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Una colossale fuga di notizie. La più grande della storia della finanza internazionale. Milioni di pagine di documenti che raccontano quasi 40 anni di affari offshore. Tutto parte dallo studio legale Mossack Fonseca, con base a Panama city, nel cuore di uno dei più efficienti e impenetrabili paradisi fiscali del mondo. Grazie a un informatore, i giornalisti dell'Icij ( International consortium of investigative journalists ) a cui partecipa l'Espresso in esclusiva per l'Italia, hanno avuto accesso a questo enorme archivio di carte segrete.
L'inchiesta è durata più di un anno, da quando i file panamensi - 11,5 milioni in tutto - sono stati recapitati al quotidiano tedesco Suddeutsche Zeitung, che poi li hai messi in comune con gli altri giornali del consorzio. Sulle stesse informazioni sono già al lavoro anche le autorità fiscali di diversi Paesi, tra cui la Germania e gli Stati Uniti. Mai prima d'ora una simile mole di dati finanziari riservati era stata messa, tutta insieme, a disposizione della pubblica opinione e degli investigatori.
I numeri parlano da soli. Oltre 200 mila società, fondazioni, trust con sede in 21 paradisi fiscali sparsi per il mondo, dai Caraibi ai mini Stati del Pacifico, da Cipro fino al deserto del Nevada, negli Stati Uniti. E poi decine di migliaia di clienti, cittadini di 200 Paesi diversi, tra cui politici, uomini di spettacolo, imprenditori, sportivi. I nomi degli italiani citati nell'archivio, come l'Espresso racconta in un altro articolo , sono circa 800. I file riguardano operazioni che vanno dal 1977 fino alla fine del 2015. E offrono un resoconto inedito sulla gestione di grandi flussi di denaro attraverso il sistema finanziario globale, soldi che a volte sono il frutto dell'evasione fiscale, della corruzione o anche del crimine organizzato.