
Originariamente Scritto da
Dies Irae
E questo è il motivo per cui dopo cinquantacinque anni suonati ancora non esiste una critica del videogioco. Ma te lo devo spiegare io che la semantica non è una regola consultabile su google ma di volta in volta dovrà necessariamente essere interpretata dal singolo? La componente personale che releghi a "esperienza per i generi e per i giochi" abbraccia ogni aspetto della cultura e formazione dell'individuo ed è l'unico filtro da cui passa l'opinione (che può essere credibile o meno, come chi la scrive può essere consapevole o idiota), a meno che non si voglia buttarla sull'accademico più lezioso e privo di dire con annessi parametri di giudizio ancorati all'oggettivismo tecnico da "grafica-sonoro-longevità-originalità". Perchè i lettori sono abituati a quello, alla recensione percepita come servizio e guida all'acquisto che rispecchia perfettamente l'immaturità dei videogiocatori in primo luogo, disinteressati ad assimilare un pensiero ragionato, elaborazione della materia-videogioco in base a conoscenze proprie che inevitabilmente riflettono la sfera emotiva, punto di partenza da cui trarre una chiave di lettura dei contenuti. Il vero danno è ritenere che una review debba dissociarsi dall'opinione personale per rispettare dei paletti autoimposti al fine di trarre una valutazione oggettiva e conforme, come se fosse un giocattolo da smontare e non un'espressione di linguaggio visivo-narrativo su cui sono stati riversati intelletto e partecipazione emotiva. In fondo ce li meritiamo gli scribacchini del web che non finiscono i giochi o li rushano al livello di difficoltà minore per rispettare le scadenze degli embarghi, chi se ne importa della credibilità dell'opinione se a nessuno interessa l'opinione stessa?
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