioni sociali. In assenza di queste condizioni, l'introduzione di masse di disperati, per di più provenienti da altre culture spesso incompatibili con quella italiana ed europea, non solo non risolve affatto il problema della bassa natalità, semmai crea ulteriori gravi squilibri e basta.
Speravo ci fosse una data precisa, del tipo il più giovane assunto prima del 1995 coi contributi al quale dobbiamo tirar sfiga :asd:
Il passaggio dall’uno all’altro sistema di calcolo è avvenuto in modo graduale, distinguendo i lavoratori in base all’anzianità contributiva. Si sono così create tre diverse situazioni: i lavoratori con almeno 18 anni di anzianità contributiva a fine 1995 hanno mantenuto il sistema retributivo; ai lavoratori con un’anzianità contributiva inferiore ai 18 anni, alla stessa data, è stato attribuito il sistema misto, cioè retributivo fino al 1995 e contributivo per gli anni successivi; ai neoassunti dopo il 1995 viene applicato il sistema di calcolo contributivo.
Quest’ultimo criterio di calcolo comporta una consistente diminuzione del rapporto tra la prima rata di pensione e l’ultimo stipendio percepito (cosiddetto tasso di sostituzione): per i lavoratori dipendenti con 35 anni di contributi, la pensione corrisponde a circa il 50-60 per cento dell’ultimo stipendio (per gli autonomi si ha un valore assai inferiore) e si rivaluta unicamente in base al tasso dell’inflazione (...).
da: "L'evoluzione del sistema pensionistico in Italia"
http://www.covip.it/wp-content/uploa...ne_sistema.pdf
E dopo meno di un'ora è di nuovo li' a wottare: credetemi se vi dico che questo non è un buon segno :uhm:
(non è certo una cosa da spiegare ai barbogi, lo dico per i ragazzetti ché ho a cuore il loro futuro)
- - - Aggiornato - - -
Io andrei direttamente al bar, se vieni con me mi fai compagnia :sisi:
No comunque bellissimo qua dentro; non fraintendete, mi sento un po' come se fossero tornati in blocco Bobo e quell'altra di Singapore amica di Jaqen :sisi:
ma se un italiano non riesce a pagare le bollette, gli conviene prendere la cittadinanza siriana (tanto con la fame di carne da cannone che ha assad gliela dà subito) e poi tornarsene in italia come profugo? :asd:
Favola riguardo alla reale applicazione, e applicabilità, di questo principio costituzionale in una società moderna. Io sono naturalmente favorevole a questo articolo, ma constato la realtà dei fatti.
So che i cittadini dell'UE hanno libera circolazione, ma questo pone parte dei problemi che hai evocato.
Come penseresti di requilibrare la società in modo endogeno? Numeri chiusi alle università? Abbandono dei settori primario e secondario?
Guarda che tutta l'Europa Occidentale ha un tasso inferiore al 2.1, con solo alcuni stati al 2.1 (Irlanda e Islanda, ad esempio) e mi pare solo il Kazakistan sopra a questa soglia. Ma il basso tasso di fecondità non riguarda solo la congiuntura economica; semmai fu il baby boom un fatto eccezionale seguito da un altro fatto eccezionale, aka la seconda guerra mondiale. Quella moderna non è una società fatta per avere figli a profusione e anche gli stranieri di seconda generazione che giungono da un'area di sviluppo ad una sviluppata tendono a fare meno figli. Oggi il numero medio di figli per donna in Svizzera è 1,5 risultante dal valore medio di figli di svizzeri (1,4) e di stranieri (1.8). Solo cinque anni fa la media di figli della popolazione straniera residente in Svizzera era del 2.3
in questo momento storico conviene andare all'estero.
C'e' un calo di immigrazione (regolare intendo) http://www.europa-in.it/notizie/cron...i-3455727.html
Cosi' come il boom di imprese aperte da stranieri e' in realta' dettato dal crollo di quelle gestite da italiani.
Senza contare che anche gli stranieri accusano la crisi, leggevo che le rimesse in patria con crollate, per la comunita' cinese riportavano crolli del 60% rispetto agli anni precedenti.
In questo momento converrebbe andare in medio oriente ma restarci mi sa
why not? alcune facoltà lo hanno già, perchè non farlo per tutte? è istruzione di livello superiore, non scuola dell'obbligoCitazione:
Numeri chiusi alle università?
