e ora veniamo all'altra direttiva, quella sull'efficienza energetica degli edifici.
NO. funzionava così fino al 2005. dal dlgs 192/05 in poi la classe energetica è determinata da una simulazione dell'edificio, in cui viene supposto un uso convenzionale (più abbondante del normale, per la cronaca) di acqua calda. l'edificio viene simulato in condizioni standard che dovrebbero garantire la correttezza del confronto (in realtà non lo fanno perchè ogni regione ha la sua classificazione e i suoi limiti e alcune come la lombardia perfino il loro metodo di calcolo, uno dei tanti modi in cui il federalismo uccide lentamente l'italia). è vero che l'uso di acs è proporzionale ai m2 ma solo nel metodo semplificato (e comunque il metodo "converte" i m2 in persone).
NO. per classe energetica si intende quanto consuma (è una simulazione in base a misure trentennali delle temperature medie esterne, cui si applicano norme tecniche di calcolo che simulano il comportamento dei materiali in modo uguale per tutti gli edifici. poi ha delle semplificazioni, ma nel residenziale ci prende bene, e fidati, non vuoi sapere dov'è che il modello ha dei problemi). quanto disperde è un altro calcolo che si fa, e corrisponde al consumo di picco nelle condizioni più estreme di progetto (es. a -5°C o a -10°C), caso estremo che capita raramente, ma che l'impianto deve comunque coprire.
quindi: calcolo delle dispersioni = consumo di picco, si usa per verificare che l'impianto sia abbastanza potente, calcolo dei consumi = consumi annuali medi standardizzati, si usa per dimostrare che il tuo edificio è abbastanza efficiente da meritarsi il bollino (=permesso di costruire o certificazione energetica).
e invece sì, che si può. basta prendere una termocamera, e si può visualizzare se l'isolamento è correttamente realizzato e se gli infissi garantiscono le prestazioni promesse. io stesso ho spezzato le gambe a parecchie imprese poco serie, in questa maniera
e anche il rendimento degli impianti si può monitorare con misuratori di energia elettrica e termica (e con il contatore del gas), e si può rapportare alla temperatura esterna (si chiama: firma energetica, per chi vuole approfondire su google).
tipicamente negli uffici si trovano gli split a pompa di calore, che costano poco rispetto alle vere pompe di calore, ma hanno poi il difetto appunto di bloccarsi. il problema è che se faccio un sistema reversibile (che produce caldo di inverno e freddo d'estate) ho dei limiti sulle temperature massime/minime che posso usare (è un fatto di rapporto delle pressioni). le vere pompe di calore invece cedono il calore all'acqua (tramite i pannelli radianti), e l'acqua consente una stabilità alle pressioni molto maggiore dell'aria.Originariamente Scritto da vari
ah, il gas refrigerante tipico evapora a -25°C, quindi non c'è problema a prelevare calore anche a temperature rigidissime (non a caso le pdc sono diffusissime nel nord europa, più che da noi). il vero nemico è l'umidità, che condensando ghiaccia sopra la batteria, e il ghiaccio è un OTTIMO isolante, come sa chi ha presente gli igloo degli eschimesi, per cui la batteria non scambia più, si deve sbrinare, ovvero far partire una resistenza elettrica che sciolga il ghiaccio, e l'efficienza va a farsi benedire.