grazie per questa così equilibrata interpretazione di quel che ho scrittonon credevo di poter venire così tanto frainteso.
eppure non è altro che la legge dello stato in cui vivi (come di ogni altro stato: non ce ne è uno, credo, in cui si possa spendere soldi che non esistono).
in una situazione di risorse limitate e calanti, riusciremo a garantire i diritti di chi ha davvero bisogno nella misura in cui sapremo liberarci dalle spese inutili a garantire quei diritti. tra quelle spese inutili (nel senso che non generano valore per l'utente: conoscete il kaizen? non ce la faccio a spiegarvelo in due righe) ci sono appunto i consumi intermedi della PA, ovvero i soldi che la PA spende per la sua propria esistenza (dal riscaldamento degli edifici che occupa, all'affitto delle sedi che non possiede in proprietà, dalla mensa per i dipendenti che ha, al noleggio delle autovetture che usa).
l'unica possibile salvezza è dirottare parte di queste risorse (impiegate in modo improduttivo per definizione, in quanto non erogate ai cittadini) a finanziare servizi e investimenti che il mercato non può finanziare: ciò può avvenire solo recuperando efficienza. la nostra incapacità di farlo (che ha provocato negli ultimi decenni la crescita esplosiva dei consumi intermedi) una volta veniva pareggiata facendo debiti, oggi che i debiti sono a livelli record viene equilibrata riducendo gli investimenti, cioè sempre e comunque rubando il futuro dei nostri figli. e infatti va sempre peggio.
ma prima ancora di investire in tecnologie più evolute o maggiori infrastrutture, occorre la forza di percorrere l'innovazione organizzativa; lasciami fare qualche esempio semplice: se tu in cinque comuni limitrofi hai 5 polizie, ognuna con 3 vigili, hai 10 vigili per strada, e 5 vigili impegnati a piantonare 5 sedi municipali (mica le vorrai lasciare senza presidio?). se ne hai una, hai 1 vigile che piantona la sede, e 14 vigili per strada a far qualcosa di utile. allo stesso modo, se ragioni in un comune più grande, dove adesso hai 5 sedi diverse (di polizia, carabinieri, polizia municipale, guardia costiera e guardia di finanza), e 5 dipendenti pubblici a fare da piantone, e 5 colonnelli a comandarli, domani potresti avere un'unica sede e 4 poliziotti in più per strada a far qualcosa di utile.
se da un ospedale dove ogni medico ha il suo ambulatorio (anche aperto magari 2 soli pomeriggi a settimana) si passa a un ospedale dove gli ambulatori sono condivisi (e quindi oggi pomeriggio c'è il dottor X, domani e dopodomani mattina la dottoressa Y, e così via), si creano gli spazi per portarci dentro degli ambulatori che oggi sono sparsi sul territorio in sedi in affitto (e riscaldate, e condizionate): così invece che riscaldare spazi vuoti si assume un nuovo medico.
e se passiamo da 10 macchine comunali assegnate a 10 servizi diversi (mediamente 5 di loro sono ferme in attesa di servire a qualcuno), a 5 macchine condivise tramite un sistema informatico, ci scappano i soldi per un infermiere in più. e se distribuiamo un farmaco con la farmacia interna (spendendo la metà che tramite una farmacia privata convenzionata), potremo curare due pazienti invece di uno.
cosa viene prima, il diritto del farmacista di vendere il farmaco o quello del paziente di averlo? quello del medico che ha l'ambulatorio tutto suo o quello dei pazienti con la lista di attesa lunga mesi? quello del colonnello dei carabinieri o quello dei cittadini che chiedono più sicurezza, cioè più uomini per le strade? quello del proprietario immobiliare che affitta alla PA o quello del cittadino che aspetta sulla barella in corridoio perchè non ci sono letti? ogni amministratore pubblico deve farsi tutti i giorni queste domande, perchè dare tutto a tutti non si può; e lo vedete da voi quante volte ha fino ad oggi risposto che viene prima il cittadino.
e ora ti rispondo: l'ente pubblico ha la funzione di garantire dei diritti a tutti i cittadini, IN PRIMO LUOGO quelli che verranno dopo di noi (ai quali deve consegnare la cosa pubblica in uno stato uguale o migliore a quello in cui l'ha ricevuta); ma io vado oltre, e vi sfido a provarci anche voi, per rendervene conto.è banale definire cosa fa l'ente pubblico, la sfida è come lo fa. in che modo l'ente pubblico riesce a portare avanti il suo compito, in una situazione in cui le risorse disponibili per farlo calano tutti gli anni? ve lo dico io: togliendo li superfluo a se stesso.
sennò è come un portatore d'acqua che per togliersi il sudore si rovescia addosso il secchio che ha portato, e tutti gli altri restano con la sete![]()