eliminava il senato doppione della camera, in compenso lo faceva diventare doppione della conferenza stato-regioni, sempre doppione era.
sostituiva un senato nominalmente eletto, ma in realtà di nominati dai partiti (con il porcellum), con un senato di esplicitamente nominati: pur sempre nominati.
eliminava la competenza concorrente tra stato e regioni, per sostituirla con la competenza generale dello stato e operativa delle regioni, comunque lasciando le materie a metà e senza definire dove finisce una e l'altra (per dire i LEA così come le materie scolastiche son questioni generali od operative? e chi lo sa?): materia di conflitti da corte costituzionale così prima come dopo, tal quali.
aboliva il bicameralismo, però permetteva al senato con 1/3 dei componenti di esaminare anche lui le leggi, quindi il senato avrebbe comunque esaminato tutte le leggi, come prima.
aboliva il cnel al quale però era già stato tolto sia il bilancio che il gettone di presenza, quindi senza effetti economici reali.
cancellava i decreti d'urgenza, per introdurre però le leggi a data certa, che sarebbero state sostanzialmente identiche ai decreti coi 60 gg di scadenza.
poi magari aveva anche qualcosa di bene e qualcosa di male, ma a livello di rumore di fondo.
insomma una riforma che non incideva in nessuno dei problemi sostanziali, che sono il sovrafinanziamento delle regioni a statuto speciale, la potestà legislativa regionale che produce 22 leggi dove da kiev a lisbona hanno 1 unica direttiva UE, la proliferazione di enti locali fuori da qualsiasi criterio di ragionevole efficienza dimensionale, i conflitti di competenza che genera un'autonomia regionale ai limiti del golpe (con le regioni che si permettono non dico di non fare accordi col governo, ma anche di farli e poi disattenderli!), l'uso non tanto del decreto d'urgenza (indispensabile), quanto dell'emendamento che riscrive l'intera legge all'ultimo secondo con la fiducia che umilia il parlamento, e soprattutto il fatto che in italia ci sono TROPPE leggi scritte di fretta e piene di imprecisioni, non troppo poche scritte lentamente (che sarebbe stata invece la motivazione per rendere il processo legislativo più rapido).