Difatti la mia non era una provocazione. Anche se, secondo me, si dovrebbe già selezionare l'accesso alle scuole medie superiori come il liceo, per non impoverire ancora di più la disponibilità di lavoratori.
Resterebbero tuttavia una serie di problemi, che ho evocato, che a parer mio resterebbero non risolvibili
Visto che il thread relativo é rimasto intrappolato nel vecchio forum, vorrei sapere come é andata a finire con le politiche di Cameron per ridurre l'immigrazione dall'Ue, avete degli aggiornamenti?
Non c'è bisogno dei numeri chiusi, la società si regola da sola sul lungo periodo, se vuole continuare ad esistere. La laurea in filologia romanza e poi dai 25 ai 40 a casa con genitori e nonni te lo puoi permettere finché il modello sociale è quello attuale e le risorse ci sono. Siccome però stanno finendo, diventa survival of the fittest, o ti adatti oppure ti estingui.
E' vero che la società occidentale di oggi ha messo la barra verso estinzione, ma bisogna vedere fino a quando sarà disposta ad andare in quella direzione. Ad ogni modo, in questo contesto l'introduzione di altri disoccupati disomogenei con la società stessa non solo non porta nessun beneficio, visto che il lavoro non c'è, ma piuttosto accelera la disgregazione sociale andando ad ingrossare le fila di illegalità e malavita.
Se tu sei a natalità 1.3 ma di quell'1.3 lavorerà solo lo 0.6, non è che portando la natalità a 2.1 in modo artificioso avrai più occupati, anzi invece di avere 0.7 avrai 1.5 di disoccupati. Con la differenza che questi ultimi, non avendo nonni pensionati a 40 anni che gli passano la paghetta, diventeranno delinquenti (sempre se non lo erano già alla partenza, cosa non rara).
wat
ho scritto decine di volte che lo stato italiano dovrebbe colpire duro questo estesissimo polo di attrazione di immigrati senza diritti, per cui lo ribadisco :ok:
a quanto pare non è la priorità di molti partiti.
Rende di più la slide con Aylan :sisi:
Avviso di carattere generale: se il topic non interessa potete anche non postare.
Intendiamoci, io non penso che tu abbia torto punto e stop. Però l'attuale coefficiente di riproduzione non è dovuto solo alla contingenza economica, ma anche ad altri fattori ormai intrinsechi alla nostra società: al ruolo della donna che ambisce ad una carriera e (giustamente direi) non ha più il ruolo "antico" di responsabile della casa e di levatrice; alle coppie che decidono di avere figli sempre più tardi (o non averne del tutto); al fatto che non servono almeno tre figli per famiglia per sostenere un tipo di società agricola (o per contrastare la diffusa mortalità infantile); allo stress di coppia; allo stress da lavoro e via discorrendo. Tra l'altro, non sono laureato in demografia, ma per lavoro mi capita di leggere abbastanza sull'argomento e non mi risulta ci sia mai stato un Stato (perdona il gioco di parole) che dopo aver raggiunto il regime demografico moderno sia tornato al regime di transizione demografica. Direi che la possibilità che l'Europa Occidentale torni ad un coefficiente di 2.1 è improbabile, a meno di un altro evento eccezionale come la IIWW
Per questo ritengo la presenza straniera non solo consigliante, bensì indispensabile. E secondo me il modello svizzero dove chiunque è benvenuto finché non pesa sulle casse dello Stato e/o finché delinque è il modello ottimale, al quale come detto andrebbero affiancate nuove leggi sul lavoro che impediscano lo sfruttamento della manodopera meno "esigente". Ma qui la vedo difficile (vedi Expo)
Comunque stasera non posso permettermi di sforare i tempi come ieri. Vi lascio, per chiudere l'OT, con l'articolo che ho scritto riguardo ISIS e Islam, riprendere il discorso di ieri. Mi scuso per il carattere divulgativo e semplificato dello stesso, ma è stato scritto per ragazzi di scuola media.
Cos'è Isis
Daesh (conosciuto anche come ISIS o IS) è il sedicente “Stato Islamico” attivo soprattutto in Iraq, Siria e Libia e autore di diversi attentati, tra cui quelli parigini del 13 novembre costati la vita a 130 persone. Daesh, tuttavia, è un gruppo che, anche a livello teologico, non può definirsi realmente islamico.
