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Orologio
Il 24 settembre è una data importante per l'Europa. Sull'agenda del titolare di List c'è un doppio appuntamento. Numero uno: si vota in Germania, Angela Merkel cerca uno storico quarto mandato da cancelliera; numero due: il Movimento 5Stelle indicherà il suo candidato alla presidenza del Consiglio, l'investito da Grillo è Luigi Di Maio, dunque verrà scelto Di Maio.
La tentazione di prendere la Settimana Enigmistica, metterci sopra le figurine di Angela e Luigi e fare il giochino "scopri le differenze" è grande. Il titolare di List cede, perché la questione dell'investito è notevole.
Angela Merkel è nata nella Germania Est nel 1954, ha studiato fisica all'università di Leipzig, è stata due volte ministro con Helmut Kohl, è stata segretaria generale della CDU, è cancelliera della Germania dal 22 novembre del 2005, prima donna a ricoprire quella carica, nel corso della sua carriera ha battuto alle elezioni prima Gerhard Schröder nel 2005, poi Frank-Walter Steinmeier nel 2009 e Peer Steinbrück nel 2013. La stessa sorte degli altri sfidanti toccherà con grande probabilità anche a Martin Schulz, ex presidente del Parlamento europeo. Alla fine del terzo mandato di Angela Merkel, la Germania è la quarta economia del mondo, il rapporto tra debito e prodotto interno lordo è al 64.7 per cento, la disoccupazione è al minimo storico dalla riunificazione (3.8 per cento), le casse di Berlino hanno un surplus più grande di quello della Cina (280.5 miliardi vs 149.3). Una superpotenza.
Luigi Di Maio è nato a Avellino nel 1986, la sua scheda personale sulla piattaforma Rousseau del Movimento 5Stelle alla voce esperienza recita: "Steward presso la tribuna autorità dello stadio San Paolo di Napoli, assistente regista di Ernesto Dello Jacono (allievo di Eduardo De Filippo), tecnico/riparatore computer hardware, agente commerciale, manovale presso un'impresa edilizia, cameriere". Nel 2013 partecipa alle parlamentarie del Movimento 5Stelle e ottiene 189 voti, viene candidato alla Camera e eletto. Dal 21 marzo è vicepresidente di Montecitorio. L'investito, Di Maio, sarà probabilmente il candidato premier del Movimento 5Stelle, dovrebbe guidare un paese che è la nona economia del mondo, è appena uscito da una durissima recessione (ma è pronto a tornarci), ha un rapporto tra debito pubblico e prodotto interno lordo stabilmente oltre il 131 per cento, la disoccupazione è all'11.3 per cento (quella giovanile al 35.5 per cento), il surplus commerciale dell'Italia è di circa 50 miliardi di euro. Un paese che ha qualità ed è profondamente malato.
Ora, cari lettori di List, scoprite le differenze tra Germania e Italia, il divario tra quello che voteranno i tedeschi e quello che presenterà come suo miglior esponente politico la prima forza politica italiana, secondo gli ultimi sondaggi. Da una parte abbiamo Angela Merkel, il più forte statista in attività sulla faccia della terra; dall'altra Luigi Di Maio, di cui scoprire la capacità e il quid è quasi impossibile per assenza di requisiti sufficienti. Il 24 settembre la Germania sceglierà il cancelliere, il Movimento 5Stelle comunicherà al popolo la figura che dovrebbe guidare il nuovo governo.
Com'è il futuro? Giudicate voi. Quelli che hanno preceduto Di Maio sono peggiori? Non sono Merkel, questo è certo, ma il caso dell'investito Di Maio è interessante perché fa emergere il problema dei grillini di lotta e di (futuro, forse) governo, la sua classe dirigente.
Il Comune di Roma ne è la prova: puoi vincere le elezioni, ma con questa selezione da quattro amici al bar perdi automaticamente la sfida del governo. Virginia Raggi docet. Quella esperienza dovrebbe essere un memento per Beppe Grillo - la scelta sarà sua - ma la sensazione è che il fondatore del Movimento 5Stelle sia preoccupato di chiudere in fretta la partita interna per la premiership senza badare a "dettagli" come la capacità e il merito del candidato a Palazzo Chigi. Di Maio è chiaramente unfit, ma nella mediocrazia italiana si sta realizzando il sottosopra dell'ignoranza al potere. Ieri ha dichiarato che il Movimento 5Stelle presenterà in anticipo la squadra di governo. Siamo alla propaganda, neppure negli Stati Uniti e nel Regno Unito il team viene presentato prima per la semplice ragione che bisogna contare i voti, stabilire le alleanze e poi verificare se ci sono le condizioni materiali (i numeri) per portare avanti un programma di governo. I ministri vengono nominati dopo proprio per questo motivo, sono frutto di un processo di selezione e accordo a cui i Cinque Stelle - perfino in caso di vittoria netta - non possono sfuggire. Basta guardare il procedimento di nomina dei ministri secondo la Costituzione, articolo 92: ""Il Presidente della Repubblica nomina il Presidente del Consiglio dei ministri e, su proposta di questo, i ministri". Sotto questo articolo si cela una prassi parlamentare che prevede l'incarico al presidente del Consiglio da parte del Presidente Repubblica, passaggio che viene preceduto dalle consultazioni dei gruppi parlamentari, dei presidenti delle Camere degli ex presidenti della Repubblica. L'incaricato, dopo un'esplorazione nel suo partito e nei gruppi parlamentari, scioglie la riserva, torna dal Capo dello Stato che a sua volta procede con il decreto di nomina del presidente del Consiglio e dei ministri. Tutto questo Di Maio nel suo racconto lo salta a piè pari, egli è investito, e pare che questo basti per risolvere ogni problema della nazione.
Il new normal è questa mediocrità. È un tema che non riguarda solo il Movimento 5Stelle, ma l'intera classe politica italiana. Basta dare un'occhiata al drafting legislativo (come si scrivono le leggi) e leggere i verbali delle assemblee per rendersi conto del livello rasoterra a cui sono giunte le istituzioni.