Non è che, siccome ritengo la Superlega un aborto da mentecatti, allora divento amico di qualcuno, eh...
All'inizio la pensavo anch'io così ma la realtà è diversa.
Il FPF puntava a far spendere alle società all'incirca quanto incassano. Il che significa, banalmente, che le società non dovrebbero indebitarsi e quindi dovrebbero rimanere sostenibili: anche se il padrone salta (tipo Tanzi o Cragnotti), la società ha i bilanci in ordine e può essere facilmente venduta.
Cioè, non fallisce.
Se il padrone mette 100 mln di tasca sua in sponsorizzazioni fasulle, quindi, va tutto bene?
No, per niente. E non è affatto un problema secondario.
Perchè nel momento in cui il padrone del PSG salta, rimangono in essere TUTTI gli impegni (cioè i contratti, specie quelli dei calciatori) che la società ha preso, ma non rimane più la sponsorizzazione da 100 mln. E quindi, non hai risolto un cazzo: il FPF in realtà è stato aggirato, la società si indebita in modo insostenibile, diventa invendibile e fallisce.
Esattamente come succedeva prima del FPF.
Proprio il PSG è un esempio di questo tipo di possibile catena di eventi: negli ultimi anni non hanno speso chissà quanto in cartellini ma, puntando sui P0 e rinnovando Mbappè a cifre paurose, hanno speso (e continuano a spendere) una follia in stipendi. Mi pare siano il club col monte ingaggi più alto in assoluto.
Nel momento preciso in cui lo sceicco dovesse dire "arrivederci e grazie", il PSG fallirebbe all'istante perchè con il suo reale valore di mercato (inteso come capacità di attrarre sponsor, vendere i diritti, ecc.) non potrebbe mai permettersi di pagare i contratti ancora in vigore.
E' per questo, che il FPF esige che le sponsorizzazioni siano "congrue". Se lo sono, anche se salta la sponsorizzazione da 100 mln del padrone, ci sarà qualcun altro disposto a offrire 100 mln. E quindi la società rimane in piedi, anche se il padrone saluta.
Anche se, all'atto pratico, la UEFA ha dimostrato che di questo concetto della "congruità" può dimenticarsene, alla bisogna (vedi casi di PSG e City).
Ma veramente, alle origini del FPF ci sarebbero anche le implicazioni etiche, oltre a quelle economiche.
E' per questo, che è stato chiamato "fair play", che è un'espressione che non c'entra niente con le questioni interne alla tua società (come il bilancio o la sostenibilità) e fa riferimento invece ai rapporti di correttezza verso gli avversari.
Non è un abbattere le differenze ma è qualcosa che ci va vicino: l'idea è quella di non usare trucchi per avere più risorse degli altri (un po' come se fosse una lotta al doping finanziario).