ogni singolo stato nell'unione europea è un ostacolo alla vera federazione europea.
l'europa esiste solo geograficamente, politicamente non potrà mai esistere.
l'ue è dalla fine della seconda guerra mondiale che cerca di imitare la governance degli stati uniti...solo che lì c'è pressochè la stessa cultura, gli stessi stili di vita
non puoi paragonare una florida, una new york (stato) o un texas a una germania, un'inghilterra, una svezia, una romania o una grecia
Ultima modifica di NOXx; 24-06-16 alle 15:09
Vediamo come saranno calmi e razionali quando si accorgeranno che importare le cose gli costerà il 10% in più...
L'uk mi risulta che sia a posto per l'energia (tranne che per l'uranio) ma per il resto non estrae nulla i suoi principali prodotti sono trasformazioni quindi a parte petrolio e forse carbone non so che grandi vantaggi avranno dal fatto di vendere a prezzi inferiori se pagheranno di più per produrre...
Vedremo io ho letto in giro che farage avrebbe già detto che loro vogliono continuare a far parte del mercato comune...spero che venga spernacchiato al volo.
Adesso gli scozzesi più trolloni dovrebbero tirare fuori un pallone a forma di nessy e piazzarle sopra una bandiera europea e farla circolare per il lago mentre fanno campagna per uscire dall'uk e unirsi alla Ue.
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Non puoi insegnare la fotografia, devono imparare da soli come farla meglio che si può, guardando ottime fotografie e facendone di pessime. (Cit. Cecil Beaton)
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25/08/2012 - Un ultimo piccolo passo per un grande uomo, un grande ricordo per tutta l'umanità.
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Vero. Secondo me l'ostacolo principale è la lingua, a cui si aggiungono poi le differenze culturali.
Ci sono paesi con lingue diverse (Belgio, Svizzera, nel suo piccolo il Trentino Alto Adige) e già lì di problemi ce ne sono, con 2-3 lingue in un territorio ristretto... figuriamoci l'Europa intera
Ma davvero siete convinti che l'ostacolo principale siano le differenze culturali e/o linguistiche? Oggi?
Ma non vuol dire comportarsi male ma trovarsi in 2 o 3 stati e dire noi da oggi ci federiamo nell'ambito dell'UE contiamo per 1 e i nostri parlamentari faranno gruppo assieme vi piace ?
Si va bene venite pure voi non vi piace ? Liberi di fare quello che volete...
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L'ostacolo principale è la differenza di cultura necessaria per stare al mondo oggi è 50 anni fa...
Mi spiego ieri per stare al mondo bastava sapere leggere e scrivere per in quel percentile di persone con un'istruzione sufficiente...
Oggi se non sai una seconda lingua, usare il pc e molto altro in quel percentile non ci entri...
E nessuno si è preoccupato di capire come fare a far rientrare la popolazione esclusa da quel percentile.
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ma davvero vogliamo dare lezioni al popolo britannico?
ora rischiano loro?
vincitori delle due guerre, strafottenti con la loro sterlina in mano, una potenza economica mondiale... e poi arriviamo noi (da me ora incendiano i bidoni della spazzatura ad ogni angolo ed i topi camminano sui marciapiedi al fianco dei passanti) a dire loro che ora sono fottuti?
forse non abbiamo capito molto che questa europa non funziona e quelli sono segnali forti.
e finchè mandiamo in Europa gente senza volontà di cambiare le cose... che dio ci salvi. Intanto loro lì stavano, da secoli (e noi no) e lì staranno.
Giusto perche' si diceva che Proooodi non era male come presidente del consiglio ed europeista convinto.....
La ‘complicità’ tra Romano Prodi e Carlo De Benedetti inizia nel luglio 1982, quando Prodi viene nominato presidente dell’IRI, il più grande ente economico dello Stato, in casa di Carlo De Benedetti (proprietario del gruppo Repubblica e L’Espresso e di altre 30 riviste/quotidiani/settimanali/mensili in tutta Italia).
L’attività di Prodi dal 1982 al 2007 è stata concentrata principalmente in un solo unico compito: svendere (o regalare) tutti gli enti pubblici dello Stato al suo alleato Carlo De Benedetti a un prezzo irrisorio con bandi truccati.
De Benedetti, dal canto suo, si è poi puntualmente affrettato a rivendere immediatamente tali società al loro reale valore di mercato (di solito 20 volte il loro prezzo d’acquisto) a gruppi stranieri (o addirittura allo Stato stesso, che li ricomprava a prezzi folli), realizzando guadagni incalcolabili a danno degli italiani.
Prodi, per 7 anni guidò l’ IRI dello Stato, concedendo tra l’altro incarichi miliardari alla sua società di consulenza “Nomisma“, con un evidente conflitto di interessi.
Al termine di questi 7 anni il patrimonio dell’ IRI risultò dimezzato per la cessione di importanti gruppi quali Alfa Romeo e FIAT, passando da 3.959 a 2.102 miliardi. La Ford aveva offerto 2.000 miliardi in contanti per l’Alfa Romeo, ma Prodi la regalò alla FIAT per soli 1000 miliardi a rate e, nel frattempo, lottizzò ben 170 nomine dei quali ben 93 diessini.
Le privatizzazioni dell’IRI fatte da Romano Prodi sono state delle vere e proprie svendite del patrimonio economico italiano a gruppi privati della sinistra (De Benedetti, Coop Rosse) complici del professore, anche se “svendere” un ente pubblico a un decimo del suo valore quando ci sono altri gruppi privati che offrono il doppio, più che una “svendita” fu un regalo o, per essere ancora più precisi, una serie incredibile di furti colossali a danno dello Stato e degli italiani perpetrata impunemente per anni.
