Tutte le cattedre disponibili sono messe a disposizione delle nuove immissioni in ruolo (il 100% delle cattedre in organico di diritto).
Semplicemente le assunzioni su quei posti vengono fatte dopo la mobilità. I posti che avanzano vanno in assegnazione provvisoria e infine a supplenza.
In sintesi.
Ho tot nuovi posti liberi:
1) Li metto a disposizione di quelli che vogliono trasferirsi (ovviamente è un movimento a somma zero, visto che chi si sposta occupa un posto ma contemporaneamente ne libera uno. Sono circa 30-50.000 spostamenti l’anno, includendo tutti i gradi di istruzione)
2) A questo punto assumo in ruolo su tutti i posti disponibili (che sono numericamente esattamente gli stessi che erano all’inizio. Semplicemente lo stato riesce a coprire solo il 20% delle cattedre per la sua inazione nel reclutamento)
3) Tutti i posti rimasti vengono messi a disposizione in assegnazione provvisoria per un anno per chi non ha avuto il trasferimento nella prima fase (perché quello sì, è limitato alla fonte per volontà del MIUR) e che abbiano specifiche esigenze di famiglia
4) I posti non coperti vengono assegnati a supplenza (200.000 quest’anno, contando anche l’organico di fatto).
Semplicemente a me sembra molto in mala fede attribuire la mancata continuità didattica a chi non c’entra. Perché, chiariamo, se lo stato facesse il suo mestiere (sostituire chi va in pensione) si ridurrebbero automaticamente i movimenti possibili.
Io sono per prendere per il collo chi deve fare un lavoro e non lo fa, non chi cerca di risolvere i propri legittimi problemi familiari (non ho mai chiesto l’assegnazione provvisoria, ma so bene che cosa significa dover rimanere lontano dalla propria famiglia; e di certo non punterò il dito su una madre che vuole riavvicinarsi ai figli).
È il classico caso in cui la politica scarica le proprie colpe (enormi: 4 concorsi ordinari negli ultimi trent’anni, in un comparto
in cui hai 20-30.000 pensionamenti l’anno) sui poveri cristi a uso e consumo delle masse bercianti.