Daesh e islam
I membri di Daesh sono musulmani sunniti salafiti. Il salafismo, negli ultimi decenni, è una scuola che si è radicalizzata molto, sia nei confronti delle altre scuole islamiche, sia nei confronti del mondo occidentale. Di vedute simili è anche la scuola wahabita (a potere, ad esempio, in Arabia Saudita): entrambe vorrebbero difendere una (loro) visione integralista e “originaria” dell'islam e hanno dell'acredine verso l'Occidente per gli sviluppi storici e politici principalmente mediorientali susseguitisi a partire dal XX secolo. Tale acredine, tuttavia, è attualmente su un evidente piano secondario per i progetti di Daesh.
I salafiti di Daesh propongono e vogliono imporre una nuova interpretazione del Corano e imporla a tutti gli altri correligionari. In questa loro interpretazione trovano posto dei concetti che invece sono espressamente vietati dal Corano. Vediamo i principali:
1) Il jihad (cioè lo sforzo collettivo in difesa dell'islam) è concepito, nei testi sacri, solo come impegno in difesa della propria fede, ma non prevede un'imposizione dell'islam alle Genti del Libro (cioè coloro che credono nel loro stesso dio, ovverosia principalmente cristiani ed ebrei) e neppure un'imposizione della propria interpretazione dell'islam agli altri musulmani. Peraltro, la guerra deve terminare, sempre secondo i testi sacri, se colui che ha attaccato smette la lotta o si arrende. Per i salafiti di Daesh, invece, il jihad deve essere uno sforzo proteso per imporre la propria scuola islamica a tutti e, inoltre, non conosce tregua e deve essere applicato anche preventivamente contro gli eventuali “nemici di domani”.
2) Daesh obbliga le persone ad allinearsi al loro modo di vedere la religione oppure, semplicemente, le uccide indiscriminatamente. Questa attitudine è contraria al Corano in almeno quattro punti. Primo: è considerato peccato gravissimo uccidere un altro musulmano, se non si è minacciati da quest'ultimo. Secondo: la conversione forzata delle Genti del Libro all'islam è assolutamente vietata, oltreché sconsigliata: per i precetti coranici, cristiani ed ebrei devono abbracciare la “Vera Fede” in maniera del tutto spontanea. Terzo: ogni attentato o omicidio che coinvolga volontariamente innocenti (intesi come tutti coloro che non stanno combattendo attivamente) prevede la condanna agli Inferi, indipendentemente dalle motivazioni e anche in regime di jihad. Quarto: uccidere un “fratello” (musulmano, cristiano o ebreo) che non minaccia fisicamente un musulmano è considerata una colpa gravissima nel Corano.
3) Ogni scuola “ufficiale” islamica sunnita ha pari valore: semplicemente presenta delle interpretazioni più o meno diverse del messaggio divino, ma comunque sono tutte ufficialmente riconosciute. Il voler imporre la propria scuola sulle altre rappresenta un peccato davanti a Dio.
Daesh, gli altri musulmani ed i cristiani
Attualmente, il cosiddetto Stato Islamico ha un nemico principale, il quale non è né cristiano né occidentale, bensì musulmano. Nell'ottica di Daesh, i loro esponenti sono i portatori della vera e giusta fede e considerano tutti gli altri come in errore. Ora, se da una parte Daesh “perdona” il fatto che i non musulmani per loro ignoranza ancora non conoscano l'islam (imponendo però la conversione), per loro è intollerabile che gli altri musulmani, che conoscono e hanno aderito a questa religione, non seguano il salafismo. Agli occhi di Daesh, quindi, i musulmani non salafiti sono apostati (cioè rinnegano la propria fede) e, in accordo con il Corano, vanno convertiti a forza o uccisi. Per tale motivo, sono i musulmani non salafiti e non i cristiani o gli ebrei il primo avversario di Daesh.
Gli obiettivi di Daesh
Questo gruppo terrorista ha attualmente tre obiettivi principali, con valenza religiosa, politica ed economica:
1) Avere un califfo (cioè la massima guida religiosa per i sunniti) che possa guidare tutta l'umma (cioè la comunità di credenti). Attualmente, da circa un secolo l'islam sunnita non ha più un califfo. Al Baghdadi, leader di Daesh, si autoproclama califfo, ma la nomina del califfo va decisa dai gran mufti (guide religiose e giuridiche regionali) del mondo sunnita.