Giocando sulle parole e sull’interpretazione dello statuto dell’Ente, Romano Prodi vantò utili inverosimili (12 miliardi e 400 milioni nel 1985), ma la Corte dei Conti, magistratura di sorveglianza, portò alla luce l’enorme falso in bilancio di Prodi: «Il complessivo risultato di gestione dell’Istituto IRI per il 1985, cui concorrono… sia il saldo del conto profitti e perdite sia gli utili e le perdite di natura patrimoniale, corrisponde a una perdita di 980,2 miliardi, che si raffronta a quella di 2.737 miliardi consuntivata nel 1984». La Corte, inoltre, segnalava che le perdite nette nel 1985 erano assommate a 1.203 miliardi contro i 2.347 miliardi del 1984.
Romano Prodi si vanta tantissimo che durante i suoi 7 anni alla presidenza dell’ IRI riuscì a far guadagnare utili stratosferici, mentre la verità, come chiarito dalla Corte dei Conti, è che invece di utili stratosferici realizzo perdite stratosferiche, regalando il patrimonio dello Stato e degli Italiani ai suoi amici. Prodi uscì indenne dai processi perché le aziende erano S.P.A. di diritto privato e ,quindi, i dirigenti non erano qualificati come pubblici ufficiali.
La conferma di tutto questo si trova nell’indebitamento dell’Istituto, salito dal 1982 al 1989 da 7.349 a 20.873 miliardi (+184 per cento), e quello del gruppo IRI da 34.948 a 45.672 (+30 per cento). Lo stesso Massimo D’Alema, intervistato da Biagi in televisione, affermò che Romano Prodi, da lui scelto per guidare la coalizione contro Berlusconi, era un «uomo competente» perché quando lasciò l’IRI nel 1989 il bilancio dava un «più 981 miliardi». Fu facile confutare queste affermazioni, facendogli notare che la cifra reale, tenendo contro delle perdite siderurgiche transitate soltanto nel conto patrimoniale, era di «meno» 2.416 miliardi. Il buco reale non fu mai contestato dai diretti interessati.
La vera abilità di Romano Prodi è sempre stata di riuscire a prendere soldi dallo Stato a costo zero. La conferma viene da un articolo di Paolo Cirino Pomicino, nel quale rileva che dei 28.500 miliardi erogati dallo Stato a titolo di fondo di dotazione dalla data di nascita dell’IRI, Romano Prodi ne ottenne ben 17.500!
Va poi ricordato anche che, nel 1986, Romano Prodi svendette il più grande gruppo alimentare dello Stato, la SME alla Buitoni sempre a Carlo De Benedetti per soli 393 miliardi, mentre il valore globale della SME, che già soltanto nelle casse aveva più di 600 miliardi di denaro liquido, ma il suo valore globale era di 3.100 miliardi. A Prodi e De Benedetti fu dato torto in primo grado, in Corte d’appello e in Cassazione da ben 15 magistrati, all’unanimità.
Come presidente dell’IRI, svendette anche la Italtel alla Unilever nonostante un conflitto di interessi evidente, essendo consulente di quest’ultima.
Come se tutto questo non bastasse, durante il suo governo nel 1996, regalò 5.000 miliardi alla Fiat per fare una rottamazione e durante i fallimenti Parmalat e Cirio e difese i banchieri che truffarono i risparmiatori e loro ricambiarono, e ricambiano ancora, il favore con i loro giornali schierati
Ultima modifica di citizen5; 24-06-16 alle 15:46
Sia ben inteso, sono stati tutti pessimi, ma per colpa del caro Prodi mi è toccato pagare la successione sui beni di mio padre, con cui vivevo,lavoravo e che ho assistito, mentre il caro stronzone ha provveduto a donare i propri beni ai famigliari pochi giorni prima di far approvare la legge. Mi ricordo la famosa tassa europea mai restituita e vari aumenti iva, nonché bilanci di stato truffaldini per avere i conti in regola per entrare in Europa. Prodi è da fucilare assieme a Monti(che ha fatto meno danni rispetto a mortadella), gli altri Presidenti del consiglio invece sarebbero da rinchiudere all'ergastolo
Quindi il plenipotenziario italiano dal 1982 al 2015 era Prodi ?
Suvvia non diciamo cavolate...Prodi han fatto male e bene ma rimane il miglior presidente del consiglio che abbiamo avuto fatti un po' un'idea di cosa c'è stato...
Tutto quello che hai elencato a carico di Prodi si potrebbe tranquillamente mettere a carico di qualunque politico dal 1982 ad oggi.
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Il problema dell'era Berlusca non era Berlusca stesso da solo (che tanti oggi odiano, ma che hanno la memoria corta): chi doveva controllare, denunciare e ostacolare ci faceva gli accordi invece...
A volte si facevano i teatrini, ma spesso inutili, per la continuazione del balletto e per dare la sensazione di contrapposizione in un bipolarismo. Mai esistita davvero.
Si grida al cattivo Berlusconi, quello che distrusse l'italia, ma quando all'epoca si andava a votare a "sinistra" non si accorgeva che in realtà andava a votare "sinistra"+Berlusconi, ovvero il balletto del ventennio.
È assurdo il conflitto generazionale i vecchi bacucchi han votato leave probabilmente in ricordo dello splendore del vecchio impero i giovani praticamente tutti remain...
E qui si capisce la stupidità un referendum simile il futuro deciso da chi un futuro non ha, fossi nei giovani inglesi sarei incazzato come una biscia.
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