Originariamente Scritto da
balmung
non credo siano poi cosi tanti a bramare l'esplosione finale con i punk per le strade
C'è più una voglia di cambiamento. Di un riequilibrio teso a consentire a chi è in difficoltà di emergere. Come scrivevo prima, le difficoltà strutturali degli ultimi anni, sono state scaricate su specifiche categorie. Benché l'Italia non sia più la Cina d'Europa, taluni individui godono ancora di diritti acquisiti in quel periodo di crescita.
Il mio non è un discorso mirato ad auspicare una redistribuzione delle perdite economiche da chi le ha subite a chi ne è rimasto indenne.Il contrario.
E' l'avversione ad un sistema che ha scaricato le sue difficoltà strutturali su specifiche categorie.
Il buonsenso imporrebbe di adeguare quelle prestazioni, ancora oggi erogate, alle condizioni economiche attuali.
Ma quando lo si fa, salta fuori la Corte Costituzionale a ravvisarne la illegittimità. Illegittimità che, invece, è assente quando due operai, che eseguono il medesimo lavoro e producono la medesima ricchezza, godono di trattamenti economici difformi.
Visto che prima si chiedeva di aneddoti ed esperienze personali, io quest'estate ho assistito ad una scena grottesca posta in essere da chi la legge la dovrebbe applicare. Una "dottoressa"(così è generico e nessuno si sente offeso) si trovava a bordo piscina con un portatile aperto sulla propria sdraio.
Ve la faccio breve, per il Ministero il fatto che quel computer fosse acceso significava che la dottoressa stesse lavorando
ma di cosa vogliamo discutere?
Il problema è tutto qui. La risposta statale alla crisi è stata
a)riduzione delle tutele del lavoratore subordinato privato
b)gravame fiscale crescente
Persino nella metodologia di riduzione del numero dei lavoratori pubblici, si è inteso adoperare uno strumento teso a scaricare sui giovani le predette difficoltà.
Il blocco del turnover.
Ovverosia un taglio lineare, posto in essere a prescindere da uno studio vertente sull'efficienza dell'azione amministrativa degli Enti pubblici coinvolti. Si è deciso "
non assumiamo più nessuno".
Oggi, a distanza di anni, ci si sveglia e si scopre che l'avere mandato in pensione i vecchi più tardi e non avere assunto i giovani, ha cagionato un incremento dell'età media dei dipendenti pubblici.
Chi se lo sarebbe mai aspettato?
Si è scoperto, ma pensa un po', che lo stesso lavoro che prima veniva svolto da 10 individui non può essere fatto da 4, per di più vecchi.
A tutto questo, aggiungasi che
i venti di riforma coinvolgono sempre le medesime categorie, cioè i subordinati privati o gli autonomi presunti evasori.
Vi sono, infatti, delle isole felici che con cicli annuali finiscono in turbini di polemiche la cui conclusione è sempre
un cazzo di niente
.
Mi riferisco, in particolare, a tassisti, notai, farmacisti e compagnia cantando. Per quale arcana ragione, per esercitare la professione di notaio, deve esservi un concorso a numero chiuso?
Nota, che io non mi scaglio avverso gli esami tesi ad accertare l'idoneità di un candidato, così come avviene per gli ordini professionali. Ma per un numero specifico di individui che questo stato dirigista decide possa o meno esercitare una precisa professione.
In questo delirio, per quanto concerne l'Italia, vi è un atteggiamento della classe dirigente che lascia senza parole.
Non si può andare da un individuo che ha sacrificato gli anni migliori sui libri, studiando per 10-15 anni, rompendosi la schiena e consumando le proprie natiche sulla seggiola e dirgli
"Beh, la tua laurea non serve ad un cazzo. Abbiamo scherzato.".
E soprattutto aspettarsi che questo risponda "beh dai, poco male vorra' dire che faccio il panettiere".
I "W Peppe" non hanno preso il 20 e passa per cento perchè un comico scriveva della biowashball sul blog. A me pare evidente che vi è un malessere molto diffuso che, spesso, sfocia in frustrazione.
E' quest'ultima a generare pericolose idee riconducibili alle espressioni che avete usato, come "tanto peggio, tanto meglio" o "muoia Sansone e i
fili-cosi".
bah, scusate se ho scritto troppo. Ma sono stanco perchè ieri (domenica) ho lavorato e oggi mi godo il riposo