Originariamente Scritto da
Jack Carver
L'Universo DC è in realtà un multiverso, cioè esistono N terre parallele (la numerazione classica è 52) ciascuna delle quali rappresenta un differente sviluppo della medesima realtà. Questa è la mitologia di base dei fumetti DC. La licenza poetica degli sceneggiatori di BvS sta nel ritenere che anche i sogni che uno fa rappresentino una possibile declinazione di queste realtà, se pensiamo alle visioni di Bruce Wayne come a un sogno.
La visione di Bruce Wayne comincia con il deserto, un grande simbolo a forma di Omega sulla sabbia: è il simbolo di Darkseid, il cui esercito è composto di demoni alati, e il cui arrivo
sembra sia annunciato dallo stesso Lex alla fine del film.
In questa realtà Superman è diventato un tiranno, con un proprio corpo armato con tanto di stemma sugli spallacci. Nel momento in cui toglie la maschera a Batman gli dice anche qualcosa del tipo "l'hai lasciata morire", e non sappiamo a chi si rifersica fino allo scontro finale.
Finita quella visione, arriva Flash che dice a Batman che la chiave di tutto è Lois e che lui lo deve temere, e gli chiede anche se è arrivato in anticipo: questo perché Flash ha la facoltà di muoversi nel tessuto spazio-temporale, e quindi anche tra realtà parallele, e proviene dalla realtà in cui Superman è diventato cattivo dopo aver perduto la persona a lui più cara.
Questi pezzi si rimettono insieme nel momento in cui Lois
riesce a fermare Batman dal trafiggere Superman con la lancia di Kryptonite: se questo fosse accaduto, Martha Kent sarebbe morta, Superman molto probabilmente no, ma sarebbe diventato un dio vendicativo e sarebbero stati cazzi amari per tutti.
C'è da aspettarsi che nel film della JL il Batman reclutatore dei metaumani dica a Flash qualcosa del tipo "io ti ho già visto" e che l'altro non capisca di cosa stia parlando, finché insieme non comprenderanno le potenzialità del Velocista Scarlatto e decideranno di
tornare indietro per salvare Superman
ma è una mia personalissima chiave di lettura.
Il limite più grande del film è quello di non comunicare tutto questo se non a chi "mastica" la materia, cioè al fan della prima ora, senza capire che a tutti gli altri certe scene non solo sono incomprensibili, ma vengono anche lette come clamorosi buchi di sceneggiatura o riempitivi senza alcun senso.