Anche perchè tra 25 anni non escludo che molti di noi saremo disabled e dovremo trovare un modo per giocare tra parkinson e chissà quali robe avremo quando diventeremo vecchi.
La nostra è una generazione che ha cominciato coi videogiochi e chi li ha sviluppati è cresciuta con noi senza pensare inizialmente (ovviamente), ad una clientela over 60.
Ormai la prima gen è a tiro dei 50 e si inizia a pensare come ampliare il pubblico.