2) Creare un proprio stato laddove l'islam è nato e si è inizialmente diffuso, ovverosia nella regione della Mesopotamia e della penisola arabica. Questa zona, inoltre, è importante anche a livello geografico-strategico ed è ricca di risorse naturali, principalmente il petrolio (la cui vendita è un'importantissima fonte di profitto per Daesh)
3) Conquistare le città di Damasco e Baghdad, e quindi, occupare Siria e Iraq. Queste due città erano le sedi degli antichi califfati: conquistarle darebbe loro a livello propagandistico-religioso molto prestigio. Un'alternativa africana sarebbe il Sudan.
In quest'ottica, il mondo occidentale non è attualmente un obiettivo primario. I leader di Daesh hanno dichiarato di aver reagito verso gli occidentali solo con attentati in risposta ai bombardamenti aerei delle forze americane, francesi e russe (vedi attentati di Parigi; attentato al volo russo sulla rotta Sharm el Sheikh – San Pietroburgo; strage di San Bernardino in California) in quanto francesi, russi e americani “disturbano” i loro obiettivi di conquista in Siria e Iraq.
In definitiva, l'Occidente è un nemico per Daesh nella misura in cui ogni non salafita è un loro nemico, ma non è un nemico “di sangue”, ma ISIS non è l'islam e nemmeno ha la legittimità per rappresentarlo.
Buona serata, stacco
Sembra che Schengen sia davvero a rischio: http://www.ansa.it/europa/notizie/ru...7dbfe05c2.html
Mi domando come facciano ad attivare in quattro settimane gli hotspot: tra l'altro che fine ha fatto la fase due dell'operazione anti scafisti?
Caro Cima, i tuoi interventi sono molto interessanti ed articolati, ma ti invito a fare un giro in un paese mussulmano. Senza andare a finire in Afghanistan, perchè l'Islam afghano è un pelo particolare, soprattutto quello Pasthun, ti renderai conto che la visione dell'islam moderato di cui parli esiste solo in una minima parte della popolazione.
Il proletario generico medio non è come lo descrivi. Fra l'altro il proletario rappresenta la stragrandissima maggioranza della popolazione islamica, poichè l'unico stato islamico che ha una classe borghese decente è la Turchia (a prescindere dal sud est asiatico, che è una zona che onestamente sconosco), ed anche lì la situazione è complicata. Comunque, dicevo, per il mussulmano generico medio se l'Imam dice di pisciare controvento, lui piscia controvento. Una figura centrale di riferimento che detta la dottrina esiste solo nell'islam sciita, ed anche li con delle limitazioni, ma guarda caso l'Iran è un pelo più avanti sulla via della modernizzazione rispetto agli altri stati mussulmani.
Non puoi giudicare l'Islam sulla base degli immigrati che vivono in europa, nè tantomeno sulla base della minoranza colta della popolazione. Vai a farti un giro per i quartieri popolari degli emirati arabi, fatti quattro chiacchere col pakistano che guida il taxi, e poi fammi sapere...
;)
Ma che minchia volete...
:asd:
Si dice muSSulmano, con due S.
:mad:
Musulmano nun se po' sentì.
:bua:
sa ben poco in generale visto il tempo passato in sezione per l'indottrinamento.
sì, decisamente una religione di pace. :sisi:
il bello è che codeste genti dicono di scappare dall'isis, da al qaida, dalla repressione, dalla dittatura... e poi hanno la tendenza, col passare del tempo, a replicare altrove lo stesso letamaio, e visto che non può dipendere dal DNA propendo a credere che dipenda dalla loro cultura di pace.
però ti chiedo questo: non pensi o non ritieni sia un rischio nel breve/medio termine, che l ingresso di questi migranti per sopperire alla mancata crescita demografica (tra l altro solo gli USA hanno un coefficiente di fertilità prossimo al 2), rappresenti un rischio per la società europea,dal punto di vista identitario culturale e religioso?
E poi, dov' è che siamo obbligati a mantenere la popolazione costante?
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specie in vista del fatto che ci saranno sempre più disoccupati in giro.
vabeh ma è anche risaputo che politici, burocrati relativa servitù vivono fuori dalla realtà. :asd: