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bellino batman telltale :sisi:
Sembra più muoia Sansone con tutti i Filistei... :asd:
Non mi piace fare il vecchio che parla male dei giovani, ma secondo me a forza di individualismo si è lacerato forse irreparabilmente il tessuto sociale.
Le nuove generazioni hanno mezzi comunicativi di straordinaria potenza, ma sono sole con la loro disperazione.
Le pensioni non sono più quelle dei loro nonni, i posti di lavoro non sono più quelli dei loro padri, lo stato non è più quello che ha dato loro istruzione, sanità, strade, l'Europa non è più quella che ha messo fine alle guerre e ha permesso di viaggiare e vedere il mondo. Perfino gli Usa non sono più il paese della libertà.
Un mondo di estranei visti come parassiti solo perché si sono guadagnati il loro posto con qualche anno di anticipo.
Una crisi che è prima di tutto della famiglia, i cui legami nell'epoca del figlio unico, dei neet, dei dink si dissolvono. Così la società si infragilisce come il terreno senza più radici degli alberi, e frana al primo temporale che passa.
Ok la smetto :bua: ma la faccenda è seria
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Sì, dal punto di vista della realtà media (il che è innegabile).
Appunto che quel che accade nella testa Delle categorie che invece si sentono penalizzate è particolarmente importante.
I giovani sono sempre stati svantaggiati rispetto agli adulti; le novità dirompenti di questo decennio sono che vedono padri e nonni come parassiti e zavorra (invece che come obiettivo da raggiungere e superare, come è sempre stato), e che sono fatti a pezzetti da giovani di altri paesi con più "fame" (ambizioni, non appetito).
Se della seconda si può dire che è l'esito dei continui tagli all'istruzione pubblica, rottura dell'alleanza genitori insegnanti e del degrado progressivo del nepotismo universitario, è la spiegazione della prima che mi sfugge completamente (ok, non sono più giovane da un pezzo, quindi è normale che mi sembri un pensiero alieno; ma vorrei comunque capirne lo sviluppo, per cercare antidoti sulla generazione dei miei figli, su cui siamo ancora in tempo a correggere gli errori)
Perché i cittadini del mondo sono cresciuti con il mantra del "vai benissimo così come sei", perché i genitori hanno permesso loro qualsiasi cosa nel nome del "devono vivere meglio di come sono vissuto io", perché vengono considerati ragazzi quando alla metà della loro età negli altri paesi son già fuori di casa, perché, banalmente, i soldi da soli non fanno la felicità.
:boh2:
Ese, i soldi non fanno la felicità :rotfl:
Inviato dal mio LG-D855
CIoe' non sono certo io che ho deciso di crescere in una societa che mi ha fatto capire chiaramente che era disposta a sottomettermi ad ogni tipo di vessazione pur di mantere lo status quo.
Perche io dovevo/devo lavorare di piu' dei mie colleghi in ufficio senza avere le stesse tutele/stipendio? Perche' quando sono andato in banca a chiedere un mutuo si sono messi a ridere anche se ho sempre lavorato ininterrottamente per piu' di 10 anni? Perche' non ho la pensione pur versando i contributi?
Perche' il mio contratto veniva interrotto ogni anni per 3 giorni in modo che non diventase continuativo? Perche' quando sono andato dai sindacati mi ahnno detto che i giovani non sono stategici?
Tu parli di coesione sociale ed io ti dico che i primi a rompere il patto sono stati quelli dai 50 in su'. E non e' solo perche i giovani fanno piu' fatica dei vecchi in generale. Qui i vecchi hanno attivamente affossato i giovani drenando tutto il possibile per tenersi loro privilegi (SENZA MOLLARNE NEANCHE UNO PER AIUTARE). Ti dico una cosa penso che abbiano fatto bene. Pero' l'egoismo funziona in due sensi.
Direttamente da J4S un thread interessantismo sull'argomento (al netto delle stornzate tipiche della sezione) https://www.thegamesmachine.it/forum...dirigenti.html
Riporto solo OP che firmerei con il sangue (e come puoi vedere non solo io)
Ultimamente sento spesso un chiacchiericcio lamentoso di imprenditori e dirigenti che si dolgono perché non trovano “giovani o professionisti disposti a lavorare/sacrificarsi/fare la gavetta/crescere/prendersi responsabilità”, perché “arrivano qui e poi magari dopo 3 mesi non si trovano bene e se ne vanno e noi dobbiamo ricominciare da capo”.
Come è possibile? Mo’ ve lo spiego come.
Avete passato gli ultimi 10 anni ad insegnare e ripetere fino allo sfinimento a studenti, stagisti, amici, parenti, figli, che:
il mercato è cambiato
bisogna essere flessibili
il posto fisso è superato
freelance a partita IVA è bello perché sei più libero
non ci sono certezze
bisogna avere competenze diversificate
bisogna essere disponibili a cambiare città o addirittura paese
bisogna saper parlare 12 lingue
l’esperienza è più importante dei soldi
e daje e daje loro hanno imparato, si sono adattati, hanno trovato nuovi modi e nuove forme e adesso, quando li volete ligi, ossequiosi e obbedienti dietro ad una scrivania a spalare la vostra merda triste 12 ore al giorno per 1000 euro lordi al mese vi mandano a cagare.
Non sviluppano nessuna affettività nei confronti dell’azienda, vi vedono solo come un bancomat che, al limite, può insegnargli una cosa nuova da vendere al prossimo giro.
Non si sacrificano fuori orario per il bene supremo della società, per una visione che appartiene solo a chi guadagna sulle loro spalle.
Non considerano un’opportunità dividere le responsabilità ma non i profitti, hanno altri paradigmi di professionalità (mi dici cosa vuoi, lo faccio, mi paghi, ciao) e di vita (mi piace la montagna, fanculo te e la tua reperibilità, vado 3 mesi in Nepal).
Non comprano casa e quindi sticazzi della garanzia del mutuo (tanto magari domani parto per Glasgow a imparare come si addestrano i salmoni).
E tutte queste cose gliele avete insegnate voi, in oltre 10 anni di crisi in cui avete mantenuto le vostre rendite di posizione sulle spalle di chi non aveva modo di “difendersi”. In 10 anni di “il tuo contratto scade tra 1 settimana e non te lo rinnoviamo, scusa il poco preavviso ma aspettavamo delle risposte dai clienti”, in 10 anni di stipendi striminziti, ingiusti e senza prospettive.
E così è arrivata la mutazione genetica e siete voi ora quelli spiazzati, quelli con le strutture mastodontiche, ministeriali, che non solo non riescono ad accogliere le forme di lavoro “liquide” che avete fortemente contribuito a creare, ma non rappresentano più nemmeno una reale attrattiva economica e professionale perché a queste persone l’idea di stare 10 o 20 anni nella stessa azienda a sudarsi 100 euro lordi d’aumento ogni 5 (quando va bene), fa venire l’orticaria.
Dove porterà tutto questo in termini economici e di mercato sul lungo termine di certo non so dirvelo io.
L’unica cosa che dal profondo del cuore mi sento di dire è:
loro hanno ragione e voi, davvero, avete rotto il cazzo.
Qui si parla di mercato del lavoro e di aziende, ma ormai tutto l'apparato statale/sociale viene visto come l'oppressore. E si devo ammetere che l'idea del pensionato che mi ride in faccia perdere tutti i privilegi e diventare come me un po' mi fa' godere.
Ultima nota non e' che cmq siamo dei pazzi. Tutte le statistiche e un sacco di studi hanno evidenziato coem la nostra generazione sara' la prima che sara' piu' povera della precedente dopo la 2nd guerra mondiale.
Chiaro, limpido e cristallino.
L'ultima cosa da aggiungere è che anche gli over 40 iniziano a pensarla così. Fanculo la ditta per cui (non) si lavora e fanculo la sede in cui si fa consulenza che invece di assumerti ti prende in prestito.
Il futuro? Si sfrutta il buono che c'è ( tipo la scuola, per quanto possa reggere ancora), si fanno studiare i figli e non si vede l'ora che diventino cervelli in fuga.
Io ormai sono fottuto. Devo resistere ancora una 20ina d'anni, fare più soldi possibili e andare in pensione in qualche posto con il costo della vita bassissimo.
L'Italia avrà un futuro di merda e risorse boldriniane che sfrutteranno i rimasugli che saranno rimasti e poi emigreranno verso nuovi lidi. Sempre che li facciano entrare.
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Culandroni(:timido:), una curiosità: come funzionano le VGA integrate nelle CPU Intel recenti?
Recenti per i miei standard insomma.
Lavorano di concerto con la "VGA grossa(:smug:)" oppure vengono disattivate non appena il sistema ne rileva una?
Il problema è stato il venir meno della tutela statale. La barbarie sociale non è frutto di una sopravvenienza imprevedibile, ma il naturale epilogo di scelte sia interne sia delle istituzioni sovranazionali.
L'apertura verso paesi che dello sfruttamento della manodopera hanno fatto il loro punto di forza, non poteva che portare a delocalizzazioni massive. Il consentire l'ingresso e la commercializzazione di prodotti, il cui basso costo è riconducibile ad una politica industriale portata avanti in spregio alla tutela ambientale, ha reso meno produttive talune attività economiche.
La questione migrazioni non l'affronto nemmeno, visto che se ne è parlato migliaia di volte. Anche perchè è palese come l'arrivo di gente, disperata e ricattabile, abbia reso difficoltosa la ricerca di un lavoro a chi non intende andare a vivere in un fiat ducato.
Un ulteriore tema rilevante è, poi, costituito dalle relazioni intrattenute con paesi il cui regime fiscale è ambiguo. E' ridicolo consentire ad un'azienda di operare prevalentemente in Italia e pagare le imposte altrove. L'apertura del mercato a Nazioni che praticano una concorrenza fiscale sleale nei confronti dei grandi paesi manifatturieri, ha avuto quale risultato un indebito arricchimento dei grandi operatori economici che di tale fiscalità hanno approfittato.
Le problematiche di cui sopra sono state scaricate sui giovani :boh2:
La proliferazione normativa, che ha connotato non solo il diritto del lavoro, era finalizzata ad abbattere non il costo del lavoro ma dei lavoratori. Ciò cui si è mirato sin dall'inizio è stata la riduzione delle tutele ed il massacro del potere contrattuale, onde acquisire o recuperare competitività.
La reazione dello stato, inteso come apparato burocratico, è stata orientata a scaricare sugli altri quelle difficoltà che se avessero investito tutti, sarebbero state meno gravose per i singoli.
Anche Ceausescu si era reso conto dei problemi nascenti dall'esposizione debitoria verso l'estero. E' per tale ragione che avviò una politica di contenimento del debito, di modo che, nel 1989, la Romania lo aveva finalmente azzerato.
un capolavoro :smug:
Ed è così che, in Italia, si è venuta a creare la situazione del lavoratore laureato e formato, ma a P.iva o con un contratto ridicolo. La cui carenza di tutele è compensata dalla presenza di un gravame fiscale devastante.
Dall'altro hai il tizio con la licenza media, o il diplomino, che ha vinto il concorsino e ha un contratto stabile da qui all'eternità. Con FEstivo, PRE-festivo e SUPER-festivo. O del pensionato, o del lavoratore a tempo indeterminato, il cui unico merito è l'essere nato prima.
Ed eccovi lo scontro generazionale
scontro generazionale è eccessivo, non mi sembra che noi giovani facciamo altro che andarcene all'esetro o tacere; in tempi più semplici oggi vedremmo penzolare pensionati e dipendenti pubblici dai pali della luce appesi per il collo
preoccupato di non riuscire a fare girare 'sta roba? :asd:
https://youtu.be/Vo_FALeUc8c
Scusatemi se continua a sfuggirmi il passaggio chiave.
Con cautela proverò a essere più esplicito: mi parlate sempre per schemi impersonali, le statistiche, gli imprenditori, i pensionati, i dirigenti e dipendenti pubblici.
Non avete genitori che lavorano? Nonni pensionati? Parenti che si sono ammalati o infortunati? Fratelli maggiori che vi hanno reso zii? Conoscenti e amici con figli in età scolare? Non serbate alcun ricordo di aver conosciuto maestri entusiasti, professori competenti, professionisti preparati, imprenditori capaci, anche solo impiegati gentili? Singole persone intendo. Con tutti costoro parenti inclusi avete troncato ogni rapporto dietro una spessa coltre di odio generazionale?
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